Strage di Rio: Flamengo sotto accusa

10/02/2019 alle 14:21.
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(...) Il giorno dopo la strage, due sentimenti si confondono: com’è stato possibile che nel club più importante del Paese, il Flamengo, il più amato e tifato, sia accaduta una tale tragedia? E, altra domanda, di chi le responsabilità? Il club rubronegro pare averne di pesanti. Nell’ottobre 2017 intanto il centro di allenamento del Flamengo era stato sequestrato dai funzionari comunali di Rio per la mancanza di licenza operativa. Nel frattempo la società rossonera ha accumulato addirittura 30 multe da parte delle autorità comunali, per violazioni varie. E l’impianto non ha mai interrotto le attività. E poi, la cosa più grave, nei progetti relativi al centro sportivo, nella zona in cui si trovava il container in cui è scoppiato l’incendio, era prevista un’area di parcheggio e non il dormitorio allestito nel prefabbricato in cui i ragazzi hanno trovato la morte venerdì (...) Pare sempre più probabile intanto che la causa dell’incendio sia stato un corto circuito, sviluppatosi da un impianto dell’aria condizionata. Stando infatti alla testimonianza di Felipe Cardoso, calciatore dell’Under 17 del Flamengo, l’incendio sarebbe scoppiato nella sua stanza: «Il condizionatore ha preso fuoco e io sono scappato. Grazie a Dio sono riuscito a correre e sono ancora vivo». Altri sopravvissuti ieri hanno parlato fra le lacrime. Come Pablo Ruan 16 anni, di Londrina (Paraná), che è stato svegliato nel sonno da un amico, insieme al quale è riuscito a mettersi in salvo, saltando dalla finestra. O Samuel Barbosa, 16 anni, svegliatosi per la tosse da fumo e rapido nel mettersi in salvo, dopo aver gridato nei corridoi «A fuoco, correte», aiutando uno dei tre feriti a uscire dalle fiamme. Già, perché oltre ai 10 morti, si contano tre ragazzi ancora in ospedale. (..:) Ma tornando alle responsabilità e alle prime indagini per il quotidiano O Estado de Sao Paulo, pure il Comune di Rio potrebbe finire tra gli indagati per l’incendio, perché avvenuto in un’area di Vargem Grande, 40 km a ovest dal centro di Rio, in cui le autorizzazioni rilasciate non prevedevano costruzioni. Gli incaricati dell’azienda che ha fabbricato i container intanto si sono lavati le mani: per loro per i dormitori dei giocatori, hanno detto a globoesporte, era il Flamengo il responsabile per la sicurezza oltre che per la prevenzione contro gli incendi. (...)

(gasport)

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