LA SPAMPA - Che cosa fermerà l´egemonia del calcio inglese, che da anni monopolizza le semifinali di Champions League? I soldi di Florentino Perez che rastrella campioni per il suo Real Madrid, of course. E le tasse, anzi la tassa varata dal ministro del Tesoro del governo laburista di Gordon Brown, Alistair Darling. Il dibattito si è scatenato tra i columnist, all´alba della nuova stagione e al crepuscolo del mercato più dimesso dell´ultimo decennio. E la conclusione di chi antepone le questioni tecniche all´evasione fiscale è allarmistica. Quando, da gennaio, entrerà in vigore la tassazione del 50 per cento sugli stipendi superiori alle 150 mila sterline l´anno - cioè su quelli dei principali campioni della Premier League - diventerà impossibile attrarre i fuoriclasse stranieri. La parola crisi si insinua, per la prima volta dopo tanto tempo, in quel formidabile registratore di cassa che è il calcio d´Inghilterra.
L´imminente provvedimento può comunque spiegarla solo in parte. La realtà è che la recessione mondiale ha colpito anche il patrimonio dei magnati americani proprietari di Manchester United e Liverpool e perfino quelli del russo Abramovich, che non si è più dato alle follie per il Chlesea. Fa eccezione l´arabo Mansour, demiurgo del Manchester City più faraonico della storia. Dopo avere offerto invano 105 milioni per Kakà, si è "accontentato" di aggiungere a Robinho Tevez e Adebayor, sottratti ai cugini dello United e all´Arsenal.
Ma i trasferimenti più importanti da un paese all´altro - Cristiano Ronaldo, Kakà e Xabi Alonso al Real Madrid, Ibrahimovic al Barcellona, Eto´o all´Inter - hanno visto protagonisti i club inglesi solo in uscita. La Premier League ha importato tre potenziali campioni: Aquilani (Liverpool), il difensore olandese belga Vermaelen (Arsenal) e il russo Zhirkov (Chelsea).
L´eternamente incompiuto Arsenal dei giovani di Wenger e soprattutto il Manchester United e il Liverpool si sono indeboliti e adesso il sarcasmo dei tabloid viene impietosamente sparso sugli incolpevoli italiani Aquilani e Macheda, acerbo protagonista di un paio di eccellenti partite nel finale della scorsa stagione: «Non ci vorranno fare credere che il vecchio Owen o addirittura il giovane Macheda siano i sostituti di Ronaldo. E che Aquilani sia la stessa cosa di Alonso: forse chiudendo gli occhi».
Si fa luce anche sul doping: a un´inchiesta della Bbc, nel 2005, l´8% dei calciatori della Premier ammise in forma anonima di sospettare l´uso di sostanze illecite da parte dei colleghi e adesso, per un´ora al giorno per 365 giorni, i giocatori devono dare la loro reperibilità all´antidoping.
Eppure l´erba del vicino resta molto più verde, non soltanto perché il prato di Wembley e i suoi succedanei non hanno bisogno di rizollature. Per godibilità del gioco, ritmo, stadi, pubblico e business la Premier League sovrasta la serie A: gli 86mila spettatori di ieri alla Community Shield facevano pensare a Inter e Lazio, costrette a trasvolare a Pechino per incassare soldi dall´omologa Supercoppa nazionale.
Il boom riguarda la Championship - la serie B inglese - che ha indotto la Bbc a interrompere l´egemonia di Sky, trasmettendo sabato la diretta di West Bromwich-Newcastle: non succedeva dall ´87. Sky e Bbc garantiscono alla Football League - la Championship e la terza e la quarta divisione (le nostre vecchie C1 e C2) - 264 milioni di sterline per 5 anni.
La Championship sta diventando il prodotto tv calcistico più venduto, dopo Premier, Liga spagnola e Bundesliga e davanti alla serie A. Deve essere per questo che Elton John sta pensando per l´ennesima volta di tornare presidente del suo Watford. Lo vuole riportare subito in Premier.