LA SFIDA NELLA SFIDA: Ljajic vs Menez

20/12/2014 alle 14:23.
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LAROMA24.IT (Ma. Mo./M. Ian.) - In araldica si parla di "punta di diamante". Per e Menez il termine non suona nuovo: le doti tecniche sopraffine, superiori di gran lunga alla maggior parte dei calciatori del campionato nostrano, li inseriscono nella categoria elitaria dei 'fuoriclasse'. Nel 2010 Ranieri definì Menez un "diamante che piano piano si sta lucidando". Ad aprile del 2014 parla di come "diamante grezzo". Similitudine  in grado di far brillare la sfida dell'Olimpico tra Roma e Milan e che ha ispirato anche Delio Rossi il quale, parlando prima della sfida di contro il Manchester aveva detto: " mi ricorda un po' Menez anche se ancora non ha la forza del francese: è  destinato comunque a imporre qualità e numeri da potenziale fuoriclasse".

DA ORNAMENTI A PILASTRI - Entrambi esterni offensivi/trequartisti laterali fin quando e Inzaghi hanno iniziato a lasciargli spazio anche nella corsia centrale del campo. Entrambi arrivati nella capitale all'età di 21 anni: i due si stanno mettendo in mostra, oltre che per le riconosciute qualità tecniche, anche per una sorprendente capacità nel rivestire i panni di "leader" della propria squadra. Diversi i contesti, certo, con che - a dispetto dei suoi 23 anni - sembra sia riuscito a trovare la propria dimensione, brillando sempre più in un ambiente dove non è certo la sola "punta di diamante". Lo è diventato grazie ai suoi 6 gol e 2 assist in 13 partite, stesso numero di realizzazioni che fece registrare nella passata stagione in 28 apparizioni. Menez invece, approfittando del fallito tentativo di riabilitazione per Torres che gli ha consegnato una continuità mai vissuta in passato, si è preso i rossoneri sulle spalle segnando 8 reti in 15 gare, solo 4 in meno di quanto riuscì a fare nei suoi 3 anni nella capitale. Numero che mai aveva raggiunto nell'arco di un unico campionato.

IL MERCATO DEI GIOIELLI - A 23 anni, la medesima età attuale di , Jeremy era ad un passo dallo sbocciare come top-player in giallorosso: poi l'episodio al termine della sfida contro l'Inter di Coppa Italia in cui venne bersagliato da un lancio di sassi contro la sua macchina. La goccia che fece traboccare il vaso e che spinse il primo - quello della "Rivoluzione culturale" - a cederlo per 8 milioni al PSG, ad un anno di scadenza dal suo contratto. Lo stesso direttore sportivo che venne convinto, nell'estate del 2012, ad assicurarsi il cartellino di per 11 milioni, con gli occhi ancora luccicanti per il finale di stagione con la . riuscì a battere sul tempo proprio i rossoneri, vista la volontà di Adriano Galliani di portarlo a Milano: ora non resta che godersi lo spettacolo in campo, in attesa di capire quale dei diamanti abbia caratura e taglio più preziosi. Approfittando dei loro piedi per tornare a dar lustro all'intero calcio italiano.