LA STAMPA (S. DI SEGNI) - Sembra una sceneggiatura costruita sullo sfondo di Wall Street. Sembra Spy Game. Sono (soltanto) le vicende legate al processo di vendita della Roma.
Un passo indietro: allo scoccare della dead line per la presentazione delle offerte vincolanti, sul tavolo di Rothschild risultavano cinque contendenti. Tra questi la società Claraz SA, con sede a Lussemburgo, assistita dallo studio legale Dla Piper. A qualcuno è convenuto che la stessa società venisse associata con il nome di Aabar. Gli avvocati dei lussemburghesi non hanno inteso smentire il legame. E, anche di fronte alla rassegna stampa che è piovuta sulle loro scrivanie l1 febbraio, hanno preferito non chiedere rettifica. Ieri, dun tratto, specificavano: «Il nostro cliente è Claraz SA, di più non possiamo dirvi».
La sponda del Tevere che tifa Roma, nel frattempo, continuava a essere inondata dalle domande: per conto di chi opera la società del Lussemburgo? Quali strategie si celano dietro allassociazione con Aabar? Soprattutto: esiste il legame con gli sceicchi? Rispondere affidandosi a sospetti e congetture diventa pericoloso. Così come rispolverare laffare Soros del 2008, quando il presunto interesse di un arabo fece spazientire il magnate americano, che anziché giocare al rialzo optò per levare i tacchi.
Quanto ai mittenti dellofferta che ha fatto infiammare la piazza, è dato sapere che la Claraz SA deriva da un cambio di denominazione di unaltra società lussemburghese, la Lomeny Strategies SA, avvenuto lo scorso settembre. Uno dei suoi soci, Monsieur Sydney Bouvier, risulta nellorganigramma della Banque Privée Edmond de Rothschild Europa. Ma Rothschild non è lo stesso advisor al quale è stato affidato il fascicolo Roma? «Siamo cugini, ma non ci frequentiamo», hanno risposto dalla sede di Milano della Banque Privée. Lo stesso advisor si è precipitato a prenderne le distanze: in sostanza hanno origini in comune, ma sono due istituti nettamente separati e indipendenti. Secondo indiscrezioni il collegamento con Aabar nasce da interessi che la Claraz avrebbe ad Abu Dhabi. Spingersi oltre e indagare sulle voci che vogliono coinvolto un investitore vicino allo stesso fondo sovrano, è difficile.
Unicredit e advisor oggi faranno il punto di fronte alla Sensi, nel mentre è utile capire leffetto che la vicenda ha avuto sugli altri pretendenti al club. Limprenditoreromano Angelucci era convinto di correre da solo. Al più con la mini-cordata a stelle e strisce guidata da DiBenedetto. Gli ultimi sviluppi, a entrambi i soggetti, sono piaciuti assai poco. Angelucci ha ricevuto addirittura minacce dai tifosi che ieri, dalla curva, hanno urlato «Non ti vogliamo», e altri insulti. Ieri ha vacillato ma non si è chiamato fuori dalla partita. Come i concorrenti Usa. Anche perché lofferta del terzo incomodo, quello apparentemente capace di sgomberare il tavolo, non risulta più tanto appetitosa. Forse, vincerà chi avrà più pazienza.