Entella, le emozioni di un viaggio iniziato a Chiavari nel 2007

13/01/2019 alle 17:04.
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LA REPUBBLICA (L. MANGINI) - Dicono che gli uomini sono la somma delle persone che incontrano nella vita. Questo succede anche alle società di calcio. La sfida con la Roma in Coppa Italia è anche un punto di arrivo per la Virtus Entella di un viaggio cominciato nel 2007 in Eccellenza con l’attuale gestione.

Per il presidente Antonio Gozzi è iniziato molto prima a sei anni, quando andava già allo stadio con papà Renato Mario, quasi un dovere per un vero chiavarese. Abitava vicino allo stadio, non doveva fare tanta strada. La sua prima Entella galleggiava tra serie D e C, non sempre la distanza della prima tappa misura l’importanza di un viaggio. Vedere il figlio Augusto con quelle casacche, che non aveva mai potuto indossare, lo ha riavvicinato. Ai suoi tifosi, lui per primo, ha regalato un sogno, solo paragonabile, fatte le debite proporzioni, a quello di Paolo Mantovani.

Il presidente Gozzi, davanti allo specchio, potrebbe dire al tifoso Gozzi: guarda dove Ti ho portato. «In effetti è così. Parlo spesso con Enrico e considero suo padre un modello di comportamento. Mi è sempre piaciuto. Lo considero un grande come Duccio Garrone». Da tifoso era stato a Marassi, per la sconfitta contro il Genoa. È tornato per il passaggio del turno e, come un tifoso qualsiasi, dopo la gara, è sceso negli spogliatoi per avere la casacca di Icardi, il protagonista della serata. Anche l’Olimpico lo conosce già. «Per ora la maglia rimane un desiderio. Secondo me, Icardi la vuole tenere. Avevo visto Roma-Bruges da spettatore e naturalmente la finale di Coppa Italia Primavera. Ho passeggiato sul campo, ho potuto apprezzare lo stadio. Una grande emozione».

Certi giorni non si può essere soli, ci sarà tutta l’Entella e tanta Chiavari, sono previsti cinquecento tifosi, che arriveranno con pullman, macchine private e tutto quanto vi possa venire in mente. Gozzi non andrà, come al solito, in macchina con la sua famiglia. «Vado in aereo, perché al mattino lavoro, assieme a mia moglie, i miei figli e Salvatore Fiumanò, mentre Walter Alvisi è sul pullman dei tifosi, organizzato dalla società. Torneremo poi in treno con la squadra». All’inizio del viaggio non erano già presenti solo i due vice presidenti, ma anche Matteo Matteazzi (direttore generale) e Matteo Superbi (direttore sportivo), due inseparabili. Manuel Montali (responsabile settore giovanile) e Daniele Rosso (responsabile scouting) sono arrivati dopo, ma ormai fanno parte della famiglia biancoceleste. “Montali quasi subito, a Daniele Rosso, gli abbiamo chiesto di rimanere, quando ha dovuto smettere come calciatore, ed oggi è un validissimo collaboratore di Montali. Sono molto soddisfatto del loro lavoro”.

Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo, ma il calcio non è solo campo, Matteo Gerboni (team manager e responsabile comunicazione), Marco Bianchi (addetto stampa) e Sergio Rossi (responsabile marketing). Un’area sociale. «Entella è un’istituzione centenaria di Chiavari. Questo processo di rilancio ci ha permesso di poter fare anche solidarietà. Il calcio diventa l’occasione di aiutare anche chi soffre, ma lavoriamo come un’azienda e creiamo ricchezza. A febbraio presenteremo a Genova uno studio sull’Entella in serie B. Con un budget di 10-12 milioni abbiamo prodotto un indotto tre volte superiore per il territorio, insomma un fattore economico importantissimo». Andrea Solari (responsabile biglietteria), Andrea Mei (segretario responsabile stadio), Loris Bolzoni (segretario) e poi Sergio Baratta, Ornella Armanino, Delio Lagomarsino, tre collaboratori storici. Il viaggiare è fatale ai pregiudizi, ai bigottismi ed alle menti ristrette.

Nel calcio si parla tanto dei giocatori, ma nelle società conta ben altro. «In società lavorano 160-170 persone e sono fondamentali per il riconoscimento, che abbiamo ottenuto in questi anni, di “società modello”. Non a caso, sono le persone a cui dedichiamo sempre i nostri successi. Senza di loro non sarebbe possibile. Sono dei lavoratori, amano l’Entella e non hanno bisogno di una maglia per dimostrare il loro attaccamento». L’Entella è “on the road”. Comunque vada a Roma comincia un nuovo viaggio. Da godere.

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