Alla fiera del Gasp: 6 nomi (di fantasia) per le esigenze di calciomercato della Roma (VIDEO)

09/07/2025 alle 15:32.
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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Tra gli effetti collaterali del caldo, e del calciomercato col caldo, c’è quello di distorcere la realtà. Il nome di un giocatore, fin lì pressoché sconosciuto ai più, viene ripetuto in modo psichedelico finché non se ne sente l’urgenza, la necessità. Ma Svilar, oggi salvavita romanista, per dire, tre anni fa era svincolato e fino a un anno e mezzo fa si ammirava all’Olimpico a malapena nel prepartita, quando il secondo portiere si sottopone alla batteria di tiri che serve come riscaldamento dell’anima agli attaccanti prima che questi scendano in campo.

Come Ndicka, senza il quale la Roma non sbuca dal tunnel da più di un anno. Oppure Angelino, arrivato un anno e mezzo fa a Roma in prestito, sballottolato negli anni precedenti tra Lipsia, Hoffenheim e Galatasaray.

Oggi l’arrivo di Gasperini impone alla Roma di aggiornare i software di ricerca nei database. Un’altra turnata di mercato con nuove esigenze, alle quali abbiamo provato a dare risposte fantasiosamente concrete, seguendo le tracce evidenti lasciate dal nuovo allenatore giallorosso nella sua carriera.

Regole d’ingaggio autoimposte: nato dopo il 2000, valutazione inferiore ai 15 milioni di euro (transfermarkt), ingaggio inferiore a 1,5 milioni di euro.

DIFENSORI - Quello che risulta più evidente, a guardare la disponibilità romanista, è la necessità di un marcatore brutale. Lo è stato e potrebbe esserlo ancora Mancini, che dalla sua ha aggiunto applicazioni offensive, di conduzione e inserimenti che potrebbero tornare utili. Lì potrebbe essere riconvertito anche Celik mentre Ndicka, al di là delle apparenze, non ama mordere di continuo il riferimento avversario, ancor più se a distanze impegnative dalla propria porta.  Un nome, dunque, con precise manifestazioni di forza, aggressività e una buona velocità che gli consenta di gestire spazi più larghi. Uno come Jeremy Jacquet, ad esempio, che Massara ha avuto modo di maneggiare da vicino a Rennes quest’anno. Frutto, l’ennesimo, di un settore giovanile particolarmente fertile, tanto che la federazione francese, per la terza volta consecutiva, anche quest’anno ha nominato il club bretone come la miglior filiera calcistica del paese.

Classe 2005, 190 centimetri, nell’ultima stagione inizialmente in prestito al Clermont Foot, in Ligue2, e poi richiamato in casa al Rennes in inverno, quando Habib Beye era succeduto a Sampaoli sulla panchina. Da lì 11 presenze, tutte da titolare, spesso sul centro-sinistra com’era stato utilizzato anche nell’esperienza in prestito, nonostante il piede naturale sia il destro. Cavalca in conduzione a piacimento, ha mezzi fisici debordanti che per ora gli nascondono anche alcune letture difensive da raffinare, oltre ad un’elasticità muscolare che rendono quel metro a novanta a disposizione ancor più ingombrante per gli avversari. A fine stagione gli è stato rinnovato, e adeguato, il contratto fino al 2029 con un ingaggio intorno ai 500mila euro. Per Transfermarkt vale 10 milioni di euro, la sensazione è che difficilmente basterebbero a convincere il Rennes a privarsene. Ma doterebbero la Roma di un difensore, ancora in formazione, con tutti gli accessori che richiede l’equipaggiamento moderno.

LATERALI - Qui, appena 6 mesi fa, la Roma ha speso circa 15 milioni di euro per Rensch e Salah-Eddine. Cambiano gli allenatori, cambiano i contesti e dunque le esigenze. Ecco perché la continuità, nel calcio, permette almeno di ridurre gli sprechi. Solo negli ultimi 2 anni sono state costruite squadre prima per Mourinho (estate 2023 e parzialmente inverno 2024), De Rossi (inverno 2024 e estate 2024), quindi Ranieri (gennaio 2025), ora Gasperini. Quattro allenatori, quattro momenti ed esigenze differenti, col rischio che quello che serviva ad uno risulti improprio per l’altro.

