LAROMA24.IT Alla centesima panchina giallorossa, Zeman si è ritrovato nel mezzo di una partita vuota, speculativa, conclusa tra rilanci e palloni trattenuti nei pressi della bandierina con lunico scopo di velocizzare i giri di lancette.
Se non altro, quella sorta distinto di sopravvivenza da cui la Roma è stata assalita dopo il gol iniziale, riporta luniverso giallorosso entro confini terrestri, scansando precetti teorici per lansia di metter punti dentro una classifica che la vede ancora fuori dagli imbarchi europei.
Ma non cè solo caso e maleodorante difensivismo nella seconda gara consecutiva, terza in stagione, senza subire reti: dal derby a questa parte, infatti, lundici romanista è decisamente più compatto. Il picco si è raggiunto proprio nella stracittadina, quando nel primo tempo tra la linea difensiva e lattacco passavano 39,1 metri, record finora, mentre col Torino, dove i pericoli sono stati comunque ridotti, nei secondi 45 i giallorossi si concentravano in 41,6 metri di campo, la stessa distanza mantenuta nel primo tempo col Pescara, dove nel dato, tuttavia, incide anche la densità degli abruzzesi, stretti in appena 34,6 metri nel primo tempo.
Non è dunque solo merito della casualità (e dei modesti attacchi di Torino e Pescara...) se Goicoechea ha riportato a casa i guanti immacolati, piuttosto la difesa romanista, protetta da un Bradley più statico e di conseguenza meno colto fuori posizione, appare più decisa ad «alzarsi», accorciando la squadra (4 i fuorigioco degli avversari nellultima gara) e soffocando chiunque provi ad inserirsi tra la seconda e terza linea, piuttosto che indietreggiare, regalando spazi in profondità agli attaccanti. Con il dovuto rispetto per Trapattoni.
Mirko Bussi