Vendere i big ora sarebbe un grave errore

21/01/2018 alle 15:28.
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(...) Non dorme Monchi, dunque non dorme la Roma. Ma non dormono neanche i tifosi. E di sicuro non dormiamo noi che per vocazione e per testata cerchiamo di difendere i superiori interessi della Roma (superiori perché vengono prima di ogni giocatore, di ogni allenatore, di ogni dirigente, di ogni proprietario) e dei lettori (romanisti) di questo giornale. Dunque facciamo chiarezza: un intervento di un dirigente, il più alto in grado nelle questioni di mercato, era auspicabile, persino necessario. Sentir dire dalla voce di Monchi che la Roma non smobilita, che sono più le telefonate in uscita che quelle in entrata, che comunque si chiuda questa sessione di mercato la Roma risulterà più forte, ci ha confortato. Lo prendiamo come un impegno.

Ma sia altrettanto chiaro che in attesa di una prova contraria (a fine stagione) riteniamo un'eventuale cessione di un big (che si tratti di o di ) in questa finestra un errore clamoroso, oltreché un inedito anche per una società che negli anni ha movimentato un numero altissimo di giocatori.

(...) Vendere invece oggi uno dei tre giocatori di gran rendimento e di maggior appeal (con e Edin l'altro è ) significa costringere la squadra ad un ridimensionamento intanto psicologico (e chissà quanti sarebbero pronti a sbandierare questo alibi se le cose stasera dovessero andar male) e quasi sicuramente anche tecnico. Mentre la cessione di , a patto ovviamente di reperire sul mercato un'alternativa a Kolarov, si può capire e persino condividere. La Roma costa più di quel che rende proprio perché chi la gestisce vuole mantenere alto il livello di competitività e dunque non lesina negli investimenti tecnici. (...) Comprendiamo, insomma, certe necessità di trading. Ma con la cessione di o , si aprirebbe un nuovo capitolo della storia che confonderebbe la squadra, prenderebbe in contropiede l'allenatore, sconcerterebbe i tifosi e darebbe nuovi argomenti a chi sbandiera il suo pregiudizievole disprezzo contro . Si fa ancora in tempo a non commettere questo errore. Ci pensino a Trigoria.

(Il Romanista - D. Lo Monaco)

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