Il pub, il ponte e il Colosseo: dietro al raid la faida tra curve

01/11/2017 alle 12:27.
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IL MESSAGGERO (C. MOZZETTI) - Tra i sampietrini in via del Colosseo ci sono ancora alcuni pezzi di vetro di bottiglie e bicchieri, un ombrello spezzato, una cinta abbandonata. Sono lì, a raccontare quello che è accaduto la notte tra lunedì e martedì alla vigilia della partita di tra Roma e Chelsea che si è disputata ieri sera allo stadio Olimpico, quando un gruppo di ultrà romanisti ha compiuto un raid contro i supporter inglesi riuniti nel pub Shamrock.  Un raid causale solo all'apparenza almeno a leggere la dialettica delle tifoserie avversarie. A trainare le fila dei romanisti aggressori, che la notte di lunedì hanno provato (non riuscendoci) a entrare nel locale pieno di tifosi inglesi, sono stati giovani appartenenti al gruppo dei Fedayn, uno degli storici (forse l'ultimo rimasto) della , da sempre in alto a sinistra (anche politicamente), nato al Quadraro e lontano dalle dinamiche dei nuovi ultrà vicini all'ultradestra. Nel linguaggio dei tifosi, quel raid è stato letto come un segnale all'interno della stessa tifoseria, per far vedere che i Fedayn sono vivi e vegeti, non passati, tantomeno estinti. E il bersaglio è stato scelto con cura: gli assaliti, ovvero i tifosi del Chelsea, sono da sempre legati a distanza con gli ultrà della Lazio.

 
I SEGNALI - E poi ci sono altri segnali, dall'identità del locale fino alla sua collocazione geografica. Lo Shamrock è un piccolo pub. È nato nel 1999 e da quasi diciott'anni a questa parte ha mantenuto inalterato l'arredo: stretto e lungo, con mobili scuri e luci soffuse in pieno stile british. Per questo pub solitamente passano in tanti: turisti occasionali e famiglie, ma naturalmente, soprattutto durante i big-match, anche le tifoserie. Alle pareti sono appese almeno una ventina di sciarpe appartenenti a diverse squadre di calcio non solo italiane. Segno di «neutralità e prova di come questo spiega il proprietario Alessandro Corbellini sia un locale collettivo e aperto a tutti». All'apparenza, dunque, il locale non è un pub di ultrà nel senso pieno del termine. Anche se un cliente si lascia sfuggire: «Più di altri, abitualmente è un ritrovo di laziali, (lo stesso Corbellini è tifoso della squadra di Inzaghi) ma non come succede a piazza Vescovio (dove c'è il pub Excalibur da sempre punto di riferimento per molti ultrà bianco-celesti ndr). Insomma, gli ultrà romanisti non hanno mirato a caso. E certamente dietro al lancio di una torcia dentro al locale per attrarre l'attenzione c'era molto probabilmente la volontà di arrivare a uno scontro. Lanciare a questo punto il secondo messaggio, ma stavolta alla Nord.

 
LA COLLOCAZIONE - L'ultimo particolare? Lo Shamrock dista poche centinaia di metri da via degli Annibaldi teatro di lotte a distanza tra le tifoserie della Roma e quelle della Lazio. Lo scorso maggio, una serie di manichini con le maglie giallorosse furono trovati impiccati sulla passerella pedonale che guarda il Colosseo e che attraversa proprio via degli Annibaldi. C'era anche uno striscione di accompagno: «Un consiglio senza offesa, dormite con la luce accesa». Il seguito di uno sfottò, già comparso al derby (poi vinto dalla Lazio), quando in Nord campeggiò il messaggio: «Siamo il vostro incubo peggiore». Finita? Ancora no. I romanisti, sempre dal ponte, replicarono: «Dormite con la stufa accesa», a segnare la distanza di punti tra le due squadre a fine campionato. Toccherà ora agli inquirenti mettere insieme i puntini di questo disegno, ma la pista più accreditata è che il raid di lunedì notte sia stato solo l'ennesimo episodio di scontri tra le due curve della Capitale. E, stavolta, di mezzo sono finiti gli inglesi del Chelsea. Di certo, dalle parti del Colosseo, non è più solo tempo per turisti.

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