Qui la traccia è definita da quella che sembra un’esplicita richiesta: Wesley. Parzialmente differente dalle abitudini all’Atalanta, dove Hateboer, Zappacosta, Maehle, Castagne o Gosens, per nominarne alcuni, garantivano i trasporti esterni su rotaia in maniera quasi inesauribile. A questo genere di giocatori si sovrappone in maniera più semplice un’idea per la corsia sinistra: David Moller Wolfe, esterno sinistro norvegese progettato nel 2002 e composto prevalentemente d’acciaio fuso. Nell’ultima stagione all’AZ ha totalizzato 2 gol e 6 assist in 31 presenze. 187 centimetri che guadagnano facilmente velocità e sconsigliano l’attraversamento pedonale al passaggio, conduzioni poco poetiche ma estremamente funzionali, un piede sinistro che sa arrivare a destinazione nel momento della rifinitura o rimanere fermo all’impatto col pallone per indirizzarlo in porta. Per transfermarkt ha un valore di 9 milioni di euro, l’AZ lo pagò 2,5 milioni nel 2023 dal Brann ed è legato fino al 2028 per 400mila euro d’ingaggio annuale circa. Sembra già di vederlo con la piastrina militare con inciso sopra il volere di Gasperini.

Dall’altro lato, invece, ricalcando alla finestra il profilo di Wesley, il contorno che si compone somiglia, anche se in versione inevitabilmente in scala ridotta, a Vinicius Tobias, brasiliano come il modello di partenza, fisicamente simile come centimetri e struttura, dotati di accelerazioni, seppur non lancinanti come quelle di Wesley, cambi di direzione e gestualità tecniche che seguono lo stile dell’esterno del Flamengo. Rispetto a Wesley, l’esterno classe 2004 dello Shakhtar è stato svezzato calcisticamente in Europa, dove arriva appena maggiorenne dall’Internacional per 6 milioni di euro. Poi va in prestito al Castiglia, la squadra B del Real Madrid, prima di rientrare allo Shakhtar dove quest’anno racimola 6 assist in 19 presenze in campionato, più altre 3 in Champions League e 4 in Coppa. Un anno in cui non gli sono mancate vicissitudini personali. Anche Tobias, come Wesley, più che un galoppatore infaticabile, appare uno in grado di generare occasioni nell’ultima parte di campo tramite dribbling o scartare l’opposizione avversaria per aprirsi traiettorie per il cross.

“Wide-creator”, sarebbe catalogato secondo i cluster più recenti: in sostanza un giocatore d’ampiezza che sa creare pericoli. Quando stiamo scrivendo è notte e scrollando X scopriamo che Alfredo Pedullà l’ha appena accostato alla Roma. Per questo, anche un filo indispettiti, meglio chiuderla qui. Valore transfermarkt che lascia qualche perplessità: 5 milioni di euro. Contratto fino al 2029, rinnovato un anno fa al rientro dal prestito, più passaporto spagnolo incluso nel prezzo.

CENTROCAMPISTI - Con 358 partite, il giocatore più utilizzato in carriera da Gasperini è De Roon. Anche quando la sua prestanza fisica calava inevitabilmente, la conoscenza dei meccanismi lo faceva risultare indispensabile agli occhi e al cuore del nuovo allenatore della Roma, al punto da arretrarlo anche tra i difensori in caso di necessità. Praticamente Gasperini ha messo in campo De Roon per l’equivalente di quasi 9 campionati e mezzo consecutivi. Dovrà farne a meno e soltanto Cristante, guardando la rosa, potrebbe tentare di colmare quel vuoto, seppur con una macchina che ora ha ben più chilometri rispetto a quelli con cui impressionò a Bergamo nel 2019, svolgendo tutt’altre funzioni. Anche qui, a tratteggiarne il contorno sono gli indizi di mercato: Richard Rios e Neil El Aynaoui hanno declinazioni differenti ma sono mossi dallo stesso istinto, quello di fare parkour in un campo da calcio.

Saltano sugli avversari, rimbalzano da un’area all’altra, scalano pareti col pallone in conduzione, un po’ come da grande potrebbe venire sempre meglio a Valentin Atangana, numero 6 dello Stade Reims.  Quel profilo di centrocampista pluriaccessoriato abbonda in Ligue1 e il francocamerunense classe 2005 ne è una vivida riproduzione: impatta con piacere sugli avversari per sottrargli il pallone e l’istintività di alcuni interventi è sicuramente un aspetto che dovrà levigare. Sa però liberarsi dalla pressione avversaria ed è in grado di assecondare il passo frenetico con una conduzione elettrica ma curata della sfera: 7° tra i centrocampisti under 23 per conduzioni progressive, 3° per numero di intercetti tra i centrocampisti under 21. Di contro, non ha una struttura imponente, 176 centimetri dichiarati su internet, ma ha elementi di forza, in elevazione, e di velocità che ne fanno raddoppiare lo spessore.

