LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - C'era una volta la prima Roma degli americani. Era l'estate del 2011, Sabatini confessava davanti ai giornalisti di essersi rifugiato in un ufficio per poter operare in attesa che i vecchi proprietari portassero via da Trigoria gli ultimi effetti personali.
Il volto della cordata americana era quello di Thomas DiBenedetto, in lontananza si scorgeva Baldini, l'uomo copertina del nuovo corso. A guidarla nel tentativo di cambiare usi e abitudini del calcio italiano c'era Luis Enrique, scelto dopo l'esperienza al Barcellona B. In campo, una schiera improvvisata di calciatori più o meno giovani prelevati dall'Argentina, dalla Francia, dalla Spagna, dalla Germania e dall'Olanda. Un'intera squadra: Stekelenburg in porta, Nego a destra, Kjaer e Heinze come centrali di difesa, José Angel a sinistra. Gago e Pjanic in coppia a centrocampo; Borini, Bojan, Lamela e Osvaldo in attacco. 5 di questi 11 arruolati nell'ultima settimana di mercato.
Oggi, tutto questo è un ricordo. La tesi positivista è che sia stato un male necessario per propiziare le soddisfazioni odierne. Chi ha frequentato con meno passione i corsi di filosofia orientale evita di ricordarne i nomi. Tranne uno, quello di Miralem Pjanic che si elevò nel disastro e ora splende con Garcia: l'unica memoria, oltre ai già presenti Totti, De Rossi, Borriello e Lobont, di quella Roma che sognava la rivoluzione e che invece se la vide imposta dal sollevamento popolare culminato nel maggio del 2013.
In questi due anni, il mercato della prima stagione americana, dal prezzo complessivo (bonus maturati inclusi) di 73,135 milioni è stato rapidamente riaccompagnato alle partenze internazionali di Fiumicino. Nego è andato via così com'era arrivato, senza che nessuno sentisse la necessità di estendere oltre i dati anagrafici il suo profilo su Wikipedia. Lamela, Osvaldo e Borini sono stati lucidati con cura prima di essere ceduti ai sognatori della Premier League. Kjaer fu riconsegnato, non senza imbarazzo visti i 3 milioni investiti, ai proprietari del Wolfsburg. "No grazie" fu detto anche al Real Madrid quando telefonò per informarsi sull'eventuale riscatto di Gago. Heinze, invece, firmò da svincolato e così si ritrovo nel 2012. Per Stekelenburg, la galleria sbucò nella Londra meno eccitante calcisticamente, quella dove risiede il Fulham. Il contratto estremamente complicato che portò Bojan alla Roma fu facilmente risolto dalle prestazioni dell'ex Barcellona, con il Milan che prese il posto dei giallorossi negli accordi con i catalani. Non ha resistito neanche chi arrivò più tardi, quindi Nico Lopez e Marquinho: il primo da quest'anno è di proprietà dell'Udinese, il secondo, preso a gennaio 2012, è emigrato all'Al-Ittihad dopo una sosta di 6 mesi a Verona.
E, dulcis in fundo, quattro giorni fa ha trovato una nuova definitiva collocazione anche José Angel. Arrivato come rampante terzino sinistro spagnolo, rapidamente convertito in macchietta, l'ormai 24enne non era riuscito a convincere neanche la Real Sociedad che dopo due prestiti consecutivi rispedì il pacco a Trigoria. Ci ha pensato il Porto, invogliato dall'inevitabile costo zero dell'operazione, salvo garantire la metà di un possibile futuro guadagno alla Roma. Hai visto mai...?
Il mercato estivo del 2011 della Roma:
Nego (costo operazione: svincolato)
Lamela (15,06 milioni più 2 milioni di bonus)
José Angel (4,5 milioni più 0,5 di bonus)
Bojan (12 milioni)
Heinze (svincolato)
Stekelenburg (6,325 milioni più 1 milione dopo la cessione al Fulham)
Osvaldo (15 milioni più 1 milione di bonus)
Kjaer (prestito oneroso da 3 milioni)
Pjanic (11 milioni)
Gago (prestito oneroso da 0,5 milioni)
Borini (prestito da 1,25 milioni)
Totale: 68,635. Con bonus: 73,135