Post Match - E ritorno da 3

02/11/2021 alle 12:28.
pm-roma-milan

LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - La regola del 3, tra i più disparati utilizzi, in letteratura è stata interpretata anche come teorema per cui ognuno di noi è la storia di chi ci ha preceduto. E Roma-Milan ha riportato alla luce alcune tracce della Roma che fu, prima dell'avvento di Mourinho. Qualche avvisaglia di costruzione a 3 era stata sparsa qua e là ma domenica, di fronte all'abilità nelle pressioni offensive del Milan, è stata utilizzata come via di fuga ripetutamente.

Nel primo tempo, nella fase di possesso Cristante s'immergeva nuovamente tra i centrali di difesa, permettendo a Karsdorp e Viña di guadagnare un'ampiezza simmetrica oltre la prima pressione del Milan, svolta allegando a ogni proprio giocatore un riferimento romanista, basti vedere la posizione di Calabria che segue Mkhitaryan anche quando l'armeno si traveste da centrocampista centrale.

La superiorità iniziale ha permesso di armonizzare gli sviluppi romanisti, saltando i primi agguati rossoneri e trovando, alle spalle di questi, gli spazi necessari per far divampare le qualità dei propri giocatori più offensivi. Succede qui, dove in catena, come si chiama in gergo una giocata che sincronizza i giocatori più esterni della squadra, solitamente terzino, mezzala e esterno offensivo, qui Karsdorp, Pellegrini e Zaniolo per arrivare nuovamente a Karsdorp, la Roma scappa via trovandosi in superiorità numerica nella metà campo altrui. L'azione terminerà con il tiro più appetibile a disposizione della Roma nel primo tempo, quello di sinistro mandato di poco fuori dall'obiettivo da Pellegrini.

Vantaggi situazionali che si sono ritrovati anche nel secondo tempo, quando la Roma ha definitivamente indossato il 3-4-3 anche in fase di non possesso. Qui lo scambio tra Mancini e Pellegrini attira ulteriormente Kessie fuori, permettendo al numero 23 di azionare Zaniolo alle spalle della pressione milanista. Qui la Roma, come nella situazione sopra, ha varie vie per la profondità, il piatto preferito da Abraham che invece si ritrova spesso a battibeccare per palloni sporchi e scomodi, Zaniolo deve rivolgersi da Karsdorp anche per la corretta e simultanea lettura della linea difensiva del Milan. Da qui, comunque, nascerà il miglior pallone concesso ad Abraham, che può andare al tiro, poi respinto dalla muraglia avversaria, dall'altezza del dischetto.

Se alcuni propositi offensivi della Roma potevano giovarne, l'adattamento con la linea a 3, però, non ha migliorato sufficientemente le prime pressioni della Roma oltre a scoprirne la profondità alle spalle dei difensori, quelli, in pratica, che erano i tessuti più labili della squadra di Fonseca.

Nel giro di un quarto d'ora, infatti, servirà il Var per evidenziare l'irregolare partenza di Ibrahimovic, nuovamente davanti a Rui Patricio poco dopo, stavolta con una scelta di azionare il fuorigioco maggiormente concordata. E ancora, la rifiorita solidità difensiva è stata messa in dubbio, tant'è che nel ribaltamento dell'azione raccontata sopra arriva la transizione del Milan che porterà al rigore concesso da Maresca. Retaggi del passato, in ogni senso.

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