Non si può dire no ad Astori, Firenze si tiene stretta la fascia

13/09/2018 alle 14:00.
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LA REPUBBLICA (B. FERRARA) - È stata una ribellione sobria, educata, ma decisa. «Noi la fascia dedicata a Davide Astori non la cambieremo mai. Se ci multano pagheremo la multa», aveva detto Cristiano Biraghi al primo giorno in azzurro. Messaggio limpido. E compatto. La squadra, la società, i tifosi: tutti si sono chiesti come avevano fatto quelli della Lega a non pensarci. Questa storia delle fasce uguali per tutti non teneva conto di qualcosa di intoccabile: il sentimento di Firenze. Certo, il business non guarda in faccia nessuno, ma una ennesima brutta figura il calcio italiano non se le poteva permettere. E così Micciché e i suoi hanno fatto marcia indietro: il capitano della German Pezzella avrà una deroga per poter tenere al braccio quella fascia coi simboli del calcio storico fiorentino e DA13, il ricordo e la gratitudine per il capitano scomparso lo scorso 4 marzo. Lo stesso Pezzella ha manifestato la sua soddisfazione con un post sul suo profilo . « Non si tratta di andare contro una regola, si tratta di andare a favore dei sentimenti di una squadra e di un’intera città. Grazie alla Lega per averci permesso di continuare con questo simbolo che rappresenta così tanto per tutti noi, perché ovunque andremo, Davide andrà con noi». Sull’argomento è arrivato anche il parere soddisfatto del club manager Giancarlo Antognoni: « Sono molto contento. La fascia di capitano ha sempre un significato importante, ma a Firenze, dopo la tragedia che ci ha colpito, ha assunto un valore altamente simbolico e per noi irrinunciabile » . E così Firenze ha vinto la sua piccola grande battaglia, quella che serviva a salvare quel che resta del cuore tra le gelide stanze del business. « La fascia che ha indossato Davide rappresenta il suo ricordo, ma è anche l’emblema degli insegnamenti e dei valori umani che ci ha lasciato e credo sia giusto e doveroso che resti al braccio del capitano», ha aggiunto Antognoni. Già. Alla fine in Via Rosellini ha avuto la meglio il « buon senso » . È stata questa la parola più utilizzata negli ultimi giorni, da quando era diventato chiaro che sarebbe stato troppo crudele ignorare la fortissima motivazione che spinge German Pezzella, la e tutta una città a non abbandonare quella fascia. Per questo nessuno ha avuto dubbi di fronte alla concessione della deroga alla nuova norma sulla fascia unica in Serie A, introdotta come accade negli altri principali campionati esteri e nelle coppe europee ( accogliendo una richiesta avanzata da tutti i club fin dall’anno scorso): « È una doverosa eccezione per un caso purtroppo straordinario. Una deroga per questo campionato, poi verificheremo in futuro. Davide Astori è diventato un emblema » , ha detto il presidente Gaetano Micciché. Non c’è stata una vera e propria votazione. Micciché ha fatto la sua proposta e i club hanno accolto l’idea senza obiezioni. La vicenda della non poteva essere assimilata a quella degli altri capitani ribelli che non vogliono lasciare la fascia personalizzata, come e Papu Gomez. Per loro non saranno tollerate altre violazioni del regolamento: « Ma spero che non si arrivi a comminare multe - spiega Micciché - perché i capitani devono dare l’esempio. Troverei triste un comportamento diverso » . Tutti, tranne German Pezzella che non può smettere di ricordare il capitano di un’intera città. Quella fascia ha un significato che va al di là di ogni divieto.

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