SIMULATORI e CASCATORI: capiamoci qualcosa (VIDEO)

09/02/2009 alle 12:22.

LAROMA24.IT - In tutti gli sport di squadra è stata notata la sempre più frequente tendenza di atleti che reagiscono in modo teatrale esagerando quindi gli effetti di minimi contatti oppure, in assenza di contatto da parte di un avversario, si lasciano cadere per simulare un fallo. Lo scopo è quello di procurarsi un vantaggio scorretto: 1. inducendo gli Arbitri a punire un fallo ingiustificato (perché sanzionato ingiustamente ai danni di un avversario) 2. generando, di conseguenza, un’atmosfera ostile da parte degli avversari e degli spettatori nei confronti degli stessi Arbitri. Stagione 2008-2009: riunione tecnica Nel calcio, la simulazione è un atteggiamento da considerare assolutamente antisportivo perché mette in difficoltà il regolare svolgimento della gara.

Lo scopo è quello di procurarsi un vantaggio scorretto: 1. inducendo gli Arbitri a punire un fallo ingiustificato (perché sanzionato ingiustamente ai danni di un avversario) 2. generando, di conseguenza, un’atmosfera ostile da parte degli avversari e degli spettatori nei confronti degli stessi Arbitri. Stagione 2008-2009: riunione tecnica

Nel calcio, la simulazione è un atteggiamento da considerare assolutamente antisportivo perché mette in difficoltà il regolare svolgimento della gara. Tale atteggiamento riguarda sia il calciatore difendente che l’attaccante, sebbene con caratteristiche differenti

Per rilevare la differenza tra fallo e simulazione, l’Arbitro dovrà analizzare le differenze esistenti tra: 1. cadere, che potrebbe essere accidentale (contatto fortuito o perdita di equilibrio; 2. lasciarsi cadere in modo più o meno esagerato (cioè nulla a che vedere con la tecnica di gioco); 3. esagerare in maniera teatrale gli effetti di un semplice contatto ininfluente.

La simulazione rientra nell’ambito della Regola 12 (“Falli e scorrettezze”) articolata in due parti. La regola recita che “un calciatore deve essere ammonito, mostrandogli il quando è colpevole di un comportamento antisportivo”. Nella Regola non c’è accenno alla obbligatorietà della sanzione tecnica (punizione indiretta) da adottare e non occorre interrompere il gioco per punire una simulazione: si può anche scegliere di far proseguire il gioco sino alla prima interruzione utile (ma deve essere un vantaggio molto evidente) per poi sanzionare disciplinarmente il simulatore.


La piaga è sicuramente di matrice più latina che anglosassone (anche se le eccezioni non mancano). In Italia ci si è iniziati a muovere in maniera redditizia intorno al 1999. A Roma ci fu un acceso incontro fra mondo arbitrale, allenatori, dirigenti, capitani e portieri per chiarire le regole più controverse, tra cui le sanzioni per i “cascatori”.

Queste le voci dei protagonisti del mondo del calcio in Italia di 10 anni fa: Campana (presidente sindacato calciatori): "La lealtà e' la base di tutto; se i giocatori non capiscono che nonostante il calcio sia ipermiliardario, non si può prescindere da essa, continueremo ad avere in campo chi simula". Fascetti (Bari): "Sarebbe giusto equiparare la simulazione al fallo da dietro e punire anch' essa con il ". Marocchi (): "Non sono d' accordo con l' inasprimento per i simulatori, perché la linea di confine fra simulazione vera e scontro di gioco e' molto sottile". Capello (Roma): "Bisogna creare una commissione che punisca il giocatore - simulatore, nel caso in cui l' arbitro non si accorga della simulazione in campo". Braschi (arbitro): "Allenatori, perché non lasciate fuori squadra chi tra i vostri giocatori simula?".


In realtà fece ancora di più (ovviamente in Inghilterra), di quanto richiesto dall’ex arbitro Braschi, il Torquay United . Se un giocatore del Torquay avesse simultoa (con la verifica della prova tv) viene rimproverato la prima volta, messo in guardia la seconda e licenziato in tronco alla terza.Non male come “tolleranza zero”.

E’ di poche settimane fa, il responso della riunione annuale dell’Aia, in cui il presidente dell’AIA Cesare Gussoni e il designatore CAN A e B Pierluigi Collina hanno registrato una netta diminuzione degli interventi arbitrali per simulazione e interventi fallosi.

“Rispetto alla scorsa stagione, quest'anno sono diminuite la media degli interventi arbitrali e le ammonizioni per simulazione, altro grande dato positivo. Ci troviamo dinanzi una situazione notevolmente migliorata rispetto a quella che ho ereditato 25 mesi fa – ha sottolineato Gussoni nel corso della conferenza stampa conclusiva.

 Francamente non crediamo che possa essere accomunato alla categoria dei simulatori. La sua storia calcistica lo insegna: è uno dei giocatori che ha subito più falli in serie A.