Totti di rigore, secondo assoluto in Serie A e a quota 57 in tutte le competizioni: ecco lo studio de LAROMA24.IT

04/12/2009 alle 10:07.

LAROMA24.IT - “Pare facile. Che ci vuole, sono solo undici metri, uno mette la palla lì e tira, la porta è così grande. Ma non è per niente così... Sarà una fissa mia, ma i portieri mi sembrano tutti enormi quando sto lì e li guardo... Non c’è un modo migliore di un altro, dipende da come uno si sente, ci sono però delle regole non scritte: non cambiare mai idea all’ultimo momento, mai mettersi a discutere con un avversario prima del tiro, non guardare negli occhi il portiere, respirare un attimo prima di calciare”. (da Francesco Totti, “Mo je faccio er cucchiaio”) Impazzano studi e statistiche sui gol segnati da Francesco Totti. Ormai sappiamo praticamente tutto. Quanti ne ha segnati, a chi, quando. E anche come.

Impazzano studi e statistiche sui gol segnati da . Ormai sappiamo praticamente tutto. Quanti ne ha segnati, a chi, quando. E anche come. E proprio tra le varie modalità di piazzare la sfera in fondo al sacco, ce n’è una in cui il capitano giallorosso è da considerarsi uno specialista: i tiri dal dischetto. Con il penalty ormai esiste un rapporto che si è consolidato nel corso degli anni e che lo ha portato, oggi, ad essere incluso tra i migliori rigoristi al mondo.

LAROMA24.IT è andata a fondo alla questione analizzando tutta la carriera di in tutte le competizioni e ha scoperto che quello di 15 giorni fa contro il Bari non è stato soltanto il penalty che ha aperto le porte alla sua seconda tripletta in carriera nella massima serie. Per il numero dieci si è trattato del 46esimo rigore trasformato in Serie A, un dato che lo colloca al secondo posto solitario nella classifica dei migliori rigoristi della storia del campionato. Dietro alle spalle del quasi inarrivabile Baggio, con ben 68 centri, balza, come detto, a quota 46 superando così Savoldi (45). Un gradino sotto al podio, tra i calciatori in attività che potrebbero impensierire Francesco c’è l’amico/rivale Del Piero, fermo al totale di 44.

Le realizzazioni di in campionato risultano pari al 79% dei tiri complessivi, che ammontano a 58. In pratica, Francesco risulta infallibile quattro volte su cinque dagli undici metri.

Una storia che parte da un Piacenza-Roma del 10 maggio 1998, botta potente ed angolata alla destra di Sereni e arriva, per il momento, a Gillet. Passando per Buffon, Toldo, Peruzzi, tutte eccellenti vittime del .

Tra i pochi sbagli balza agli occhi la traversa in Supercoppa 2008 contro l’Inter. Sembrava tutto scritto, Francesco l’ultimo a battere avrebbe consegnato il trofeo alla Roma e una dedica speciale a Franco Sensi, scomparso da poco. Non andò così e fula squadra di Mourinho a trionfare.

In l’unico tradimento dal dischetto risale all’edizione 2006-2007, quando il capitano si fece ipnotizzare da Nikopolidis in un Roma-Olympiacos ( facendosi perdonare andando comunque a segno nell’ 1 a 1 finale).

Il cucchiaio, passato come prerogativa di , fu ereditato da un altro giallorosso:
Rudi Voeller. Posata indigesta a volte. Qualcuno ricorderà una Roma-Lecce, 2004/2005, quando Sicignano non abboccò, rimase fermo al centro della porta e parò agevolmente.



Ai rigori calciati in campionato si aggiungono quelli tirati da in carriera, incluse coppe e Nazionale.
Dopo la realizzazione dagli undici metri di ieri contro il Basilea, che ha permesso alla Roma di pervenire momentaneamente al pari, arriviamo a quota 73 rigori calciati con 57 trasformazioni, per un media del 78%, prossima a quella riscontrata in A.

Un rendimento da “cecchino degli undici metri”, nonostante il terribile score dell’anno 2006/07, quello della Scarpa d’oro per intendersi. Reduce dal Mondiale vinto, con un inizio di stagione in condizioni precarie, fallì sette rigori, oltre la metà degli errori totali consumati in quel breve arco temporale.



In azzurro
il suo nome ha un legame inscindibile col dischetto. Sono ancora negli occhi di tutti i momenti contro l’ Olanda nella semifinale dell’Europeo 2000 e contro l’Australia negli ottavi del Mondiale 2006. Un’ irriverente cucchiaio nei confronti di Van der Sar e di uno stadio intero nella prima occasione; esempio di freddezza, controllo e precisione il secondo. Da un estremo all’altro, dalla sicurezza di stupire alla sicurezza di fare centro.



Andrea Palazzo