In attesa del To-To-Vu, la storia del tridente pesante schierato 152 volte: l'ultima 5 anni fa

02/04/2010 alle 13:40.

L’attesa per l’attacco atomico Totti-Toni-Vucinic per la prossima partita a Bari è pressante. LAROMA24.IT dà il via ad una ricerca sulla formula con il 'tridente pesante' in casa Roma. Tralasciando i sistemi tattici più 'antichi', la formula con il cosiddetto 'tridente' nel calcio moderno la possiamo far risalire al Napoli di Maradona che con Andrea Carnevale e Bruno Giordano a metà degli anni '80' costituivano il famoso MA-GI-CA... Ripercorrendo tutte le gare della Roma con il tridente puro schierato dal 1' (quindi dalla stagione 1994/1995 con Mazzone in panchina), abbiamo contato 152 partite di campionato sulle 378 totali.

Bari-Roma sembra essere l’occasione giusta per una serie di circostanze. La predisposizione offensiva decisa dal Mister nelle ultime giornate, il recupero del e l’assenza per di Jeremy Menez sono i fattori che concorrono per il ritorno del tridente pesante. Un terzetto di attaccanti puri insieme in campionato dal primo minuto che non si vede nella Capitale dalla stagione 2004/05.

Mai per tutta la gestione Spalletti (complice anche un modulo ad unica punta che ha portato ottimi risultati) i giallorossi avevano messo in campo dall’inizio tre punte.

LAROMA24.IT dà il via ad una ricerca sulla formula con il 'tridente pesante' in casa Roma. Tralasciando i sistemi tattici più 'antichi', la formula con il cosiddetto 'tridente' nel calcio moderno la possiamo far risalire al di Maradona che con Andrea Carnevale e Bruno Giordano a metà degli anni '80' costituivano il famoso MA-GI-CA.

Nella Roma di Liedohlm, così come in quella di Eriksson, non ci sono episodi in cui viene schierato il tridente puro e pesante. Con tutte le differenze del caso, sono comunque due tecnici che hanno prediletto il gioco con fraseggio e inserimenti dei centrocampisti, anche perchè nella zona nevralgica del campo hanno militato giocatori di spessore assoluto: da Falcao a Cerezo, da a Giannini, da Boniek a Prohaska.

Con Sacchi e con Zeman le cose cambiano. Anche gli allenatori più conservatori di tanto in tanto provano lo schema con tre punte. E' il caso di Carletto Mazzone che in giallorosso segna un evoluzione rispetto ai predecessori Bianchi e Radice.

Ripercorrendo tutte le gare della Roma con il tridente puro schierato dal 1' (quindi dalla stagione 1994/1995 con Mazzone in panchina), abbiamo contato 152 partite di campionato sulle 378 totali. Se analizziamo tutti i risultati ottenuti con questo schieramento vediamo che le vittorie sono 71 su 173 totali, quindi un 46,71% rispetto al 45,76% senza tridente. La percentuale delle sconfitte con tre attaccanti (39), è anch'essa superiore di poco, un 25,65% a confronto del 23,54%. Il segno 'X' con il tridente è avvenuto nel 27,63% dei casi (42 pareggi), mentre con un sistema meno offensivo è risultato il 30,68% delle volte. 

In sostanza, il tridente nella storia giallorossa non ha aumentato le chances di vittoria. Anzi ad aumentare sono le sconfitte (un 2% in più),  non tanto a discapito delle vittorie,  ma dei pareggi (- 3% con il trio di peso davanti).

 

Il 'Tridente' maggiormente schierato dal 94/95 al 04/05:

1- , Delvecchio, Paulo Sergio - 28 volte

2- , Cassano, Montella - 24 volte

3- , Delvecchio, Montella - 19 volte

 

Nel dettaglio i vari periodi:

MAZZONE - Sebbene il gioco del Sor Carletto non sia mai stato associato ad un calcio spettacolare e propositivo, alle accuse di difensivismo il tecnico ha più volte replicato: “Non è vero, ho spesso giocato con le tre punte, anche alla Roma facevo il gioco con tre attaccanti e Giannini dietro”. In realtà analizzando le formazioni del Mister si nota la costante di due punte fisse con un terzo giocatore dalle spiccate qualità offensive, come Cappioli o Moriero, ma che non puo’ considerarsi attaccante puro.

Nel primo anno, 1993/94, il tridente non va mai in scena, mentre l’anno seguente, 1994/95, troviamo in due occasioni (a Cremona e a Parma) dal primo minuto il trio -Balbo-Fonseca.

Un attacco che ricorre anche nel campionato successivo. -Balbo-Fonseca sono la bocca di fuoco giallorossa in quattro casi, nelle gare casalinghe con Bari, Padova e e nella trasferta di Cagliari: risultato sempre a segno. Mazzone sperimenta anche nuove alchimie davanti, vengono impiegati dal primo minuto -Balbo-Branca (2 volte) e -Delvecchio-Fonseca (1), ma in quella stagione, 1995/96, è il trio -Balbo-Delvecchio che ricorre di più, in 6 circostanze.

