Roma, la rivoluzione è nelle piccole cose

13/03/2019 alle 12:16.
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IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Non è ancora la Roma di Ranieri. Che si è dedicato ai giocatori solo in un paio di allenamenti (subito più leggeri per prevenire gli infortuni) prima di metterli in campo contro l'Empoli. Ma questa, per coerenza, non è nemmeno la Roma. Con 8 assenti come , , Kolarov, , Pellegrini, , Under e, per fare cifra tonda, anche Pastore, un senso non ce l'ha. Non è neanche la Roma di perché, 37esima formazione in 37 partite, mai l'allenatore esonerato si è trovato con questa emergenza che ha dimezzato la rosa al nuovo arrivato proprio nella notte del debutto. Eppure Tinkerman, come lo definirono i perfidi inglesi nella sua avventura da coach del Chelsea (2000-2004), ha messo di sicuro la sua firma sul successo contro l'ex allievo Iachini. Piccoli accorgimenti. O, chiamiamole pure, se vogliamo, minime correzioni per prendersi i 3 punti e guardare avanti.

SEMPLICITÀ AL POTERE - L'Aggiustatore, da etichetta british, non si è smentito. E ha fatto subito centro, come il 13 settembre del 2019 a Siena, nel pomeriggio del primo esordio in giallorosso. Niente estetica, solo sostanza. E soprattutto sofferenza, oggi come ieri. Sir/Sor Claudio, però, sa che il percorso nella corsa , mini torneo che adesso è di 11 giornate, è la volata in cui non è possibile fare alcun esperimento. Non c'è tempo per capire e programmare. Tantomeno per ripartire da zero. Ecco il . In corsa il 4-4-2. E giusto qualche mossa per non farsi trovare impreparati. In partita. Benzina sì. Ma normale e mai super, differenza che riporta nel passato. Poi, che sarà sarà.

RISCHIO (QUASI) ZERO - Ranieri si è concentrato solo sulla fase difensiva. Bocciata nei numeri: 56 reti, compreso l'autogol di Jesus (l'unico che l'allenatore ha visto dal vivo), in 37 partite. Vulnerabilità che non è da big. Tinkerman ha preparato la lista per presentarla poi ai suoi interlocutori. Con colloqui individuali e di gruppo. Ecco, in poche righe, lo stretto necessario per sistemarsi meglio e azzerare ogni pericolo: 1) terzini bloccati, in particolare nella ripresa; 2) ampiezza limitata, con gli esterni bassi e alti più dentro il campo e quindi più stretti; 3) mai palla indietro al ; 4) evitata la costruzione dal basso; 5) lancioni (aumentati del 20 per cento) per saltare il centrocampo avversario, coinvolgendo pure il , e andare a combattere sulle seconde palle, semplicemente anche per cercare qualche spizzata del centravanti; 6) giro palla in sicurezza e in orizzontale, quindi più possesso come si è visto nel primo tempo, senza mai forzare la giocata o la verticalizzazione; 7) baricentro spostato dentro la propria metà campo, seguendo l'ultima volontà di ; 8) niente pressing. Sembra la lista della spesa e invece è il minimo indispensabile per mettersi in viaggio verso il 4° posto. Non è casuale che, pur affrontando l'Empoli quartultimo (nessun successo esterno e solo 6 punti negli ultimi 3 mesi/12 match), quella di lunedì sera è stata la partita in cui la Roma, con il , ha subito meno conclusioni nello specchio della porta. Appena una, di Jesus, con quel disgraziato colpo di testa per l'autogol del momentaneo pari. Nessuna con il 4-4-2 della ripresa. Al Tardini, il 29 dicembre contro il Parma, furono due, quasi un inedito per la precedente gestione tecnica. «Dobbiamo ancora metabolizzare le novità» l'ammissione di . «Quali? Io non ho detto niente...» ha sorriso Ranieri. Che ieri, a Trigoria, è stato docente al Master allenatori del corso Uefa Pro. Da Cerezo a Rivera, allievi per tutti i gusti. I tecnici saranno ospiti per due giorni della società giallorossa per il 4° stage della stagione.

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