LAROMA24.IT (Matteo Vitale) - Centrocampista in arrivo. A 72 ore dall'apertura del calciomercato, sistemata la fascia destra con l'arrivo imminente di Maitland-Niles, la Roma è vicina a chiudere anche per il rinforzo a centrocampo tanto atteso da Mourinho. Un profilo di assoluto livello quello individuato da Tiago Pinto: si tratta di Sergio Oliveira, 29enne vicecapitano del Porto. Si parla di un possibile prestito a 1,5 milioni, con riscatto a 15 milioni più bonus.
CARRIERA - Sérgio Miguel Relvas de Oliveira, classe 1992, nato a Paços de Brandão, dove inizia anche a giocare a calcio tra il 2000 e il 2002, fino ad approdare al Porto, diventata ormai la squadra della sua vita: nel 2002 arriva nei Dragões, c’era già Mourinho ma lui era soltanto uno dei tanti talenti delle giovanili del Porto, di cui è stato per diverso tempo il giocatore più giovane ad aver debuttato, a 17 anni, 4 mesi e 15 giorni (in Coppa di Portogallo). Il debutto in campionato, però, arriva nel 2010, con la maglia del Beira-Mar, sotto la guida di Jardim. Fu la stagione che lo lanciò a livello internazionale grazie alla sua partecipazione al Mondiale Under 20 in Colombia. Edizione in cui sfiorò il suo primo trofeo in carriera, visto che la nazionale portoghese venne fermata solo in finale dal Brasile. Dopo il debutto, tante esperienze in prestito: la prima in Belgio nel Malines, poi nella B portoghese, con la maglia del Penafiel e quella del Porto B. Fu poi ceduto al Paços Ferreira, per poi fare ritorno al Porto dopo 2 anni. Nel 2016-17 nuova esperienza all'estero, stavolta in Francia, al Nantes dove trova ad attenderlo Sergio Conceiçao, l'allenatore che lo avrebbe poi consacrato al Porto.
ESPLOSIONE - Gli ultimi anni ai Dragoes sono infatti quelli della sua consacrazione. Al ritorno dall'ennesimo prestito, stavolta al PAOK Salonicco nel 2019 dove vinse campionato e coppa di Grecia, Oliveira è entrato stabilmente tra i titolari dell'undici di Conceiçao. Diventato nel frattempo il vicecapitano, Oliveira ha avuto un ruolo determinante negli ultimi due anni. Impressionante per i numeri la passata stagione: 48 presenze complessive tra campionato e coppe e 20 gol (13 in campionato e altri 7 tra Champions League, Taça de Portugal e Supercoppa). Niente male per un mediano. Numeri che gli sono valsi altri riconoscimenti, come il 'Dragone d'oro' come miglior giocatore del Porto dell'ultima stagione e la chiamata in Nazionale per gli Europei.
IL 'GIALLO GATTUSO' - La scorsa estate fu vicinissimo all'approdo in Italia. Lo voleva la Fiorentina e l'operazione fu vicinissima alla chiusura, grazie ai buoni uffici del suo procuratore Jorge Mendes (lo stesso di Mourinho). Non si fece più nulla per via delle richieste esose del Porto (che sei mesi fa chiedeva 20 milioni) ma la trattativa saltata ha avuto anche un inaspettato effetto domino: quel mancato affare fu infatti la miccia che ha scatenato la rottura tra la Fiorentina e Rino Gattuso, appena arrivato sulla panchina viola e vicino allo stesso Mendes. Dopo la mancata cessione, a inizio stagione sembrava aver perso posizioni in rosa in favore del giovane Bruno Costa, salvo però tornare presto in pianta stabile tra i titolari. Quest'anno 13 presenze in campionato (le ultime 3 da subentrato) più altre 11 nelle Coppe, con 5 gol messi a segno.
CARATTERISTICHE - Esperienza, carattere, personalità, doti balistiche e grande qualità nei calci piazzati, sia nei cross sia nelle conclusioni verso la porta. 330 partite in carriera, con 60 gol e 30 assist. 174 presenze con la maglia del Porto, di cui 102 in campionato e 23 in Champions, condite da 39 gol e 24 assist. Centrocampista di manovra, da linea a 3 (come centrale) e a 2, in carriera viaggia con una media di 1.8 tackles a partita (Cristante 1,4, Veretout 1,5) e con quella di 2.91 negli ultimi 365 giorni. Tra gli altri dati interessanti: 1,3 passaggi chiave a partita, 34,4 passaggi per gara con la precisione del’81,1%, con 2,2 passaggi lunghi per gara, che è una delle qualità principali del portoghese. Nonostante la zona di campo ricoperta Oliveira offre un contributo notevole alla produzione offensiva della squadra, come dimostra il dato medio di 2.76 per gara di azioni da tiro create.
IL RAPPORTO CON CONCEIÇAO - In un’intervista all’Uefa dello scorso aprile, Oliveira ha rivelato cose interessanti, tra cui il suo arrivo da giovanissimo al Porto: “Sono qui da sempre, sono entrato grazie a mio zio che era un tifoso sfegatato del Porto: quando mi ha accompagnato a fare i provini delle giovanili parcheggiò dove non avrebbe potuto e fu multato, è una cosa che non dimenticherò mai”. Non solo: “Non tutti possono essere Mbappè, la normalità è una carriera come la mia, fatta di difficoltà, prestiti, crescita personale e professionale”. La confessione sulle difficoltà avute nei primi anni della propria vita da calciatore: “È un piacere fare un lavoro che non sembri tale, ma inizialmente avevo difficoltà quando dicevo a me stesso 'non ci riuscirò'. Ora ho 28 anni, sono al picco della mia carriera, ma non è stato facile”.
Curioso (e fondamentale) il suo primo incontro con Coinceçao (allenatore con cui si è consacrato): “Nel 2017 allenava il Nantes, mi ha guardato e mi ha detto ‘sei grasso! Devi perdere 4 o 5 kg’. Gli ho detto ‘ok’. Con il tempo ho iniziato ad adattarmi al calcio che lui ama, che è molto fisico, fatto di 1vs1 e di qualità”. Chiede di seguirlo al Porto dove, lo scorso anno, nella stagione 2020-2021, Sergio Oliveira ha vinto il premio di giocatore dell’anno al Porto e della Primeira Liga. I tifosi gli hanno dedicato un coro in particolare: “Jogas tanto Oliveira”, “Giochi così bene Oliveira”.
(ha collaborato Daniele De Angelis)