IL ROMANISTA (G. DELL'ARTRI) - Dopo Totti, ecco Prandelli. Anche il Ct della Nazionale prende le difese di Daniele De Rossi, che è sempre nellocchio del ciclone dopo la gomitata al volto al capitano dello Shakhtar Donetsk, Srna, durante lultima partita della Roma in questa edizione della Champions League (e che gli costerà una pesante squalifica dalla Uefa).
«Bisogna capire il momento di Daniele» ha detto Prandelli, che peraltro ha eletto subito a intoccabile della sua Nazionale proprio De Rossi, fin dal momento in cui è diventato commissario tecnico. «De Rossi è un ragazzo che ama tanto la Roma ha proseguito il Ct - e probabilmente sta vivendo a livello emotivo una responsabilità forte sulle sue spalle. Voglio sentirlo e parlargli, poi affronteremo insieme largomento. Parlerò con Daniele. Questi ragazzi devono ricordare che rappresentano la Nazionale anche quando portano la maglia della loro squadra di club. Bisogna, però, capire il momento di Daniele».
Il concetto più attuale, però, forse è un altro. «De Rossi ama tanto la Roma». Attuale perché domani cè il derby, la partita che non è mai come le altre e che non lo è mai stata , a maggior ragione, per De Rossi. Non solo per la partecipazione emotiva che può metterci uno che è tifoso della Roma fin da quando era bambino. Ma basta rivedere la sua storia di sfide alla Lazio per capire che per lui non sarà mai una cosa normale. A partire dal suo esordio nella stracittadina, stagione 2003-2004, Roma-Lazio 2-0. E la partita del tacco di dio, di quella meravigliosa intuizione di Mancini che battè Peruzzi. De Rossi entrò in campo 2 minuti dopo quel gol, al posto di Cassano. Poi raddoppiò Emerson e il primo a correre sotto la Sud fu proprio Daniele, che esultava come il primo dei tifosi.
Per il suo primo derby da titolare bisogna aspettare il 6 gennaio 2005 e anche lì sono belle scariche di adrenalina, anche se finisce male. Finisce 3-1 per loro e per aspettare la rivincita bisogna arrivare ad unaltra bella prima volta, cioè la prima vittoria di De Rossi in un derby da titolare. E il 26 febbraio 2006, la Roma ha la possibilità di vincere la sua undicesima partita consecutiva, stabilendo un record assoluto. E una partita che vive sui nervi, perché la squadra è stanca, ma gioca anche per il suo capitano, Francesco Totti, che una settimana prima si è gravemente infortunato contro lEmpoli. Vince 2-0 con i gol di Taddei e Aquilani, alla fine indossano tutti la maglia di Totti, tranne uno. Daniele De Rossi ha il numero 16 sulle spalle, ma cambia la scritta. Non più il suo cognome, ma Meno. Già, con quella partita la Lazio finiva a meno 16 rispetto alla Roma in classifica e chi meglio di lui poteva farlo notare? La sua esultanza, quasi nudo, è ancora nel cuore di tutti noi, come quella degli ultimi due derby, in braccio alla Sud in campionato e agitando il numero 4 in Coppa Italia, a ricordare ai laziali il quarto derby consecutivo vinto dalla Roma. Cè poi una prima volta da cancellare, cioè il suo primo gol alla Lazio. Accadde nella stagione 2008-2009, fu il gol del 3-2 che per poco riaccese la speranza prima che la Lazio segnasse il 4-2 finale. De Rossi, che aveva sfiorato il gol anche nel primo tempo, segnò di testa con la Roma già in 9 uomini. Non servì. Quello che serve ora, è aggiungere a questa storia unaltra prima volta. Magari quella della Roma che per la prima volta vince il derby grazie a un gol di De Rossi. Non cè momento migliore di questo per riuscirci.