IL ROMANISTA (V. VERCILLO) - «Imparo da Totti». Classe, eleganza, carisma e intelligenza. Un potenziale infinito, un giocatore di unaltra categoria. A soli 19 anni, Erik Lamela si sta dimostrando la punta di un diamante che da grezzo si sta trasformando in luce pura. La Roma lo ha seguito fino allaltro capo del mondo, e ora che lo ha trovato, lo fa sentire «come un re». Nessun rimorso nelle parole del giovane attaccante rilasciate ieri al quotidiano argentino Olè: Lamela si racconta, passando dalla sua avventura nel River Plate alla nuova in giallorosso, iniziata sette mesi fa. Di rimpianto ne ha uno solo: «Mi sento ancora in colpa, come i miei colleghi, per non essere stato
La cessione di Lamela ha aiutato il club argentino a uscire da una crisi anche economica: «Era unentrata di cui il club aveva grande bisogno. Dovevano vendermi e per me era un grande passo». Piedi fatati e un po di egoismo, il giovane talento argentino si è immerso nel mondo del calcio a soli 12 anni, quando il River lo ha scovato e poi cresciuto. Dopo sette anni, per Erik si sta aprendo una nuova strada: «Gli anni passati al
River rimangono un ricordo indelebile, ma ora ho la possibilità di fare un grande salto in Europa». Il primo passo è crescere con umiltà, e qui a Roma Erik ha trovato linsegnante migliore: «Da Francesco Totti si impara tantissimo. È un giocatore storico per il club, idolo di tutti i tifosi, e ha una condizione incredibile. Senza contare gli argentini, Totti è il giocatore che mi dà più consigli. È uno di quelli con cui parlo di più».
A Roma Lamela sta bene e fa bene: «Sono contento di questi primi sette mesi. In un primo momento non ho potuto giocare per linfortunio, ma una volta rientrato ho preso il ritmo. E per fortuna ho ottenuto un posto in squadra, che era il mio desiderio. Sono stato accolto bene fin dallinizio. Ora mi sento come un re. Con la squadra che abbiamo, credo che possiamo arrivare in alto».
Il calcio con cui si sta confrontando è necessariamente diverso da quello argentino, ma il progetto giallorosso lo affascina e non poco: «Ci sono pochi spazi e tutte le squadre puntano a vincere la partita. Il nostro gioco è offensivo, abbiamo molti calciatori dattacco. Tuttavia abbiamo trovato lequilibrio giusto».