Benvenuti a Trigoria per il ritiro light allargato ai parenti

10/12/2018 alle 13:33.
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IL MESSAGGERO (S. CARINA) -  Il copione è sempre lo stesso. O quasi. Perché dopo ogni gara, ma soprattutto dopo un ko (e anche se a Cagliari è finita 2-2, per come è maturato il pari difficile trovare un termine diverso), tecnico e squadra si ritrovano il giorno dopo per fare il punto della situazione. Stavolta, però, alla consueta riunione del day-after ha voluto partecipare anche Monchi che nella serata di sabato aveva deciso di mandare la squadra in ritiro. Una presenza che equivale ad un forte segnale al gruppo: il ds si schiera (nuovamente) al fianco di Di Francesco. Lo aveva già fatto dopo il ko di Bologna (23 settembre): ieri ha concesso il bis. Se da più settimane viene evidenziata qualche lacuna a livello di comunicazione post-partita (la Roma in passato aveva abituato a presentarsi sempre, dopo una sconfitta o una brutta prestazione, con un dirigente davanti alle telecamere: ultimamente invece accade soltanto per lamentarsi del Var), all'interno di Trigoria il dirigente spagnolo fa scudo all'allenatore. Che continuando sulla falsa riga di sabato sera, ha richiamato lo spogliatoio alle proprie responsabilità e soprattutto a tirare fuori la personalità. Parole alle quali si è accodato Monchi per una dura reprimenda che è durata quasi un'ora. Per valutare ed esaminare gli errori tecnico-tattici ci sarà tempo. Il discorso è semplice: in undici contro nove non c'è schema, modulo o strategia che tenga. La partita bisognava assolutamente vincerla.

 
IL MEDIATORE - La scelta di andare in ritiro (al quale partecipano anche gli infortunati Pellegrini, Dzeko, El Shaarawy e De Rossi), è stata presa (inevitabilmente) con qualche mugugno dalla squadra. A mediare ci ha pensato Totti che ha fatto capire al gruppo (al quale nel pomeriggio è stato poi consentito d'incontrare i familiari, aprendo loro le porte del Fulvio Bernardini) come fosse una decisione inevitabile. E probabilmente anche indolore. La Roma infatti domani parte per Plzen. Tradotto: anche se il ritiro, al momento, è sino a tempo indeterminato, non è da escludere che a fronte di un successo in Repubblica Ceca, giovedì i calciatori possano poi tornare a casa. Alla fine quindi di ritiro vero e proprio (a scopo punitivo) la squadra avrebbe fatto appena un paio di giorni. Non un dramma e soprattutto con risvolti positivi a livello mediatico visto che da più parti (in realtà soprattutto sui social) si richiamava ad un intervento da parte della società. Adesso, dopo il pareggio-beffa di sabato, anche l'ultima gara di Champions - che per merito della Roma (già qualificata agli ottavi) è diventata una passerella - non può essere più snobbata. Per questo motivo anche se andrà in scena il turnover (Luca Pellegrini, Pastore, Marcano, Jesus, Santon, ambiscono ad una maglia da titolare), non sarà così massiccio come ci si poteva attendere. La speranza è che l'aria di casa faccia bene a Schick. A chi chiedeva in modo reiterato perché Di Francesco gli preferisse Dzeko, la risposta la stanno dando il campo (1 gol in 700 minuti tra campionato e Champions) e l'atteggiamento del ragazzo.

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