Roma e Inter, tutti i tormenti del povero Spalletti: "Totti non correva più. A Roma e Milano volete vincere? Non avete capito niente"

06/02/2018 alle 14:10.
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Chiacchierando a notte fonda con sei tifosi della Roma, davanti a un ristorante di Milano, Luciano riavvolge il passato romanista e racconta il presente nerazzurro: dalle panchine di («non correva più») al delicato momento dell («un ambiente a un passo dalla follia»). È il 21 gennaio, e l’ ha appena pareggiato con la Roma a San Siro (1-1): primo tempo di tormento, ripresa di mezzo portento. Con l’espressione abbacchiata, l’allenatore entra, da solo, da «Grani & Braci», locale aperto fino a tardi. A un tavolo sono seduti sei tifosi giallorossi in trasferta, e legati da un’inequivocabile chat di WhatsApp: “Buciano non ti temiamo”. (...) La cena finisce e i sei vanno alla cassa, con le sciarpe della Roma penzolanti. Quelle che fanno alzare l’allenatore dell’: «Ragazzi — attacca — ben trovati. Fate buon viaggio di ritorno a Roma». Il tempo di una sigaretta, poco fuori il ristorante e li raggiunge. Parlerà per quasi un’ora, in una chiacchierata che diventerà confessione (...). La prima domanda non è quotata: l’ultima tormentata stagione del . « non correva più, e gli altri giocatori si deprimevano se lo facevo giocare». E poi, il mercato in uscita della Roma. Tutto previsto, confida : « mi aveva fatto chiaramente capire che avrebbe venduto i pezzi migliori». (...)

«Com’è la situazione qui? In società non vogliono spendere e l’ambiente è a un passo dalla follia, tipo Roma: sempre sul filo dell’equilibrio». Pausa: «A volte, è un ambiente depresso». Davanti, però, ci sono pur sempre tifosi della Roma, che qualcosa avrebbero voluto vincere. E allora, altre domande. E il tecnico si sfoga, dopo stagioni davanti al plotone d’esecuzione delle radioline romane: «Mi avete rotto le scatole, e io ho portato la Roma al 2° posto, prima del . E mo’ col cavolo che lo prendete, il ». Ragazzi giallorossi quasi ammutoliti, poi però si ricordano «della Coppa vinta dalla Lazio», e dei sogni di vittoria. «Sì mister, ma noi ogni tanto vorremmo vincere, una cosetta, una coppetta. In Coppa Italia e in Europa League un’occasione l’avremmo avuta». Il tecnico non si sottrae, mica siamo in conferenza stampa, davanti a microfoni e tv: «Certo che c’era l’occasione, andate a dirlo ai giocatori».

Il problema resta vincere qualcosa, a Roma come a Milano, solo che un’idea chiara ce l’ha: «Volete vincere? Non avete capito nulla, e non l’hanno capito neanche qui a Milano: con questa , che c’ha due squadre, e non si vince una fava!». Si parla della partita appena finita: ma come ci ha visto stasera?, chiedono. ha sbagliato i cambi? «Vogliamo parlare di errori? E i nostri?». (...) Giusto un saluto, andando via in macchina: «Mi raccomando ragazzi, stasera non fate danni». Da quel momento, la chat dei sei tifosi ha un nuovo nome: «Gli amici di Luciano».

(corsera)

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