Un solo pareggio sul campo del Bologna per la Roma di Di Francesco, tra la sosta per le nazionali e il prossimo impegno di Champions League contro il Barcellona di Messi. Per Massimo Caputi: "Tanti errori, poca lucidità e scarsa “cattiveria” agonistica. Alla Roma si può addebitare il pensiero (sbagliato) alla sfida con il Barcellona".
L'attenzione di Luca Gharlando è alla partita di Champions e scrive: "La Champions è un lusso che costa caro e il turnover (Dzeko) una brutta bestia. Di Francesco ne ha avuto conferma anche a Bologna. Hai in testa la Pulce e ti segna Pulgar: quasi uno scherzo".
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
Emilia non è terra di conquista. Lo aveva sperimentato la Juventus prima della sosta a Ferrara, lo hanno verificato ieri Napoli e Roma a Reggio Emilia e Bologna. I pari esterni ottenuti da Sarri e
Di Francesco non hanno in comune solo il risultato finale ma, in qualche maniera, lo stesso tipo di prestazione. Tanti errori, poca lucidità e scarsa “cattiveria” agonistica. Alla Roma si può addebitare il pensiero (sbagliato) alla sfida con il Barcellona, ma il Napoli come obiettivo ha solo il campionato. La giustificazione che la sosta, con i tanti nazionali in giro per il mondo, abbia riconsegnato agli allenatori giocatori più stanchi di prima è plausibile, ma non basta. La squadra di Di Francesco ben sapeva che Inter e Lazio avrebbero avuto impegni “facili”, e quella di Sarri che quando si lotta con la Juventus non ci si possono concedere distrazioni. L’intreccio settimanale tra recuperi di campionato e coppe europee, renderà ancora più incerta la lotta per i posti Champions. Se Roma e Lazio dovranno gestirsi al meglio con il doppio impegno europeo, prima di affrontarsi fra due domeniche, il derby di Milano, mercoledì, avrà un peso non indifferente. Qualsiasi risultato, anche il pareggio, avrà riflessi pesanti su tutte e quattro le formazioni in lizza. In particolar modo per il Milan che, dopo la sconfitta di Torino, per poter competere ha un solo risultato: la vittoria. Ad impreziosire questo finale di campionato saranno soprattutto gli uomini gol. Immobile e Icardi segnano a ritmi impressionanti duellando per il titolo di capocannoniere, mentre Dzeko è più che mai insostituibile e determinante.IL TEMPO (T. CARMELLINI)
Che per la Roma sarebbe stata una giornata di passione lo si era capito subito: sarà stata l’aria pasquale, la colomba, l’uovo o l’agnello sacrificale. A Bologna dopo quindici minuti si infortuna Nainggolan che è a forte rischio in vista del big match in programma al Camp Nou mercoledì prossimo col Barcellona di Messi. Il boomerang pasquale ha colpito in piena fronte il povero Di Francesco (alle prese col derby in famiglia), che qualcosa aveva provato a risparmiare in vista della sfida ai campioni di Valverde. Dentro dal primo minuto Schick, sempre più oggetto misterioso e peggiore in campo. Ma gioca il ritrovato trio titolare sulla mediana, che perde però il suo motore: Nainggolan ko con Pellegrini non convocato per il problema al polpaccio rimediato in nazionale (al quale va aggiunto il forfait di Under). Insomma un «bel» momento per la Roma che conferma i suoi problemi dopo le soste e che con questo 1-1 a Bologna non fa molta strada: anzi. E per fortuna che Di Francesco si decide, solo nella ripresa e forse un po’ troppo tardi, a mettere dentro Dzeko (che cambia letteralmente la partita) altrimenti poteva anche finire peggio. L’attaccante bosniaco è tornato stanco dalla doppia gara con la sua nazionale e, d’accordo con il tecnico, aveva deciso di entrare nella ripresa e solo qualora fosse servito. Ed è servito eccome, perché non solo segna il gol del pareggio, ma è proprio lui l’uomo che tiene in piedi la Roma ed evita una sconfitta che avrebbe potuto fare ancora più male. Già, perché il bilancio del sabato pre-pasquale è assolutamente negativo: i giallorossi perdono due punti sulle dirette inseguitrici Inter e Lazio entrambe vincitrici. Certo, la Roma resta terza, ma con il derby da recuperare l’Inter potrebbe essere anche avanti di un punto: e le lunghezze di vantaggio sulla Lazio ora sono solo tre. Decideranno gli scontri diretti. Il resto è un preoccupante prologo all’impegno di Champions, con molti giocatori sottotono a partire da Strootman che sbaglia un gol a porta vuota stampando la palla di stinco sul palo, ma che nel corso di tutta la gara non ha mai fatto una giocata degna di tale nome:inspiegabile. Insomma nella metà campo offensiva si salva, oltre al già citato Dzeko, solo Perotti. Gerson gioca la peggior partita da quando è alla Roma, El Shaarawy è impalpabile e solo Defrel, che entra a partita finita, sembra avere la voglia e il passo giusto. E per una volta anche Alisson è sembrato meno preciso del solito: sul gol forse può far meglio. Come sempre lì dietro il migliore è Kolarov… e meno male che era un «vecchietto».
LA REPUBBLICA (G. MURA)
[...] Dietro, anche la Roma è costretta a rincorrere il Bologna e a togliere Dzeko dalla panchina. Anche qui molti errori e l’impressione d’una squadra che ha bisogno di rifiatare. Con un’attenuante che si chiama Barcellona. [...]
LA GAZZETTA DELLO SPORT (L. GARLANDO)
[...] L’Inter ha accorciato sulla Roma e se vince il derby di mercoledì la supera, approdando a un terzo posto che luccica. La Champions è un lusso che costa caro e il turnover (Dzeko) una brutta bestia. Di Francesco ne ha avuto conferma anche a Bologna. Hai in testa la Pulce e ti segna Pulgar: quasi uno scherzo. La Lazio, che ha ritrovato i gol di Immobile, si è riportata a -3 e cova il derby dell’aggancio. [...]