Sul banco degli imputati per il pareggio della Roma a Genova va Daniele De Rossi, "colpevole" di aver perso la lucidità proprio quando la squadra giallorossa sembrava essere venuta a capo della partita. Quello estrattogli davanti da Giacomelli è il 15° cartellino rosso ricevuto dal capitano della Roma, il 9° in Serie A, che inaugurò la serie ormai più di 13 anni fa, nel match di Champions League col Bayer Leverkusen del 19 ottobre 2004. L'ultimo, prima di oggi, sempre in una gara di Champions ma stavolta erano i preliminari che videro la Roma sconfitta contro il Porto. Nel ritorno, De Rossi mandò all'aria le ipotesi di qualificazione con l'entrata su Maxi Pereira.
Il conteggio si divide così: 9 "rossi" nel campionato italiano, 4 nelle coppe (1 in Champions, 1 nei preliminari di Champions, 1 in Europa League contro il Club Brugge e un altro in Coppa Italia con la Fiorentina) e 2 con la maglia della Nazionale, dove oltre alla più famosa espulsione per la gomitata su McBride ai Mondiali, De Rossi fu espulso anche nel match con la Bulgaria del settembre 2015 per una reazione su Mitsanski che lo aveva colpito con un calcio.
Tra le espulsioni più clamorose c'è indubbiamente quella per l'entrataccia su Chiellini in uno Juventus-Roma del gennaio 2014. Un episodio simile a quello di oggi, non una manata ma col pugno chiuso nell'occasione, condannò De Rossi alla doccia anticipata nel derby del 2012 dopo un contatto con Mauri. A fare i conti col nervosismo di De Rossi fu Bentivoglio in un Bari-Roma del 2011, poi vinto in modo rocambolesco grazie ad un gol di Rosi nel finale. "Gesto ingiustificabile" disse il tecnico della Roma, Vincenzo Montella, dopo l'episodio. C'è poi l'espulsione del 7 marzo 2009 che avviene una settimana dopo il famigerato Inter-Roma (gol dell'1-1 nel finale di Zanetti) e la montagna di polemiche per il discutibilissimo arbitraggio. Nel turno seguente di campionato arriva l'Udinese a Roma: c'è un netto fallo di mano di Mexes non sanzionato da Tagliavento. Dopo qualche minuto De Rossi perde la testa e ne dice di tutti i colori all'arbitro (sarebbe meglio dire all'intera classe arbitrale in quel momento rappresentata dal fischietto di Terni), che si era macchiata di continui e ripetuti 'aiutini' ai nerazzurri.
A completare il quadro "rosso" del numero 16 della Roma ci sono anche le squalifiche rimediate tramite prova tv: 3 giornate dopo il pugno a Srna in Shakhtar-Roma del 2011, stesso stop a cui fu costretto dal giudice sportivo a seguito di un altro pugno, stavolta indirizzato a Icardi, in Roma-Inter del 2014, terminato 0-0.
LR24