Non è certamente definito come potrebbero esserlo Rios o El Aynaoui, che mostrano, almeno oggi, un impatto maggiore nella metà campo offensiva. Atangana, forse, rappresenterebbe più un simil Koné, con quell’interpretazione del ruolo che oscilla tra un 6 e un 8 ma le sue potenzialità potrebbero aprirgli un ventaglio di trasformazione ancora difficile da pronosticare con precisione. Nelle ultime 3 stagioni ha già accumulato 58 presenze in Ligue1, compresa l’andata e ritorno del playout per la retrocessione che ha condannato lo Stade Reims in Ligue2. In attesa di capire gli sviluppi del caso Lione, appare difficile che una gemma simile possa scendere di categoria. 10 milioni si legge sul cartello affisso su transfermarkt. In caso, lasciare anche il resto.

TREQUARTISTI - “Uno alla Lookman” è il messaggio che più volte sintetizza la principale ricerca offensiva della Roma. Uno per il quale, dopo 52 gol in 3 stagioni, l’Atalanta chiede una cifra superiore ai 50 milioni di euro a chiunque si fermi a guardare la vetrina. Lo stesso, però, che 3 anni fa arrivava a Bergamo per “appena” 12 milioni di euro bonus inclusi. Anche perché, fin lì, aveva messo in valigia, tra Inghilterra e Germania, altrettanto appena 35 gol. A definire la ricerca, dunque, è più la convergenza preferita, quella di un destro che incede da sinistra, con la tendenza al dribbling. Insomma, deve procurare allarme. “I giocatori offensivi devono fare gol, assist, prendere rigori, far ammonire gli avversari”, così ha parlato Gasperini in conferenza stampa.

Kevin Santos Lopes de Macedo potrebbe fare tutto questo. Più semplicemente Kevin, che oltre a uno stock di meme facili da poggiare sul nome, porterebbe quell’elettricità necessaria al settore offensivo romanista. Cambi di velocità e di direzione improvvisi, dribbling, sensibilità sul pallone tipicamente brasiliana: un cumulo di potenzialità che cercano soltanto le mani di un artigiano che sappiano sottrarre il superfluo. Il 22enne arrivato allo Shakhtar nel 2023 dal Palmeiras per 12 milioni di euro mantiene ancora costante la sua valutazione, almeno per transfermarkt, anche per non aver prodotto (ancora) numeri che giustifichino l’innalzamento del valore: 6 gol e 4 assist nelle 24 presenze in campionato, altri 2 nelle 6 gare di Champions League. Uno al Bayern Monaco, quando spaventò i bavaresi portando in vantaggio lo Shakhtar con una ripartenza conclusa rientrando ai danni di Kim prima di aprire l’interno sul palo più lontano. Pare che il Napoli lo avesse in lista tra i vari nomi per riempire il vuoto di Kvaratskhelia.

ATTACCANTE - Disclaimer: non sarà un nome che sostituisca Dovbyk ma uno che possa affiancarlo, non solo gerarchicamente ma anche in campo. Diverso, a partire da piede: destro e non mancino come l’ucraino. Che sappia lavorare anche fuori dall’area di rigore, eventualmente anche far coppia con il numero 11 romanista. Scartata la tentazione di ricondizionare elementi ormai tra gli avanzi della Premier League, come Patson Daka o Odsonne Edouard, entrambi classe 1998, dunque fuori dai parametri autoimposti a monte, con ingaggi che spiegano in maniera approfondita le premesse non rispettate ma solo un altro anno garantito contrattualmente.

Dunque, quella velocità in progressione, irrobustita da una forza fisica e con la capacità di concludere l’azione con un’ampia scelta balistica a disposizione porta da Romulo Cardoso, timidamente comparso già tra i rulli di calciomercato sulla Roma un anno fa. Un altro brasiliano, sì, ma costruito per districarsi naturalmente tra le ruvidezze europee: classe 2002, arrivato un anno fa al Goztepe in prestito dall’Athletico Paranaense e poi riscattato per il valore della clausola rescissoria, 2,5 milioni di euro. Oggi transfermarkt scrive che vale almeno 4 volte tanto, 11 milioni, dopo aver totalizzato 13 reti (e 9 assist…) nella sua prima stagione nel campionato turco.

Romulo sembra avere tutti gli argomenti del caso: una struttura resistente, una potenza che lo rende difficilmente sopportabile in campo aperto e una raffinatezza coordinativa che gli permette di chiudere le azioni anche negli spazi più ridotti oltre a prestarsi a dialoghi coi compagni. La varietà, oltre alla rapidità e alla cura, di scelta con cui sa armare il destro deflagrante nascondono a sufficienza lo scarso utilizzo del piede debole. E il giallorosso, che veste anche il Goztepe con trame però a scacchi, pare donargli.