GASPORT (A. PUGLIESE, C. ZUCCHELLI) - Se De Rossi e Stekelenburg erano due casi, Marquinho era il paradosso della Roma di Zeman. Sembrava fatto con lo stampino per il suo 4-3-3
Florenzi, invece, era arrivato in punta di piedi, alla sua prima esperienza in Serie A. Ma già da Riscone aveva conquistato il boemo, diventando poi presto la sua proiezione in campo: corsa, dinamismo, abnegazione.
Un mese e tre partite dopo, sembra tutto un altro mondo: Marquinho con Andreazzoli è diventato insostituibile, quasi vitale; Florenzi è finito nelle retrovie, partendo in tutte e tre le partite dalla panchina ed entrando in corsa.
Trascinatore - «Sono contento per il gol di Marquinho, è un ragazzo che già dall'inizio meritava di giocare ha detto ieri l'ex giallorosso Fabio Simplicio, passato al Cerezo Osaka ad inizio stagione Ora può prendere fiducia e trascinare la squadra fino alla fine. Anche se ci sono Totti e De Rossi che sono i più rappresentativi e quelli da seguire».
Ed infatti Marquinho non osa tanto, ci mancherebbe altro. Ma si gusta il momento attuale, dove ha ritrovato fiducia, minuti e anche il gol (quello di Bergamo è il terzo stagionale). A gennaio, del resto, sembrava oramai ad un passo dal Gremio, esausto dal fatto di non giocare o essere utilizzato solo come dodicesimo uomo, quello destinato ad entrare sempre a partita in corsa. Andreazzoli ha puntato su di lui e sulle sue qualità: inserimento, calcio, corsa e capacità di fraseggio. Ed indietro ha avuto un giocatore, rinato. E tirato di nuovo a lucido.
In attesa - Ma mentre Marquinho sale, Florenzi continua a scendere. Ma senza mai arrendersi, Flo, infatti, continua a lavorare senza sosta (e da Trigoria lo segnalano in netta ripresa fisica e atletica) per riprendersi il posto da titolare: «Le panchine? Reagisco forte (testuale, ndr), perché sono abituato a giocarmi il posto. Non ci sono problemi se gioco o non gioco, sono a disposizione e cerco di dare il massimo».
Di certo adesso l'obiettivo, per uno che un anno fa era in Serie B a Crotone e adesso è in Nazionale, è aiutare la Roma a conquistare l'Europa. Champions o Europa League, l'importante è non rimanere fuori dalle coppe un altro anno. «Stiamo facendo bene. Dobbiamo pensare partita dopo partita, continuare così e vincere col Genoa e poi fare il maggior numero di punti possibili per arrivare al traguardo, che è quello di giocare in Europa il prossimo anno».
Andreazzoli è l'uomo giusto per questo? Florenzi, che a Zeman deve «tanto» ammette: «Il nuovo allenatore ha portato un po' più di equilibrio che ha cercato di rubare da tutti gli altri tecnici con cui ha lavorato. Ad esempio il gol di Torosidis è merito anche di Zeman che ci dava la prerogativa della profondità. Andreazzoli ha preso da lui, e anche da altri allenatori, questa e altre doti».