Se ne è andato Giagnoni, tecnico vero oltre il colbacco

09/08/2018 alle 13:15.
giagnoni

(...) Gustavo Giagnoni non era soltanto colbacco e sciarpa, era «anche» colbacco e sciarpa. Ma soprattutto era un allenatore vincente, per quanto abbia vinto molto meno di quanto avrebbe meritato. Debuttò sulla panchina del Mantova, dove già aveva vissuto un glorioso passato da difensore (...) salvando la squadra dalla C prima e portandola in A poi nel giro di tre stagioni. E fu a Mantova che scoprì il colbacco: glielo regalò un tifoso che li importava dalla Lapponia, impietosito dall’insofferenza al freddo di questo ometto originario di Olbia. Lo indossò a Mantova, e passò inosservato. Lo rispolverò nella fredda Torino l’inverno successivo, e diventò personaggio. E a quel punto il colbacco gli sarebbe rimasto sulla testa anche nei mesi più caldi (potenza della scaramanzia...), accompagnato più avanti da una lunga sciarpa a scacchi bianchi e granata. Personaggio ed eroe della curva Maratona, Giagnoni: intanto per aver riportato i granata in testa alla classifica 22 anni dopo i Grandi di Superga, e poi per aver sempre mostrato una profonda antijuventinità, che raggiunse il suo culmine nella famosa scazzottata in un derby con Franco Causio. (...) Rimase al Torino fino al 1974, Giagnoni, attirato dalle sirene del Milan, ma nello storico scudetto del 1976, quello di Gigi Radice e dei gemelli del gol, molto c’era di suo e dei giocatori che aveva cresciuto, (...).  A Milano non andò troppo bene, un anno e spiccioli prima di essere sostituito da Giovanni Trapattoni. Poi le panchine di , Roma, , Udinese, Perugia, Cagliari (dove da allenatore di C1 eliminò la — guarda un po’... — di Platini nei quarti di Coppa Italia) e infine la Cremonese, che nel 1990 riportò in serie A. Se n’è andato a 86 anni, sconfitto da una malattia, nella sua città adottiva, Mantova, la stessa di Orfeo Pianelli, il presidente del sogno e dello scudetto granata. (...).

(corsera)

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