Roma, la truffa si allarga

18/03/2012 alle 08:42.

IL MESSAGGERO (V. ERRANTE) - Potrebbero essere convocati nei prossimi giorni in procura i quattro giornalisti accusati di avere confezionato un finto dossier per danneggiare la Roma. Sul registro degli indagati, con l’ipotesi di diffamazione, sono finiti i nomi del giornalista Roberto Renga, del figlio Francesco e di due conduttori radiofonici, Giuseppe Lo Monaco e Mario Corsi, voce della Roma e noto ai giallorossi, e non solo, come «Marione».

Gli inquirenti potrebbero decidere di interrogarli per chiarire come sia nata l’iniziativa e perché siano stati creati quei documenti. I primi accertamenti hanno consentito di recuperare le false trascrizioni di alcuni sms e, nel cellulare di uno degli indagati, una foto che riproduceva il dossier taroccato.



Il materiale finito sotto accusa riguarda la squadra ma, in particolare, il Franco Baldini e il consigliere di amministrazione Mauro , ai quali venivano attribuiti rapporti con la massoneria e presunti affari personali nell’ambito del calcio mercato. E anche loro, le vittime, potrebbero a breve essere convocate dai pm per raccontare quali rapporti avessero con i presunti truffatori e il movente per il quale avrebbero voluto danneggiarli. Ma intanto l'inchiesta, coordinata dal procuratore reggente Giancarlo Capaldo e dal pm
Paola Filippi, potrebbe anche allargarsi. Gli inquirenti vogliono stabilire se i quattro abbiano agito da soli o se a confezionare quel dossier, evidentemente falso, ci fossero anche altri. Perché nella creazione dei documenti, che gli indagati avrebbero tentato di mettere in circolazione, potrebbero essere coinvolti anche altri soggetti un tempo legati alla gestione della famiglia Sensi e ora esclusi dai nuovi proprietari. Personaggi che non si sarebbero arresi all’idea di essere tagliati fuori dai giochi. Le posizioni di queste persone saranno esaminate nei prossimi giorni. Il sospetto è che la paternità dell’iniziativa possa essere attribuita a un gruppo di scontenti, che non avrebbero accettato le scelte dell’attuale proprietà della Roma calcio. Personaggi pronti a danneggiare, con documenti contraffatti Baldini e .



L’indagine della procura è partita proprio da una denuncia presentata dalla società alcune settimane fa, dopo il tentativo di Roberto Renga di rifilare alla «Iena» Paolo Calabresi il materiale sui vertici del club. Renga avrebbe sostenuto di possedere la trascrizione di alcuni sms di Baldini e . Documenti scritti a mano dai quali sarebbe emerso che i due dirigenti giallorossi erano legati alla massoneria e avrebbero fatto affari con le operazioni di calcio mercato. I documenti finiti sotto accusa sono già stati sequestrati dalla Digos. Ma intanto Renga afferma: «Io vado a dormire tranquillo».