
LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - La Roma interrompe la sua serie positiva di vittorie consecutive al sesto derby, perdendo a pochi secondi dalla fine. «Vi ho purgato anchio»: la maglietta mostrata da Osvaldo dopo il gol del momentaneo vantaggio giallorosso, era un omaggio al grande assente. «Lavevo promessa a Totti, è dedicata a lui», spiega largentino, che ha giocato con i capelli scio
Nove gli esordienti in casa Roma, Luis Enrique stravolge la squadra anti-Lazio. Lamela resta a guardare i compagni dalla panchina, mentre in campo va in scena il ballo dei debuttanti. Il tecnico spagnolo non percorre la strada dellesperienza, e gli unici superstiti della vecchia Roma restano De Rossi e Perrotta. Due navigati, che si mettono sotto lala protettiva i tanti giovani spauriti, ai quali le gambe un po tremano di fronte allo spettacolo unico che la stracittadina della capitale regala. Senza dimenticare che tra i debuttanti non può non menzionarsi Luis Enrique, alla sua prima panchina nel derby. Il volto dellallenatore, e il suo continuo sbracciare, tradisce unemozione che forse non pensava di provare in maniera così intensa, lui che ha giocato a grande livello, in praticamente tutti gli stadi del Continente. Tornando alla formazione, tra le varie sorprese, lesclusione di Pizarro, ancora non al meglio per i problemi alla schiena, a favore di Gago, con Simplicio e Greco, allultimo neanche convocati. In difesa Luis Enrique non se la sente di schierare Burdisso, tornato solamente giovedì dagli impegni con lArgentina. Al suo posto Kjaer, a formare uninedita coppia di centrali con Heinze. Ma, in tema di debutti, va sottolineato il primo derby da presidente per DiBenedetto. Seduto qualche fila più in là rispetto a Lotito, lo statunitense si gode latmosfera. Fino alla beffa finale.