«A Napoli non si vince, viva Ranieri»

02/03/2010 alle 08:09.

IL ROMANISTA (P. BRUNI) - Il pareggio di Napoli ancora brucia. Guardare troppo indietro rischia di allontanare l’attenzione dal match di sabato contro il Milan. Daniele Pradè, intervenuto a Radio anch’io lo Sport, volta pagina: «In campo c’è anche l’avversario, forte, in salute e con grandi stimoli. C’è rammarico ma ricordiamoci che al San Paolo non vince nessuno». La gara di domenica ha evidenziato la prova di Vucinic: «Mirko è un campione, determina le partite da solo. Ha trovato quello che gli mancava, la continuità. Ora deve cercare la cattiveria, in quel momento sarà tra i primi cinque al mondo».

Daniele Pradè, intervenuto a Radio anch’io lo Sport, volta pagina: «In campo c’è anche l’avversario, forte, in salute e con grandi stimoli. C’è rammarico ma ricordiamoci che al San Paolo non vince nessuno». La gara di domenica ha evidenziato la prova di Vucinic: «Mirko è un campione, determina le partite da solo. Ha trovato quello che gli mancava, la continuità. Ora deve cercare la cattiveria, in quel momento sarà tra i primi cinque al mondo».

«Ranieri – ha continuato il diesse giallorosso – è stata la nostra svolta ha capito quali erano i problemi. La squadra aveva perso autostima. E’ un allenatore molto pratico e pragmatico». Gli infortuni, però, sono la vera nota dolente di questo periodo.

 

L’assenza di è una grossa limitazione: «Francesco è molto generoso, forse ha spinto troppo lui sull’acceleratore. Non ha curato bene l’infiammazione tendinea, sappiamo comunque di averlo a disposizione nella parte più importante». Ora, con i buoni risultati di questi mesi, la Roma potrebbe essere più appetibile per un possibile acquirente: «Abbiamo una grandissima proprietà come la famiglia Sensi. La qualificazione in è importante sono tanti soldi che poi sapremo come riutilizzare perché ci autofinanziamo».

Poi sulla partita di sabato col Milan e la rincorsa scudetto (proprio ieri Moratti ha spiegato che «tutti parlano del Milan come la vera anti-Inter, ma la Roma è ancora in corsa»): «L’arbitro? Cerchiamo di tenere i toni bassi, alla nostra squadra diciamo sempre di dare una mano. In partite come quella un arbitro giovane può essere un alto rischio». Il futuro è dei giovani, anche se trovare posto in un gruppo con tanti campioni è complicatissimo: «Puntiamo molto su Pettinari. Abbiamo poi diversi ragazzi in giro per l’Italia che possono far bene».

 

C’è il “problema Doni. Il non vive un bel momento, specie dopo la sconfitta di Atene: «E’ un nostro valore importante, non bisogna dimenticare ciò che ha fatto gli altri anni. La sua generosità lo ha portato a giocare un campionato da infortunato, Dunga lo convoca sempre. Speriamo che gli possa girare anche un po’ la fortuna. Se ieri (domenica, ndr) avesse parato quel rigore sarebbe cambiato tutto». E se a fine stagione offrissero la panchina della Nazionale a Ranieri? «Ha un contratto con noi e la sua nazionale è la Roma. Sarebbe una bella cosa fare il profeta in patria».