Post Match - La ripartenza

27/09/2021 alle 14:29.
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LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Quella ripartenza, necessaria oggi, che è stata l'arma distruttiva di ieri. La Lazio si è presa l'inizio del derby riuscendo a trarne, oltre al vantaggio iniziale nel punteggio, un altro, indiretto, che se possibile ancor più letale: stracciare il piano più prevedibile della gara. Se infatti le preferenze di Sarri e Mourinho sono talmente note da lasciar immaginare una partita con la palla tra i piedi laziali e i romanisti a testare i meccanismi di transizione negativa altrui, l'equilibrio rotto dopo appena 10 minuti ne ha stravolto inevitabilmente la trama.

Ribaltando i compiti, la Lazio si è seduta più spesso e, per via del pedigree passato, anche volentieri, a ridosso della propria area, obbligando la Roma a mostrare i progressi ottenuti sull'argomento "attacco posizionale", ripetuto con Fonseca, meno centrale, di certo, nel teorema calcistico di Mourinho.

In una di queste, con 9 giocatori avversari schierati sotto la linea del pallone e la Roma aperta per le posizioni simmetriche o giù di lì, in ampiezza, di Karsdorp e Viña, oltre a 3 giocatori in area di rigore, Cristante azzarda un pallone teso a chiamare Zaniolo nel duello con Hysaj. Il contatto, sul quale qui saltiamo la fase di commento perché concentrati su altro, che fa perdere la contesa al romanista apre la ripartenza laziale. Comunque gestibile considerando che Veretout si occupa di marcare preventivamente Immobile, oltre alla presenza più arretrata di Mancini e Ibanez.

La marcatura di Veretout, però, con la distrazione del pallone giocabile per gli avversari, si allenta fino a perdersi e venir consegnata a Mancini. Nel 2v1 a favore della Roma in campo aperto, il difensore avrebbe il compito di tentare di rallentare la progressione di Immobile, con Ibanez a garantirgli la necessaria copertura. Il brasiliano, invece, si lascia attrarre sempre più dal pallone, offrendo così la possibilità a Pedro di calciare da circa 20 metri con lo specchio della porta interamente a disposizione.

Se le macchie individuali, vista l'ampia superiorità numerica, sommergono quelle prettamente collettive nel 2-0, il 3-1 ribalta il punto di vista dei problemi nella gestione delle ripartenze avversarie. Anche perché contraddice il gesto con cui Mourinho aveva esultato al 2-1 di Ibanez, cercando di spargere calma nell'affrontare la lunga tratta di partita ancora davanti. Su un'altra palla persa in zona offensiva, la Roma manca di una reazione tempestiva, che sia riaggredire immediatamente il pallone oppure scappare per rintanarsi nei pressi della propria porta. Nonostante la palla sia chiaramente "libera" e dunque giocabile in avanti, a disposizione per attaccare eventualmente la profondità, Mancini inizialmente accorcia su Immobile con la controindicazione letale di aumentare ancor di più la direzione preferita dall'attaccante laziale, che gradisce particolarmente le situazioni in cui può correre verso la porta.

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