IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Dopo tre pareggi consecutivi e una frenatina sulla ricorsa (o presunta tale) scudetto, Ranieri in occasione della presentazione di Roma-Udinese si presenta in sala stampa molto carico, diciamo così. Respinge duramente le critiche verso chi lo ha accusato di essersi accontentato, di aver mostrato nellultimo periodo il così detto braccino, poi si scusa con i tifosi per non aver ottenuto quello che un po tutti si aspettavano, specialmente a Livorno.
La prima domanda («paura di vincere?»), dura due secondi. La prima risposta, dieci minuti. Ha voglia di parlare, Ranieri. Di difendersi. Ecco come. «Tutte le mie dichiarazioni da quando sono arrivato hanno già detto chi sono. Chi dice o scrive il contrario non ha capito nulla di che allenatore abbia la Roma. E questo è grave, perché non valuta la mia carriera. Non alleno mica da un anno. Quando sono arrivato, la squadra era in terapia intensiva, stava con la bombola dossigeno. Abbiamo fatto buonissime cose, ci siamo tolti grandi soddisfazioni, abbiamo ricreato entusiasmo. Ora abbiamo rallentato, non siamo stanchi ma certe cose ci riescono meno di prima. Però non ci possiamo scordare il recente passato. Stiamo tirando un po il fiato ma è diverso da sostenere che abbiamo paura di vincere. Mancano tre partite alla fine della curva. E poi vediamo a che punto stiamo e quello che abbiamo lo tireremo fuori. Fino ad ora non siamo mai usciti fuori strada, la macchina è sempre bene al centro della carreggiata, dobbiamo continuare così. Ora ci aspettano tre partite, Udinese, Bologna e Inter. Poi vedremo dove saremo. Qualsiasi cosa possiamo fare la tenteremo, il possibile e limpossibile. Stiamo lavorando per offrire di più. Lo stato di forma ottimale che non si può avere per undici mesi. Non ce la stiamo facendo, ma non si possono addossare colpe ai ragazzi, per tutto quello che stanno facendo sarebbe poco serio e irriconoscente. Ma noi non gettiamo la spugna, noi vogliamo riprendere chi ci sta davanti, in queste tre partite, facendo più punti possibili. Cercando, nel rettilineo finale, con il rientro di Totti, di Toni che sta avvenendo molto bene, con la ripresa di tutti quanti nel rush finale di regalare qualcosa di bello ai tifosi senza illuderli. Avevo detto che sarà un anno tribolato. Ora che il tribolato lo è in positivo... Non siamo contenti, vogliamo di più, vogliamo fare di più sempre. Non sempre è possibile. Ma i tifosi devono sapere che proviamo a dare il massimo. Ogni volta», le parole di Ranieri, tutte dun fiato.
Roma-Udinese, stasera, stadio Olimpico ore 20.45. Molti gli assenti, squadra in difficoltà. «E inutile negarlo. Sarà veramente una grossa occasione per vedere che blocco siamo. Il pubblico deve stare con noi, darci una grossa mano. LUdinese è in una fase di evoluzione positiva». E la Roma continua a perdere punti con le piccole? Qui, ancora reazione stizzita. «Per fortuna siamo terzi. Pensa se stavamo come a settembre. Avevamo faticato con tutti. Ora fatichiamo solo con qualche piccola...». Con le grandi, invece? LInter è poco superiore alla Roma? Il gap è colmabile? «Poco superiore? Diciamo che sarà almeno otto rotoli più su...». Non ci sta al paragone con lInter e sfodera la vecchia pubblicità della carta igienica, quella dei piani di morbidezza. Le sue consuete metafore: la terapia intensiva, le curve, il rettilineo, i rotoli. Facilitano coloro che devono capire. «Se ci paragonate allInter per noi è solo un complimento. Con la fantasia tutto si può fare. Noi ci proveremo a raggiungere i nerazzurri, ma senza illudere nessuno. Ce la metteremo tutta per essere come lInter, per darle fastidio ma per fortuna i nostri tifosi sono realisti. Penso sempre che solo lInter può perdere lo scudetto. Il Milan è quello che gli sta più vicino. Noi siamo lì che come lupi famelici vogliamo stare al banchetto. Ci proviamo, ma senza illudere i nostri tifosi che sanno benissimo quello che stiamo facendo».