Il ritorno del vero 9

15/08/2015 alle 15:09.
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CORSERA (G. DE CAROLIS) - L’imitazione torna nel museo della storia del calcio e l’originale riprende il suo posto al centro del gioco. Con la resa di Milan e Roma, chiude in serie A (ma un po’ ovunque in Europa) la sua parabola il falso nove e in scena rientra il centravanti classico. Tutte le mode hanno un tempo, quella dell’attaccante di manovra è finita.
Fu una novità assoluta quando nella Grande Ungheria degli anni 50 l’allenatore Sebes trasformò l’esterno Hidegukti in centravanti arretrato, dietro i finalizzatori Puskas e Kocsis, per non lasciare punti di riferimento agli avversari. L’Inghilterra dei maestri si schiantò e il 3-6 dei magiari a Wembley diventò leggendario. Lezioni, soprattutto innovazioni.

Altre ce ne sono state negli anni, perché il calcio è cambiato spesso nella sua regola d’oro: il fuorigioco, la chiave di tutto. E si sono rincorse soluzioni per aggirare le trappole delle difese. Guardiola al ha rivoluzionato ancora il gioco. Ha reintrodotto o esaltato, il mito del falso nove. Ci aveva provato Spalletti alla Roma, ma è lo stile del tecnico catalano ad aver fatto scuola. Il tiki taka ha macellato un attaccante come David Villa per esaltare il genio di e ha sacrificato pure Ibrahimovic. Il vinceva, gli altri copiavano un modello non replicabile altrove. Sono serviti anni di fallimenti per comprendere l’unicità di quella squadra e di quel giocatore. Ma fino alla passata stagione c’è chi lo ha riproposto.
Il Milan ha bruciato centravanti come Torres,
e Pazzini preferendo Ménez che pure ha dato buoni frutti, segnando 16 reti: non sono bastate ad assicurare un’annata decente. La
Roma invece ha sempre puntato — giustamente — su . Forse però non è un caso se i rossoneri l’ultimo scudetto l’hanno vinto con un ariete come Ibrahimovic, i giallorossi quando di punta c’erano Batistuta e Montella.

Il falso nove è morto e se la aveva da tempo ripreso la strada più classica con Tevez, anche le altre si sono adesso allineate. Non c’è solo un ritorno al centravanti, ma alle punte di peso. I bianconeri hanno scelto Mandzukic, la Roma , il Milan ha pescato due più di movimento come Bacca e Luiz Adriano, l’Inter ha in Icardi un terminale letale, il sfoggia Higuain, il prototipo dell’attaccante.
Le difese si chiudono, il fuorigioco subisce continue variazioni e anche le piccole si adeguano. Nel Verona Toni, lui sì centravanti di peso, è stato capocannoniere (con Icardi) della passata stagione, il
oggi cerca , l’Udinese da sempre coperta in attacco da Di Natale si è buttata su Zapata. Non è solo l’uomo d’area a servire, ma anche il punto di riferimento capace di far salire la squadra e finalizzare la manovra. E pure il in fondo ha un po’ abbandonato il suo modo di essere se al fianco di ha aggiunto Suarez.
Guardiola però ancora insiste al Bayern Monaco con Muller e l’uomo d’area Lewandowski di sovente lasciato a sedere. Pure il Manchester United ha Rooney, non certo un molosso. Eccezioni. Il Chelsea di Mourinho sta all’opposto con Diego Costa e Falcao, il Psg apre le difese con Ibrahimovic e Cavani. Di falso qui non c’è quasi più nulla,
i numeri 9 oggI sono tutti verissimi.

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