Vittoria importante per la Roma, forse decisiva. Con il 2 a 1 sul campo del Cska, infatti, i giallorossi sono ad un passo dall'approdo agli ottavi di finale. Decisivo in apertura Manolas, che ha sbloccato il match di testa. Dopo il pareggio di Sigurdsson, il gol decisivo di Lorenzo Pellegrini.
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
LA REPUBBLICA (G. MURA)
Della Roma a Mosca, e son sempre 60mila persone a tifare contro, si può dire questo: risultato ottimo, spiana parecchio la strada che resta. Partita discreta, fatta di luci e ombre. Più luci comunque. La successione: subito luce, incornata di Manolas dopo 4’. A vuoto l’uscita di Akinfeev. Poi, macchie d’ombra. La Roma si assopisce troppo presto sul punteggio favorevole. Il Cska perde Fernandes, colpo in testa, dopo 10’. Il veloce Vlasic e lo sgusciante Oblyakov creano qualche problema. Florenzi, avanzato a centrocampo perché il terzino lo fa Santon, scivola e non sfrutta la palla del possibile raddoppio. Schennikov butta via di testa il possibile pareggio. Chi non chiude la partita quando ha l’arma del contropiede a disposizione cammina su ghiaccio sottile. Difatti il Cska pareggia all’inizio del secondo tempo con il giovane Sigurdsson. Il resto è legato a episodi. Dopo 5’ espulso Magnusson: giusto il secondo giallo per fallo su Kluivert, un po’ fiscale il primo. Meriti della Roma: risvegliarsi perché sente che è cominciata un’altra partita, e quasi subito sfruttare la superiorità numerica. Gol di Lorenzo Pellegrini, in sospetto fuorigioco. Ancora luci: la Roma cerca con insistenza il 3-1. Ancora ombre. Nonostante l’uomo in più gli attacchi disperati del Cska tengono sulle spine i giallorossi, che con più freddezza avrebbero evitato questi brividi. Buone notizie dai giovani: Pellegrini, al di là del gol, Kluivert e, per quel poco che ha giocato, Zaniolo.
IL CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)
La mia impressione è sempre quella di una Champions aperta, anche al
Napoli, anche all’ Inter, forse alla stessa Roma che passa a Mosca. Il che non significa che vincano tutte, ma che molte possono vincerla. Questo in fondo la Juve ha dimostrato ieri notte.IL TEMPO (T. CARMELLINI)
La Roma torna a casa con il primato nel girone di Champions in condominio con il Real (che avanti per lo scontro diretto) e gli ottavi di arriva proprio all'apice della finale in tasca. Nove punti come i madridisti che ieri sera hanno asfaltato il Viktoria e prospettive che possono bastare per andare avanti in un'Europa che conferma Mosca città fatata per i giallorossi: mai perso nella capitale russa con quattro vittorie, un pareggio. Un successo in trasferta nella massima competizione europea che mancava alla Roma da quattordici mesi (nonostante l’arbitro turco Cunet Cakir col quale i giallorossi avevano sempre perso) e che
arriva proprio all'apice della crisi in campionato. A conferma dei due volti e delle diverse
prospettive di questa squadra che sta facendo uscire di testa il suo allenatore. Anche ieri Di Francesco, nonostante il terzo successo consecutivo in Champions (non succedeva dal 2008), in panchina è letteralmente impazzito, incapace di darsi delle motivazioni della sofferenza dei suoi ( anche quando i russi sono rimasti in dieci), dei mille gol sbagliati ogni partita e dell’involuzione di alcuni giocatori: Dzeko su tutti. Un'altra partita nella quale il bomber bosniaco fa si reparto, ma sbaglia troppe volte sotto rete. Macchinoso a tratti scoordinato a volte sembra il giocatore «svuotate» visto nella prima contestatissima stagione in giallorosso. Cosi come Cristante, ancora oggetto misterioso pur avendo avuto un’altra occasione complice l’assenza di DeRossi infortunato: beh anche stavolta i tifosi giallorossi hanno rimpianto il capitano rimasto a Roma a curarsi. E non è un caso se il migliore, una volta ancora, è stato l’altro romano: Lorenzo Pellegrini. Assist e gol e un ’altra gara di personalità anche quando la sua squadra ha sbandato. Suo il corner battuto sulla testa di Manolas che mette la serata giallorossa in discesa, suo il colpo di grazia ai russi che poco prima ci avevano pareggiato dopo l’ennesimo black out difensivo giallorosso. Un blocco mentale, già visto in campionato, che si è ripetuto più volte nel corso della gara soprattutto quando i russi hanno raggiunto il pari. Ecco, questo è uno dei punti sui quali Di Francesco dovrà lavorare di più per fare l’ambito salto di qualità. Perché se e vero che il viaggio in Champions della Roma continua a vele spiegate, è altrettanto innegabile che contro il Cska, nello stadio della finale dell ’ultimo mondiale, sono riemersi molti dei problemi mostrati in campionato. Ma serviva vincere e successo è stato, alla faccia della cabala, di Marocchi e di tutti quelli che, una volta ancora, stavano lì sul trespolo a sperare che la Roma cadesse giù: inutilmente.
