IL TEMPO (A. AUSTINI) - Mezzora di corsa nei vialetti di Trigoria, poi altri trenta minuti su e giù per i gradoni. Zeman fa ripartire la Roma a modo suo dopo la sconfitta di Napoli: lo stesso metodo utilizzato in seguito al crollo di Torino con la Juventus, ma né allora né ieri è stata una punizione. Il lavoro duro resta la normalità per il boemo
LEuropa League è un traguardo minimo, quello che interessa ancor di più è la costruzione di una Roma capace di essere competitiva per il massimo traguardo in tempi brevi. Insomma lindulgenza utilizzata con Luis Enrique, che se fosse di peso dalla società sarebbe rimasto nonostante i risultati deludenti, stavolta non ci sarà. Questione di feeling. Perché su diversi aspetti Zeman e la Roma continuano a viaggiare su binari diversi. Uno su tutti: la strategia mediatica. Non è un mistero che Baldini, con lapprovazione degli americani, preferirebbe che tutti i tesserati non parlassero mai degli arbitri. Il boemo, invece, non perde occasione per sottolineare i torti subiti in una stagione dove alla Roma nel complesso qualcosa è stato davvero tolto. Tutto questo non significa che la società stia già cercando un nuovo allenatore. Ma se i risultati saranno deludenti si sentirà costretta a prendere seriamente in considerazione lipotesi, nonostante abbia fatto firmare a Zeman un contratto di due anni come non era mai successo nella carriera del boemo. Tirare fuori i nomi adesso è materiale per il fantamercato.
Lunica certezza è che leventuale sostituto sarebbe un tecnico amante del gioco offensivo. Su piazza ce nè uno che metterebbe daccordo qualsiasi dirigente e tifoso al mondo: Pep Guardiola. La Roma ha davvero pensato al ui prima di accordarsi con Luis Enrique e ora che lo spagnolo ha deciso di rimettersi in carreggiata non può restare insensibile. I concorrenti sono praticamente imbattibili - tutte le big della Premier oltre al Bayern Monaco- ma in Italia non se ne vedono. Berlusconi, ad esempio, ha già abbandonato il suo sognodi vedere Guardiola al Milan. «Si sono fatte avanti delle società con dentro amici di antica data di Guardiola e noi abbiamo giudicato di non avere chance» ha detto lunedì notte. E se quell«amico di vecchia data» dellallenatore fosse proprio Franco Baldini?