Chivu: «Inter e Roma da godere»

20/01/2018 alle 14:35.
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CORSPORT - Cristian Chivu, ex difensore di Roma ed , ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano  in vista del match di domani tra i nerazzurri e giallorossi. Queste alcune delle sue parole:

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Parliamo dell’esperienza a Roma. Lei è stato quattro anni in giallorosso. Come li ricorda?
«Dopo quattro anni in Olanda sentivo che, per seguire la mia crescita come giocatore e come uomo, mi serviva un’altra esperienza. Quell’estate arrivò l’interessamento della Roma con Franco Baldini che era venuto ad Amsterdam a parlare con la società e con me. Fabio Capello mi disse chiaramente la sua volontà di avermi nella squadra. Quindi decisi di andare via. In una grande squadra come la Roma potevamo fare di più, potevamo vincere lo scudetto… Ma sono orgoglioso della scelta che ho fatto. Ho passato quattro anni meravigliosi, là».

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Che coppia costituiva con Samuel? 
«Siamo diventati amici in poco tempo. A Roma abbiamo giocato insieme un anno, poi lui andò al . Dicevamo: “Le nostre carriere le finiremo insieme nel Boca Juniors”. Non fu così. Poi lo ritrovai nell’ a Milano. Lui era molto bravo, un difensore puro, vero, molto bravo a leggere le situazioni e nel duello con l’attaccante. Ci completavamo, perché quando serviva la sua irruenza, la sua forza fisica lui era presente, quando serviva leggere e anticipare le azioni altrui ero presente io».

Poi passa all’
«Pur avendo vinto con la Roma una Coppa Italia, nella mia testa ho sempre pensato “Prima di andarmene via da un Paese, non solo da una squadra, devo vincere il campionato”. Quell’estate fu molto dura: la Roma aveva rimandato per un anno l’incontro per rinnovare il contratto. Incontro che non arrivò mai, non so per quale motivo. Ma era chiaro che la società non mi voleva più. Comunicai, dopo la finale di coppa, che c’era un interessamento dell’. Durante l’estate la Roma mi disse di andare al
e ci fu il casino che ho dovuto sopportare, per due settimane. Alla fine ci fu l’accordo tra l’ e la Roma e passai all’. Sereno non lo ero, ma dopo pochi giorni a Milano capii che era tutto passato. Furono anni belli, perché il primo riuscimmo a vincere il campionato, all’ultima giornata.Proprio la Roma ci era stata molto vicina. Il mio sogno si era avverato. Ero riuscito a vincere il campionato in Italia».

Ha mai capito perché la Roma non le rinnovò il contratto? 
«No. Ho qualche idea. Diciamo che non ho mai avuto la fama di avere un fisico molto importante. Ho avuto molti problemi, durante la mia carriera, dovuti non so a cosa. Ma la mia forza era che riuscivo sempre a rialzarmi, pur avendo subito degli infortuni importanti. Penso che la Roma non si fidasse di quello che io potevo dare, avevo già ventisette anni».

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Lei ha giocato sia con che con Zanetti. Quali sono le somiglianze e le differenze tra i due? 
«Per quello che rappresentano e hanno rappresentato per la loro squadra ci sono molte similitudini. Erano giocatori simbolo, che rappresentavano la storia e le radici della società. Come giocatori erano diversi: Francesco ha più qualità, Javier era un difensore e anche un centrocampista, poteva giocare più ruoli ma con meno qualità rispetto a Francesco. Rimarranno per sempre nei cuori dei tifosi. Non solo di quelli della loro squadra, ma di tutte le persone che amano davvero il calcio».

Come vede Roma- di domenica? 
«Una partita aperta, che sarà sicuramente divertente. Anche se tutte e due le squadre hanno finito l’anno un po’ sotto le aspettative. Le difficoltà erano fisiologiche, visti i cambiamenti fatti, i nuovi allenatori che sono arrivati. In questi casi non è mai facile avere continuità. Tutte e due hanno avuto un inizio stagione sopra le aspettative. Ora penso che, come obiettivo, tutte e due abbiano la partecipazione in . Per lo scudetto e sono le favorite».

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