Totti, quando un infortunio dà linfa alla carriera. Dal 2006 aumenta la media realizzativa del Capitano: un gol ogni due partite

07/03/2013 alle 14:43.

LAROMA24.IT - Molte le storie di fenomeni del mondo del calcio che sono stati costretti ad abbandonare anticipatamente la carriera. Gigi Riva nel 1976 subì uno strappo muscolare che si andò ad aggiungere a preesistenti infortuni. Motivo per il quale, a 31 anni, con 156 gol in 289 presenze in A, terminò la sua esperienza da calciatore.

Gigi Riva nel 1976 subì uno strappo muscolare che si andò ad aggiungere a preesistenti infortuni. Motivo per il quale, a 31 anni, con 156 gol in 289 presenze in A, terminò la sua esperienza da calciatore.



Il 16 maggio 1993 Van Basten disputò l’ultima partita della sua carriera, proprio contro la Roma. Dopo 4 interventi alle caviglie, il fenomeno rossonero decise di ritirarsi, da trentenne, dopo aver realizzato 90 reti in 147 partite.

"Dove troveremo un altro come lui?" titolò la Gazzetta dello Sport il giorno dopo la notizia del suo addio al calcio.

Rispondere, a poche ore dal raggiungimento del record detenuto in precedenza da Nordahl, che l’eredità sarebbe stata ancora più ‘salda’ grazie alla carriera di , sembrerebbe scontato.

Il numero 10 della Roma è riuscito, oltre ai tanti primati raggiunti, a smentire quelle storie.

Il 19 febbraio 2006, data del gravissimo infortunio rimediato nello scontro con Vanigli, ci si chiedeva: ”Riuscirà a tornare ai suoi livelli? L’infortunio influenzerà il suo rendimento?”.

La risposta è sì. In meglio.

Senza placche, interventi chirurgici, 4 mesi di fisioterapia, giocando in un ruolo ibrido di collegamento fra le due linee offensive, il capitano aveva messo a segno 155 reti in 422 partite (0.37 per gara) dalla data del suo esordio, 28 marzo 1993.

Il dopo rende l’idea di una maturazione incredibile, frutto di lavoro duro e voglia di portare in alto la Roma: 125 gol su 242 presenze dal 2006 ad oggi. Una media che sale vertiginosamente a quota 0.52 gol per match.

Edmond Potoniè affermava che “la statistica è la scienza ragionata dei fatti”, e qui i fatti parlano di un cambio di marcia considerevole.

Le uniche differenze 'negative' sono da riscontrare nel dato relativo alla realizzazione su calcio di rigore. Nei 15 anni precedenti (dal '93, anno del suo esordio, a Roma-Empoli di 7 anni fa), in 43 occasioni si è trovato sul dischetto, realizzandone 35 (81,4%). Dopo quel giorno nefasto, aumentando il numero dei tiri dagli undici metri (51), è cresciuta la possibilità di sbagliare: 38 i realizzati, 74.5% la percentuale realizzativa, con un calo del 6.9%.

Che sia stato l’infortunio ad incidere? Visto il rendimento globale risulta difficile trovare una connessione tra i due fattori. “La forza è nei numeri”, l’omaggio del sito della Uefa dopo il gol numero 225 in serie A. E la forza di è andata oltre un infortunio orribile, uno di quelli che ‘stroncò’ la carriera di calciatori, comunque, ricordati nella e dalla storia.

Che quella frattura gli abbia conferito linfa vitale? Chissà. Chissà se in quantità necessaria da raggiungere Piola…





Matteo Monti (dati di Marco 'Sindaco' Schiacca)

 

TOTTI A CONFRONTO: LA MEDIA REALIZZATIVA DEL CAPITANO PRIMA E DOPO L'INFORTUNIO DEL 2006

Prima (28 mar 93 – 19 feb 06)

Gol 155

Presenze 422

Media gol 0,37

Rigori tirati 43

Rigori segnati 35

% realizzazioni dal dischetto 81,4%

Rigori sbagliati 8

% errore dal dischetto 18,6%



Dopo  (19 feb 06 – 03 mar 13)



Gol 125

Presenze 242

Media gol 0,52

Rigori tirati     51

Rigori segnati 38

% realizzazioni dal dischetto 74,5% (-6,9%)

Rigori sbagliati 13

% errore dal dischetto 25,5%