Parnasi ancora sotto torchio. I collaboratori restano in cella

14/07/2018 alle 14:48.
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IL TEMPO (A. OSSINO) -  È durato quattro ore il secondo interrogatorio dell’imprenditore Luca . Un’audizione, quella avvenuta ieri a piazzale Clodio, chiesta dagli avvocati del costruttore finito al centro dell’inchiesta sul . I legali, Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini, hanno sollecitato l’incontro dopo il rigetto della Cassazione all’istanza di scarcerazione. La decisione della Corte è stata in linea con quella precedentemente emessa dal gip (il 6 luglio scorso), che aveva spiegato come «non risulta aver preso le distanze dal collaudato sistema corruttivo dallo stesso creato». Inoltre l’indagato avrebbe «semplicemente confermato quanto già era emerso nell’ordinanza e quanto affermato da altri testimoni», fornendo elementi solo sull’ex presidente di Acea, Luca Alfredo Lanzalone. E ancora per il gip « ha ammesso quanto già provato riguardo l’illecito finanziamento effettuato in favore del Partito Democratico, attraverso la fondazione Eyu per l’importo di 150 mila euro e analoghe modalità di finanziamento alla Lega senza fornire alcuna precisa e circostanziata informazione in merito».

Insomma, tutte circostanze non fondamentali per le indagini. Così è presumibile che ieri l’indagato abbia cercato di fornire nuovi e più importanti elementi che gli consentano di passare l’estate lontano dal carcere. Per riuscire nel tentativo dovrà dimostrare anche il cessato pericolo di recidiva e inquinamento probatorio. Un’impresa non semplice. Intanto ieri il gip Maria Paola Tomaselli ha ribadito il suo no alla concessione dei domiciliari anche per i collaboratori del costruttore, Giulio Mangosi e Gianluca Talone. Entrambi sono detenuti dal 13 giugno scorso, quando è scoppiata l’inchiesta capace di far tremare le fondamenta di uno stadio ancora non costruito.

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