Clicky

Totti one man show: la contagiosa ironia del Capitano in conferenza stampa

13/10/2011 alle 21:30.

LAROMA24.IT - Dovrebbe parlare più spesso, Francesco Totti. Non solo perché, ogni volta, dimostra che l’eleganza, il carisma e la passione con cui scende in campo lo accompagnano anche nella vita. Ma perché, ogni volta, ricorda a tutti quanto davvero meriti di essere considerato uno dei simboli di Roma e della romanità, portandosi dietro quell’eco di risate che

Ha parlato di sé, del suo futuro con la maglia che ha cucito addosso da quando è nato e della nuova avventura che la Roma ha cominciato ad intraprendere. Novantadue giorni dopo, l’amaro sarcasmo di un dubbioso, che non aveva ancora ben chiaro il progetto degli americani (“Io mica li ho visti”), è tornato ad essere quell’ironia positiva e contagiosa, tipica del . Oggi è fiducioso e sereno, nonostante l’infortunio e le critiche – velate o meno – che l’hanno ferito, ma non abbattuto.

 

IL COLLOQUIO IN INGLESE - Questa nuova Roma, che poco tempo fa sembrava tanto meravigliosa quanto utopistica, ora lo intriga: “Con DiBenedetto ci ho parlato. Abbiamo avuto un breve colloquio. L’unico problema è che lui parlava in italiano e io in inglese… ma alla fine se semo capiti. Però lui vuole vincere. Con me? Spero, se non mi caccia…“.

L’ARIA DEL NORD - Francesco ha deciso – quando non lo ricorda nemmeno lui – di dedicare la sua intera vita alla Roma, e non solo nel calcio giocato: “Nel contratto sono previsti anche 5 anni da dirigente, poi se me mettono alla guardiola o da qualche altra parte non lo so”, ma di certo i colori giallorossi non li lascerà mai: “So vent’anni che sto qua, mo perché me ne devo andà? Poi tutto è possibile… quando non servi te danno un calcio e sai 'ndo te mandano?!”. Ma per il momento non vuole pensarci, perché è ancora il campo il luogo in cui si sente a casa: “Io voglio giocare fino a 40 anni, non so perché campioni come Ibra e Cassano vogliono smettere, sarà l’aria del nord!”.

L’ALLENAMENTO DI LUIS ENRIQUE - Su Luis Enrique non ha dubbi, “è un allenatore che può fare davvero bene in questa à, pensa più a far giocare la squadra facendo un gol in più degli altri", ma una piccola critica se la lascia scappare: “Due ore e mezzo di allenamento non se ponno fa, so’ troppe oh..”.

REJA, L’UOMO DERBY - Immancabili, poi, i riferimenti al derby, "una gara speciale" per un tifoso come lui, in cui il suo ruolo, stavolta, sarà quello di un semplice spettatore casalingo: “In mezzo al cerchio stavolta non ci posso stare, sicuramente la vedrò da casa anche perché è Lazio-Roma, mi dovessero menare…”. I pronostici sono impossibili da fare, ma la scaramanzia non manca: “L’uomo derby? E’ Reja… è un portafortuna!”.

OLYMPIA E I GABBIANI - Battuta finale anche sul coreografico volo di Olympia, che probabilmente non volerà domenica sera: “Cosa ne penso?”. Qualche secondo di silenzio. “Non ti posso risponde che sennò m’arrestano. No, una coreografia… bella… se dovesse volare, ma non volerà, penso. Andasse al mare a fasse un giro, tanto là i gabbiani, le cose… so tutti uguali”.

 

Dopo aver svelato il piccolo mistero legato alla frase d’incoraggiamento che grida al centro del cerchio con tutti i compagni prima di ogni partita (“E’ un urlo alla Roma, semplice e un po’ banale”), Francesco saluta tutti con una promessa: “Se vedemo startr’anno eh…”. Anche se c’è chi spera di non dover aspettare così tanto per ridere ancora insieme al .

 Valentina Vercillo