IL TEMPO (A. AUSTINI) - «Finché è il migliore in campo può fare quello che gli pare». Nove romanisti su dieci hanno commentato così il video di Radja Nainggolan ubriaco a Capodanno. L’ennesima prova d’amore incondizionato per un idolo che, grazie al senso d’appartenenza, l’odio mai nascosto per i nemici (dicasi la Juve) e la generosità mostrata dentro e fuori dal campo, ha colmato nel cuore di molti tifosi, con le debite proporzioni, il vuoto lasciato dal ritiro dal calcio giocato di Francesco Totti. La voce del popolo conta sempre molto a Roma. E poco importa se il migliore in campo, in realtà, quest’anno Nainggolan lo sia stato solo nel derby e in un altro paio di partite. Frenato da un infortunio al polpaccio curato in fretta per non mancare contro la Lazio, adesso sta pagando il conto e la sua forma scadente, al di là di una prestazione più che sufficiente col Sassuolo, dovrebbe essere piuttosto evidente a tutti. Dovrebbe, perché al cuor non si comanda e per la «gente romanista» Radja resta sempre il migliore. Se parliamo di valori assoluti questo non si discute. Basta leggere la miglior formazione del 2017 stilata dalla società di statistiche Opta e si ha una conferma oggettiva basata sui numeri e non sui giudizi: Nainggolan è l’unico romanista presente nella Top 11, insieme a tre juventini (Buffon, Cuadrado e Dybala), tre napoletani (Koulibaly, Hamsik e Mertens), l’interista Skriniar, gli atalantini Caldara e Gomez e il laziale Immobile. Perfetto. Ma la domanda che a Trigoria si fanno da diversi anni è: Nainggolan rischia di calare all’improvviso? I suoi eccessi nella vita privata non sono un segreto, perché lui per primo non li ha mai nascosti. Altrimenti non lo avrebbero escluso dalla nazionale due ct diversi del Belgio. Quindi la Roma non è certo rimasta sorpresa per la sigaretta, i drink e tutto il resto che lui stesso ha voluto immortalare in diretta su Instagram a Capodanno, come se fosse la cosa più normale del mondo. La «cazziata» dei dirigenti e di mister Di Francesco c’è stata, lo testimoniano le scuse forzate di Radja, il cui vero pensiero è in realtà rimane quello del tweet precedente: «Ma fatevi una vita» dice lui a chi discute della sua bravata. Inutile pensare che possa cambiare davvero. Il belga per primo non ha mai detto che lo farà. E la Roma accetterà in eterno i suoi comportamenti oppure «sfiderà» la piazza vendendolo? Nelle ultime due estati, prima Sabatini e poi Monchi, hanno pensato molto, molto concretamente di cederlo. Tanto che il sostituto era già stato individuato: Kessie, poi finito al Milan. Due anni fa il Ninja poteva andare al Chelsea di Conte, ma è stato Nainggolan in primis a bloccare tutto. La scorsa estate si sono fatti sotto Manchester United e Inter, ma la Roma non ha ritenuto sufficienti le offerte, preferendo sacrificare Salah, Rudiger e Paredes sull’altare del fair play finanziario. Poi è arrivato il rinnovo che permette al belga di guadagnare 5 milioni e mezzo netti con i premi e rappresenta forse un legame definitivo tra Radja e il club di Pallotta. Forse, perché se la prossima estate arrivasse una nuova proposta, state certi che la Roma la valuterà. Come per chiunque altro.