LAROMA24.IT (Mirko Bussi) – Appena calato il sipario sul primo quinquennio della gestione americana, Miralem Pjanic si è sbrigato ad infilarsi sotto il tendone per uscire di scena. Saltato l’inchino al pubblico, sparisce anche l’ultimo timido ricordo del manifesto iniziale dell’edizione americana della Roma. Per cinque anni aveva resistito alle centrifughe di calciomercato che ogni estate stravolgevano il cast giallorosso, prima di smaterializzarsi anche lui in plusvalenza. Cinque anni di convivenza sono abbastanza per mescolare i tratti somatici: Pjanic e la Roma avevano finito per assomigliarsi tremendamente. Illusori entrambi.
E proprio come Pjanic, che ha certificato nei numeri le sue abbondanti qualità, anche la Roma nell’ultima stagione ha lavato i rimpianti del girone d’andata facendoli splendere come buoni propositi per il futuro nel ritorno. Ci ha pensato la Juventus a rompere il ripetitivo circolo vizioso di promesse premendo il tasto che ha vestito Pjanic di bianconero e ha rovesciato nelle casse della Roma 32 milioni di euro, fissando il record d'incassi per una cessione romanista.
GOLDEN GENERATION - Finora il punto più alto era stato raggiunto dai 30 milioni con cui il Tottenham aveva rinfrescato le casse romaniste inaridite da un’altra stagione senza Champions League nel 2013. Oltre alla parte fissa, c’erano gli ormai immancabili bonus per un massimo di 5 milioni con cui la Roma avrebbe potuto ulteriormente alzare il guadagno dalla vendita dell’argentino. Grazie a quei premi, finora, sul conto di Trigoria sono maturati altri 3 milioni che portano l’incasso complessivo a 33 milioni, un milione in più rispetto all’assegno firmato da Agnelli per Pjanic.
Quell’estate, la Roma aveva venduto anche Marquinhos, un altro della golden generation, i talenti d’oro venduti a peso d’oro. Il brasiliano finì al PSG per una cifra addirittura superiore a quella incassata, al netto di bonus, per Lamela: 31,4 milioni. Ma il 10% della differenza tra il costo di cessione e d’acquisto (4,5 milioni) andava girato al Corinthians, così da lasciare nelle tasche romaniste meno di 30 milioni. Altra estate, altra uscita milionaria: stavolta è Benatia a far incassare 26 milioni, più 4 di bonus, dal Bayern Monaco.
SVOLTA ITALIANA – Fino a quel momento, tutti gli addii più dolorosi furono parzialmente attutiti dalla lontananza: il più vicino era infatti Marquinhos, finito a Parigi. Poi, un anno fa, Sabatini si prese gioco del Milan rifilandogli in coppia Romagnoli e Bertolacci, due che erano appena stati battezzati con la maglia della Roma, per 45 milioni di euro. Quindi, anche quest’anno, la Roma si ritrovava costretta a prelevare dal bancomat dei propri talenti per rispettare le promesse con l’Uefa ed affrontare lo shopping estivo. Ma stavolta il margine di scelta è praticamente annullato dalla Juventus, che infila Pjanic nel carrello e si presenta alla cassa con 32 milioni di euro. Sipario.