
LAROMA24.IT - Le operazioni finanziarie portate a termine negli ultimi giorni dalla società di costruttori romani facente capo a Pierluigi Toti, il cui nome è più volte stato citato tra i possibili acquirenti del club giallorosso, ha indotto taluno a pensare (e a sperare) che qualcosa bollisse in pentola. E di pochi giorni fa la notizia della cessione della Galleria Colonna a Roma (conosciuta anche come Galleria Alberto Sordi) da parte della famiglia Toti all'Enasarco.
La cassa di previdenza avrebbe pagato 180 milioni. Qualche giorno dopo, Toti ha concluso laccordo per la cessione della partecipazione nella società Sansedoni: una trattativa andata avanti mesi e che avrebbe portato nelle casse dei romani 80 milioni di euro in cambio del 26% della società. Di ieri, infine, la notizia delladdio al gruppo Unicredit. Dopo anni di presenza, limprenditore esce dallistituto di Profumo, vendendo il pacchetto pari allo 0,35% del capitale. Una mossa, quella della Toti Invest, piuttosto pesante se si considera che i titoli sono stati venduti a prezzi ben lontani dai valori di carico (5,99 euro). La vendita ha infatti generato una minusvalenza di ben 205 milioni: 143 milioni incassati contro i 348 sborsati a suo tempo per lingresso nel capitale della banca.
Oltre 400 milioni entrati nelle casse della famiglia in pochi giorni: la cifra ideale, avrà pensato qualcuno, per saldare la Sensi, avviare il progetto stadio e rinforzare la Magica. Ma a quanto pare, grazie a queste operazioni i Toti sono semplicemente riusciti a rimborsare anticipatamente il prestito concesso un anno fa da Banca Leonardo con scadenza 30 aprile 2009, prestito giunto in sostituzione di una precedente esposizione di Morgan Stanley (227,9 milioni). Le cessioni farebbero dunque parte del piano di ristrutturazione del debito che il gruppo immobiliare sta mettendo a punto con le banche, nulla di più. Il tutto, confermato da fonti vicinissime alla famiglia Toti che, in un breve colloquio privato avvenuto con noi nella serata di ieri, hanno ribadito che la famiglia romana già proprietaria della Virtus Roma di basket, non è minimamente interessata nè ad acquistare un pacchetto di maggioranza della A.S. Roma, nè ad entrare in una cordata interessata allacquisizione delle quote di maggioranza. Si smontano cosi, almeno in parte, anche le voci che li volevano in una cordata di imprenditori romani pronti a subentrare a Fioranelli in caso di ormai prossimo mancato accordo per la cessione della A.S. Roma.
Queste le indiscrezioni raccolte dall'entourage del gruppo Toti in merito all'ennesima voce che avrebbe voluto il gruppo facente capo a Pierluigi toti interessato ad entrare nell'AS Roma.
Mi conferma che la famiglia Toti sarebbe in procinto di entrare in una cordata pronta a rilevare le quote della A.S. Roma?
Smentisco assolutamente. I Toti quando fanno qualcosa, la fanno solo se il timone lo possono avere loro. Altrimenti non lo fanno. E una cordata formata da loro e da altri imprenditori, vorrebbe dire che il comando assoluto sarebbe condiviso. Non è da Toti. Loro devono avere il controllo assoluto, altrimenti lasciano perdere.
Ma la famiglia Toti avrebbe le potenzialità economiche per gestire da sola la A.S. Roma?
Assolutamente no. La Roma prevede investimenti concreti e pesanti. Non ti puoi presentare con giocatori di secondo livello o scarsi. Oltretutto, il pubblico di Roma è passionale. Se fai una Roma ai livelli di quella di Ciarrapico, qua ti vengono a contestare sotto casa.
E questo il motivo per cui limitano il loro raggio dazione al basket?
In parte. Con la Virtus, ad esempio, hanno limitato il budget per questa stagione. E non vogliono spendere soldi loro. Si sono un pò distaccati quando hanno visto che durante i play off di questanno sugli spalti erano presenti solo 3000 persone.
Scusi se la interrompo: ma se non vogliono spendere soldi loro nella Virtus, ma limitarsi a fare campagna acquisti solo con gli introiti, come pensano solo lontanamente di avvicinare il loro nome alla Roma? In passato è successo.
In passato forse lidea di una cordata li ha sfiorati. Ma ora posso assicurarti che non lo faranno. Non ci pensano nemmeno. Vogliono stare tranquilli e pensare ai loro affari.
Non sarebbero nemeno spinti dalla possibilità di una costruzione dello stadio?
Nemmeno da quello. Il business che gira intorno alla costruzione dello stadio è talmente ampio, che alla fine ci sarà posto per tutti. Anche per chi non farà direttamente parte della proprietà della Roma.
Per tornare al discorso di prima: i Toti non investono al massimo delle loro potenzialità, perché non hanno ritorno economico forte. Ma loro sanno che il ritorno economico si ha solo spendendo tanto? Se loro acquistassero la Roma e usassero le loro risorse presentandosi con 3 o 4 top player, avrebbero lOlimpico sempre pieno e rientrerebbero delle spese dopo pochissimo tempo. In pratica se vieni a Roma e spendi tanto, se fai una grandissima squadra, poi vieni ripagato da incassi altissimi derivati da biglietti, merchandising e derivati.
Questo è vero. Ma attualmente è un rischio. Il problema maggiore è il valore che la famiglia Sensi e le banche attribuiscono alla Roma, ben superiore a quello che, attualmente, chiunque a Roma sarebbe disposto ad offrire. Ora la saluto. Devo scappare. Arrivederci.
FABRIZIO ROSSI, LAURA MELI e STEFANIA AMATO