Odi et amo: l'addio di Kolarov alla Roma dopo 3 anni di insulti, polemiche, gol e record (FOTO e VIDEO)

09/09/2020 alle 01:13.
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LAROMA24.IT (Massimo Scialla) - “Non puoi mettere d’accordo tutti. Il mio passato è quello, io non posso e non voglio cancellarlo. Darò il massimo per la Roma come ho fatto in passato”. Si presentava così Aleksandar Kolarov, specialista in schegge: quelle scagliate violentemente contro le porte avversarie e quelle vaganti, sempre in agguato a causa di un carattere altamente infiammabile. Una macchia quasi indelebile quel “passato” a cui faceva riferimento: la militanza di tre anni in biancoceleste. “Se faccio il gol dell’ex e vinciamo esulterò”, prometteva ai suoi nuovi tifosi.

Nasce così la seconda esperienza del terzino nella Capitale, tra i mugugni di chi non riusciva a perdonargli gli errori di gioventù ed il credito concessogli da chi era disposto a ‘turarsi il naso’ pur di vederlo minacciare prepotente l’incolumità dei portieri altrui. Con la maglia della Roma.

Il calciatore risponde con i fatti ai pregiudizi e ai fischi pronti per lui al debutto: Kolarov regala infatti i 3 punti ai suoi con una punizione dai 20 metri, che sfila sotto la barriera e buca sia Berisha che l’Atalanta.

 

Ma un gol non basta, e nella notte tra il 27 e il 28 agosto – siamo a soli 16 giorni dalla sua presentazione ufficiale – i contestatori più convinti gli manifestano il proprio caloroso ‘benvenuto’, con pesanti messaggi apparsi in alcune zone della città. E' solo l’inizio, ma l’aria sembra già irrespirabile: “Kolarov come Re Cecconi” – in riferimento al calciatore della Lazio morto in circostanze controverse la notte del 18 gennaio 1977, per un colpo da arma da fuoco – e “Ti auguriamo la stessa fine di Chinaglia”.

Il bilancio della prima stagione alla Roma sarà per Kolarov l’evidenza di un’insostituibilità di fatto: 47 presenze complessive – 35 in campionato e 12 in League – in cui collezionerà 11 assist e 3 reti. Difficile dimenticare questa:

La prima stagione in giallorosso dell’ex City è incoraggiante dal punto di vista del rendimento personale e di squadra. Eppure l’estate, piuttosto che annacquare le polemiche, sembra spegnere gli entusiasmi della Roma reduce da una grande annata europea. In campionato si balbetta: nelle prime 13 giornate i giallorossi raccolgono 5 vittorie – contro Torino, , Lazio, Empoli e Samp –, 4 pareggi – Atalanta, Chievo, e – e 4 sconfitte – Milan, , Spal e Udinese –, con i giallorossi a 18 punti dal primo posto e scavalcati anche dal Parma. Nel frattempo Kolarov trova anche il modo di mantenere le promesse, ed esultare dopo un gol nel derby.

 

Ma alla vigilia del match di League contro il il serbo si toglie un sassolino dalla scarpa e lancia una frecciata ai tifosi: "Il tifoso, in generale, non solamente quello della Roma, ha il diritto di essere arrabbiato, può esprimere il suo parere allo stadio, però deve essere consapevole che di calcio ne capisce poco. A me piace il tennis, ma non mi permetterei mai di dire a Djokovic come deve giocare. Posso incazzarmi se perde, ma non parlerei di tattica perché non ci capisco niente, così come nel basket, anche se ci sono cresciuto con la pallacanestro. Si chiacchiera tanto, si spreca fiato, ma alla fine non si vince niente".

La tensione si alza, il ‘caso-Kolarov’ tiene banco nelle discussioni dell’etere romano e i tifosi mal tollerano gli spigoli caratteriali del terzino sinistro. In occasione del match del 16 dicembre contro il – 3-2 per i giallorossi con gol di , Kluivert e Cristante – la polemica scoppia per uno sputo di stizza, rivolto da Kolarov in direzione .

