Post Match - Il periodo di transizione

24/08/2021 alle 15:49.
pmromafiorentina

LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - "Passaggio da un modo di essere o di vita a un altro, da una condizione o situazione a una nuova e diversa", così la Treccani definisce la transizione. Ed è più o meno quello che sta avvolgendo la Roma dall’arrivo di Mourinho: una vita, una condizione e una situazione nuova e diversa. Il tempo dirà se migliore, intanto certamente diversa. Quella transizione filosofica in cui la guida romanista sta immergendo, quasi battezzandola, la propria truppa si riflette in campo in quelle che invece, propriamente, sono i momenti di passaggio da una fase all’altra del calcio, dall’offensiva alla difensiva e viceversa. Le transizioni, appunto. Anche se c’è chi sostiene che la transizione, positiva o negativa che sia, debba essere inserita proprio tra le fasi teorizzate nella letteratura federale dello sport più seguito in Italia. Aggirato l’intralcio teorico della definizione, sono proprio quei momenti, letali per natura, ad aver tracciato la distanza nel punteggio finale tra Roma e .

E la creatura di Mourinho ha mostrato di abbeverarsi proprio da quelle sorgenti di disordine, negli snodi del gioco, quando il pallone cambia proprietario e sopravvive soltanto chi si rigenera meglio. Ne ha mostrate di tutti i tipi, favorite da una pressione talmente generosa da sopportare alcune imprecisioni, con conseguenti ripartenze una volta brevi, poi più lunghe e addirittura in grado di coprire quasi l’intera lunghezza del campo come nel 3-1.

Lo sviluppo dell’1-0, infatti, viene favorito dalla pressione di Cristante su Vlahovic che porta il 9 viola nelle terre meno conosciute, favorendone l’errore tecnico che scioglie le leve dell’altro 9, quello romanista, subito catapultato verso l’area. La conduzione interna e alcune letture ancora superficiali della difesa viola porteranno Mkhitaryan direttamente alla soglia di Dragowski finalizzando quella che può essere definita una ripartenza breve per la distanza dalla porta da cui è originata.

Altro giro, altra transizione anche per il 2-1 con Mkhitaryan che stavolta si occupa dello scippo, ai danni di Pulgar, e di scappare poi in sella allo scooter sofisticato con cui conduce repentinamente il pallone. Qui gli occhi vengono catturati dall’abilità di Abraham che per poter mangiare la pietanza preferita, la profondità, apparecchia la tavola muovendosi per un tratto in orizzontale così da restare in gioco, almeno al monitor della Var. L’assist successivo, col 3 contro 3 in area, suggella una ripartenza media, scoccata all’altezza della metà campo.

Col caos accresciuto dai minuti finali (79’) e dalla doppia espulsione che aveva trasformato il match in un 10 contro 10, la tacca definitiva della partita arriva al culmine di una ripartenza lunga quasi 90 metri. Dal recupero di Pellegrini nella propria area, alla conduzione fino alla metà campo altrui prima che Shomurodov vada ad infilare il coltello nella piaga difensiva viola, ancora fin troppo sbadata nell’orientarsi esclusivamente sul pallone al punto da finirvi fatalmente astratta senza dar conto all’arrivo dell’alta velocità guidato da Veretout. Ripartenza lunga, lunghissima, che chiude il bignami delle transizioni offensive offerto dalla prima Roma di campionato griffata José Mourinho.

@MirkoBussi

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