L'acuto di Cencio dà speranza per un futuro migliore

22/02/2018 alle 13:13.
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IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - È la storia di una notte da lupi, a migliaia di chilometri da Roma, per inseguire vecchie, attuali fantasie europee. È la storia di una notte al freddo e al gelo dell'Ucraina per dare un senso reale ad ambizioni troppo spesso bloccate nel mondo del vorrei ma non ci riesco. È la storia di una notte di sogni, di coppe e di campioni. È la storia di che, dopo aver stretto... i denti, va in campo con i suoi compagni, vestiti (non tutti, però) come turisti in vacanza sulla neve. Canottiere termiche, calzamaglie e guanti a volontà, ma incredibilmente anche tante magliette a maniche corte. Cencio il Turco dà da subito l'impressione di non aver paura nè del freddo né dell'esordio in . Si muove come se stesse al calduccio di casa sua, tranquillo e beato. Prova lo scatto in avanti, arretra, dà una mano a che gli gioca alle spalle e si fa sempre trovare pronto, lì a destra, quando c'è da allargare l'azione sulla sua corsia. Con tecnica e personalità, e con la spensieratezza di chi si porta dietro il dolce fardello di quattro reti nelle ultime tre gare. Si è detto, nei giorni passati: sì, però, in Italia sanno segnare tutti. Non è esattamente così, ma pazienza.

 
DOPPIA PERSONALITÀ - Sarebbe bello, allora uno pensa, che Cencio sfoderasse il sinistro anche in Europa. Non tanto (non solo) per zittire i criticoni, ma pure (soprattutto) per aiutare la Roma. E così, all'improvviso, la notte da lupi diventa la notte del piccolo turco. Assist con il contagiri di , controllo volante di Cencio, tocco di sinistro e palla in rete. Non un gol di potenza, come quello di Udine, ma bello lo stesso per lui e per chi ha una Lupa tatuata sul cuore. Quinta rete in quattro gare, a fare bene i conti. E pensare che se non avesse recuperato, forse Cengiz Under sarebbe finito in panchina.
Ma il calcio, si sa, è pieno zeppo di storie strane, compresa una triste (prendere gol in contropiede pur essendo in vantaggio) e pure una più divertente (il salvataggio all'ultimo respiro da terra sulla linea bianca dell'inguardabile Bruno ). La notte di sogni, di coppe e di campioni si chiude con il rimpianto per quello che poteva essere e non è stato, e la speranza per quello che potrebbe accadere nella gara di ritorno all'Olimpico. Se la Roma è ancora viva (e lo è) lo deve a Cencio il Turco, a quel suo gol inutile per il punteggio nella gelida serata di Kharkiv ma che potrebbe rivelarsi determinante a Roma.

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