 

Alla vigilia del catastrofico 7-1 incassato dalla Roma a Firenze in Coppa Italia, si apre un’altra crepa tra Kolarov e il suo tifo. Alcuni sostenitori sono assiepati all’entrata della stazione Termini per incitare la squadra in partenza, e all’invito a ‘svegliarsi’ rivolto da un tifoso ai giocatori il serbo risponde così: “Sveglia tua madre”. Non ci vuole molto prima che su alcuni muri della Capitale il dissenso dei tifosi si manifesti sotto forma di bomboletta spray.

 

Ancora una volta il classe ’85 sembra paradossalmente beneficiare delle polemiche che lo coinvolgono, e nella partita contro il Chievo – siamo all’8 febbraio, una decina di giorni dopo l’episodio di Termini – va ancora a segno: gol dello 0-3 e sigillo sul match, con tanto di inchino rivolto al pubblico. Un inchino che farà ancora discutere: tentativo di riappacificazione o nuova polemica? Una parte dei tifosi giallorossi sembra avere ben chiara la risposta. E allora appena quattro giorni dopo, in occasione del match contro il Porto valido per l’andata degli ottavi di finale di League, arriva il contrattacco della .

La stagione scivola via tra le ceneri della gestione – sostituito da Claudio dopo l’eliminazione dall’Europa –, il sesto posto finale e l’addio di Daniele . Le prestazioni del serbo sono indirizzate al ribasso dall’assenza di un sostituto credibile per l’out di sinistra, ma almeno al livello numerico Kolarov raggiunge i suoi migliori risultati in carriera: 43 presenze complessive tra campionato, Coppa Italia e League con ben 9 reti messe a segno e due assistenze decisive.

Storia recente: ha inizio l’era Fonseca nell’anno in cui il serbo va in scadenza. Nonostante l’arrivo di Leonardo Spinazzola, Kolarov continua ad essere impiegatissimo. A fine stagione risulterà il quarto per minutaggio dopo Pau Lopez, e Gianluca Mancini. Dopo una fisiologica fase di rodaggio con la nuova guida tecnica la Roma ingrana la marcia e al triplice fischio dell’ultimo match dell’anno solare sembra lanciata all’inseguimento del terzo posto: Lazio nel mirino a due punti di distanza. A gennaio arriva addirittura il prolungamento fino al 2021 per il terzino, con la prospettiva di un posto da dirigente in futuro e le parole dell’ex City che oggi sanno di preistoria: “Desidero ringraziare la società per questo rinnovo, che è motivo di grande soddisfazione per me. Anche oggi lo vivo come un nuovo punto di partenza: intendo migliorarmi ancora e contribuire alla crescita costante del club”.

Qualcosa però si rompe. Di nuovo. Prima il battibecco con qualche tifoso nei minuti finali di Parma-Roma in Coppa Italia, proseguito a fine partita durante il lancio delle maglie al pubblico. Poi il riaffiorare di vecchie ruggini, in una fase in cui la squadra non gira più. Al 50’ di gioco, durante il match contro il , si aggiunge un altro pezzo alla collezione della discordia: il conduce per 1-2 – vincerà 2-3 –, Kolarov sbaglia una giocata proprio sotto la Tevere e dalla tribuna arriva qualche parola di troppo. Il calciatore non ci sta e reagisce alla provocazione, scatenando i fischi dello stadio. Per la parte restante della partita il terzino continuerà ad essere subissato di fischi ad ogni controllo di palla. Per l’accaduto Kolarov riceverà anche una multa dalla società.

 

Sfila via anche la stagione più anomala della Serie A, e con essa l’ultima annata di Kolarov in giallorosso. Il terzino si accorda con l’ dopo esser stato accostato a più riprese al dell’amico Mihajlovic. Nel bottino personale del terzino 132 presenze, 19 reti e 20 assist in 3 anni, e la soddisfazione di essere entrato nel novero dei difensori più prolifici della storia della RomaAldair 20 reti in 436 presenze, Panucci 31 in 315 –. Altro dato: da quando Kolarov è approdato alla Roma è il secondo calciatore in Europa per gol da calcio piazzato. Meglio di lui soltanto .

Finisce una storia nata sotto una cattiva stella: i tifosi non si volteranno indietro per rimpiangere uno dei terzini della Roma migliori degli ultimi vent’anni. Kolarov non si volterà indietro a rimpiangere i colori giallorossi. Per orgoglio, se non altro.

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