 

BIANCHI e seguenti - Quest'ultima è la formula più utilizzata in 4 occasioni anche nel travagliato campionato 1996/97. Il cattivo andamento della squadra, i cambi sulla panchina, la paura della retrocessione fanno sì che si torni ad uno schieramento meno spregiudicato, il tridente viene riproposto quell’anno solo in un’altra circostanza nella variante con Fonseca al posto dell’allora “.

 

FILOSOFIA ZEMANIANA – Nel biennio con Zeman a Trigoria il tridente diventa norma. Il è il credo del boemo, la Roma quando viene avanti dà spettacolo. Nel 1997/98 il trio più riproposto è quello con -Balbo-Paulo Sergio che gioca metà campionato. Nei restanti 17 incontri si alternano in primis -DelVecchio-P. Sergio che giocano 7 gare, a seguire -Balbo-Gautieri (5), Balbo-DelVecchio-P.Sergio (2), Balbo-P. Sergio-Gautieri (2) e infine -Balbo-Delvecchio (1).

Il 1998/99 vede titolari -DelVecchio-P.Sergio, 20 partite in Serie A per loro. Altri sei terzetti si avvicendano, spiccano (si fa per dire) anche le presenze di meteore come Fabio Junior e Bartelt. Ecco tutti gli accoppiamenti che seguono: -DelVecchio-Gautieri ( 5 volte), P.Sergio-DelVecchio-Gautieri (4), - P.Sergio-Fabio Junior (2), -Delvecchio-Fabio Junior (1), -Gautieri-Fabio Junior (1), -Bartelt-P.Sergio (1).

 

CAPELLO – Negli anni di Capello a Roma un giocatore diventa determinante: Marco DelVecchio. Nella Roma che vede l’arrivo di grandi attaccanti come Batistuta e Montella, il numero 24 giallorosso registra l'evoluzione del suo ruolo. Nella prima stagione del tecnico di Pieris nella capitale DelVecchio è utilizzato come punta, negli anni seguenti si trasforma in laterale di centrocampo, non più considerato punta dalla nostra analisi. Sotto la gestione Capello, infatti, il tridente ricorre quasi sempre nella stagione 1999/2000.

-Montella-DelVecchio è l’attacco che dà più garanzie, schierato in campo in 19 casi . Anche per mancanza di alternative, dal momento che gli altri schieramenti vedono il trio con Fabio Junior e Poggi al posto di DelVecchio (1 volta ciauscuno), e sempre in una circostanza Poggi in sostituzione di Montella.

Nelle stagioni che seguono il tridente è più eccezione che regola. Nell’anno dello scudetto, nonostante tutti invochino l’attacco -Batistuta-Montella, questo schieramento dal primo minuto si verifica solo in quattro occasioni: nelle vittorie casalinghe contro Verona e Atalanta, poi (corsi e ricorsi storici) nella trasferta di Bari e infine nella sfida-tricolore contro il Parma all’ultima giornata ( a segno tutte e tre le punte di diamante).

Nel 2001/02 il trio gioca appena due match: a Verona e all’Olimpico contro la . La stagione successiva sono tre le partite col tridente ma solo in un’occasione ritroviamo per l’ultima volta -Batistuta-Montella ed è il deludente 1-2 casalingo con il Modena. Nelle altre due circostanze fa la sua comparsa Antonio Cassano. Il talentino barese col tecnico di Pieris gioca spesso e volentieri da atipica prima punta con licenza di mouoversi. Rimane fisso il , a comporre il tridente insieme ai due compagni-amici è Batistuta nel 3-0 sulla Reggina e Montella nel 4-1 sull’Udinese.

Il tridente si ripete con frequenza nell’ultimo anno di Capello, il 2003/04. Due sono le formule utilizzate: la già citata -Cassano-Montella e -Cassano-Carew. Le partite con l’areoplanino sono 6, quelle col norvegese 8.

 

ANNUS HORRIBILIS 04/05. E’ l’ultima stagione col tridente puro in campo. All’inizio è una precisa scelta tattica, poi si trasforma in un modo per provare a segnare incapaci di costruire il gioco. Prandelli, Voeller, Del Neri, Conti si alternano sulla panchina romanista, -Cassano-Montella è il leitmotiv ricorrente: 18 turni su 19 giocati con le tre punte.

L’ultima gara col tridente, l’ultima di quell’anno è il pareggio a reti bianche col Chievo. Ad Accompagnare e Montella c’è il giovane Corvia, sarà quello l’ultimo tridente pesante in casa Roma.

 

In attesa che da sabato si torni a scrivere la storia, sempre in attesa del To-To-Vu.

 

 

Andrea Palazzo/Filippo Limoncelli