IL ROMANISTA (D. GALLI) - Porta un amico non tesserato nel settore ospiti? Sì, fallo pure. Ma non se è della Roma. Con una decisione che ha amareggiato per primi i vertici dellOsservatorio nazionale
Alla base non cè una pregiudiziale razzista, una antiromanità latente, unantipatia per la squadra simbolo della Capitale. No, è proprio liniziativa del Viminale che ha fatto flop. La Roma, che ha permesso ai ragazzi del Parma di entrare domenica nel settore ospiti, è stata uneccezione. Unisola felice. Ancora una volta. È l8 febbraio. Approfittando di una congiuntura favorevole, del fatto che Maroni non è più Ministro dellInterno e al suo posto cè la più ragionevole Cancellieri, lOsservatorio vara una mini-riforma. Quella ribattezzata immediatamente "porta un amico non tesserato nel settore ospiti". Mini, perché lobiettivo delle curve sono le trasferte libere, oltre alla modifica dellarticolo 9, quello che vieta lo stadio per sempre a chi ha ricevuto in passato una diffida. Ma tantè, era unapertura, un segnale positivo. Di speranza. Andava semplicemente colto dalle società. «I possessori di fidelity card (la tessera del tifoso, ndr) - si legge sulla determinazione dell8 febbraio - potranno acquistare tagliandi per le trasferte anche per un proprio ospite, esibendo al rivenditore la fotocopia del suo documento». Ospite. Amico. Stessa cosa, ovviamente. Attenzione, però, non è un obbligo. È una facoltà. I club fanno finta di niente, guardano dallaltra parte, accolgono la determinazione laddove questa prevede che dora in poi basti tessera sanitaria o codice fiscale per comprare un biglietto per un under 14. Ma questaltra parte viene completamente ignorata. Ignorata apposta. La Roma no. Per i biglietti con il Parma, a Trigoria comunicavano: «I titolari di tessera del tifoso potranno acquistare un tagliando di settore ospiti anche per un proprio conoscente, previa presentazione alloperatore della propria tessera e di una fotocopia di un valido documento didentità del titolare dellaltro tagliando».
Ma perché la Serie A sta facendo resistenza a un provvedimento che contribuirebbe a riempire (almeno in parte) gli stadi? Ci sono un paio di motivi. Qualche club è legato a società di ticketing che ancora non sono in regola con la Questura on line, il sistema che controlla in tempo reale i dati di chi acquista un biglietto. Qualche altro, invece, semplicemente non ha alcuna voglia di rischiarepermettendo laccesso anche ai non tesserati. È il caso dellAtalanta. A Bergamo hanno per partner Lottomatica, una delle società di ticketing che con la Questura on line è a posto. Non è una questione di razza o Roma ladrona. Daccordo. Ma allora perché non ci vogliono?