GASPORT (F. ODDI) - Se gli chiedi cosa farà lanno prossimo, Andrea Bertolacci ti risponde che non lo sa, che deciderà la società, in fondo è vero, ma i segnali sono inequivocabili: farà il ritiro con Luis Enrique, di un eventuale trasferimento in prestito se ne parlerà più avanti, ma potrebbe anche non parlarsene mai.
Il suo obiettivo per la stagione che sta per iniziare?
«Arrivare in doppia cifra come presenze. Come presenze vere: questanno ne ho fatte 9, tutte da titolare, farne 9 da dieci minuti sarebbe un passo indietro. Non posso permettermelo: nel calcio si scorda tutto in fretta. Se contiamo anche le presenze di pochi minuti, allora in tutto spero di farne il doppio di quelle di questanno» .
Obiettivo ambizioso, al primo anno di Roma.
«Vediamo cosa dirà la società. Se credono che io possa avere poco spazio non cè problema, andrò da qualche parte a giocare e ne riparleremo tra un anno. La Roma è un sogno, per chi ci è cresciuto come me, ma io questanno devo capire dove realmente posso arrivare» .
Intanto è arrivato Luis Enrique.
«Con lui si partirà tutti alla pari: lui viene da fuori, non avrà condizionamenti, e questo per noi giovani è uno stimolo in più» .
Quali sono stati gli allenatori più importanti per lei?
«Stramaccioni, che ho trovato in un momento in cui pensavo di lasciare la Roma e tornarmene a giocare sotto casa con gli amici. Petruzzi, che mi ha allenato lanno dopo, e ovviamente De Canio» .
Il ruolo in cui si esprime al meglio?
«Lho iniziato a capire questanno: interno sinistro nel 4-3-3. Ma a centrocampo i ruoli li ho fatti un po tutti, a Lecce anche il trequartista. Un trequartista atipico, alla Perrotta, che cerca linserimento in zona gol e nel frattempo si dedica al pressing sul portatore di palla avversario. Mi piace giocare, ma anche fare la guerra».