arriva proprio all'apice della crisi in campionato. A conferma dei due volti e delle diverse
prospettive di questa squadra che sta facendo uscire di testa il suo allenatore. Anche ieri Di Francesco, nonostante il terzo successo consecutivo in Champions (non succedeva dal 2008), in panchina è letteralmente impazzito, incapace di darsi delle motivazioni della sofferenza dei suoi ( anche quando i russi sono rimasti in dieci), dei mille gol sbagliati ogni partita e dell’involuzione di alcuni giocatori: Dzeko su tutti. Un'altra partita nella quale il bomber bosniaco fa si reparto, ma sbaglia troppe volte sotto rete. Macchinoso a tratti scoordinato a volte sembra il giocatore «svuotate» visto nella prima contestatissima stagione in giallorosso. Cosi come Cristante, ancora oggetto misterioso pur avendo avuto un’altra occasione complice l’assenza di DeRossi infortunato: beh anche stavolta i tifosi giallorossi hanno rimpianto il capitano rimasto a Roma a curarsi. E non è un caso se il migliore, una volta ancora, è stato l’altro romano: Lorenzo Pellegrini. Assist e gol e un ’altra gara di personalità anche quando la sua squadra ha sbandato. Suo il corner battuto sulla testa di Manolas che mette la serata giallorossa in discesa, suo il colpo di grazia ai russi che poco prima ci avevano pareggiato dopo l’ennesimo black out difensivo giallorosso. Un blocco mentale, già visto in campionato, che si è ripetuto più volte nel corso della gara soprattutto quando i russi hanno raggiunto il pari. Ecco, questo è uno dei punti sui quali Di Francesco dovrà lavorare di più per fare l’ambito salto di qualità. Perché se e vero che il viaggio in Champions della Roma continua a vele spiegate, è altrettanto innegabile che contro il Cska, nello stadio della finale dell ’ultimo mondiale, sono riemersi molti dei problemi mostrati in campionato. Ma serviva vincere e successo è stato, alla faccia della cabala, di Marocchi e di tutti quelli che, una volta ancora, stavano lì sul trespolo a sperare che la Roma cadesse giù: inutilmente.
LA GAZZETTA DELLO SPORT (A. DE CALò)
(...) Intanto la Roma va a vincere a Mosca, nello stadio Luzhniki dove quattro mesi fa Pogba si è laureato campione del mondo. Proprio qui, ai primi di ottobre, il Real Madrid di Lopetegui aveva cominciato ad avvitarsi fatalmente su se stesso in una caduta che ha portato alla cacciata dell’ex selezionatore della Spagna. Allora i madridisti – reduci dal folgorante 3-0 sulla Roma – erano finiti a picco per non essere riusciti a rimediare l’1-0 del Cska firmato dal ventenne Vlasic dopo appena due minuti di gioco. Stavolta il piano inclinato fa decollare i giallorossi, con lo stacco vincente di Manolas sul corner di Lorenzo Pellegrini dopo che le lancette dei secondi hanno fatto quattro giri di orologio. Il bello è che appena la Roma ha cominciato a trovarsi in difficoltà, dopo il pari di Sigurdsson a inizio ripresa, il quadro è cambiato. Il piccolo, imprendibile, Kluivert ha costretto Magnusson al fallo e all’espulsione: tre minuti dopo, Pellegrini ha dato il colpo di grazia ai russi. Il risultato super che spiana le porte alla qualificazione – basterà un pari, mal che vada col Viktoria per blindarla – non può cancellare del tutto i limiti di gioco esibiti dalla squadra di Di Francesco. È come se la Roma – oltre ad aver perso giocatori di qualità tipo Alisson, Strootman e Nainggolan – avesse smarrito la memoria del software che le aveva permesso di praticare un calcio splendido nella Champions dell’anno scorso. Comunque, i buoni risultati aiutano a superare i momenti difficili. È quello che sta facendo Solari col Real, devastante ieri a Plzen, in Boemia: la manita (5-0) è il suo terzo successo di fila. Se all’Olimpico riuscirà a batterlo, la Roma potrà classificarsi da prima. Questa Champions ha buoni colori per le nostre squadre. Anche Inter e Napoli hanno il futuro in mano, potremmo fare un buon pieno. E poi godercela: il bello deve venire.