Il ponte di Traiano «S’ha da fare»

25/11/2017 alle 14:00.
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IL TEMPO (F. M. MAGLIARO) - Non c’è ancora la certezza matematica ma lo è (quasi) realtà: manca solo l’annuncio ufficiale. Andiamo per ordine. Il Ponte di Traiano è essenziale: lo aveva scritto la Direzione Strade del Ministero delle Infrastrutture, la Regione e, ancora ieri, la stessa Città Metropolitana lo aveva richiesto domandando due diverse vie d’uscita dall’impianto. Su questo tema, unito a quello della insufficiente previsione nella delibera Raggi degli investimenti per la mobilità pubblica, si era generata un’impasse dei lavori della Conferenza. Tanto che, dopo una mattinata – anche con toni piuttosto accesi – trascorsa a discutere sui temi del trasporto pubblico e privato, nel pomeriggio, prudentemente, non riuscendo a trovare una soluzione al problema, la presidenza della Conferenza aveva spostato il dibattito dedicandolo ad affrontare le tematiche urbanistiche. Nel tardo pomeriggio di ieri, poi, il gran colpo di scena. La rincorsa delle telefonate ha raggiunto il ministro dello Sport, il renziano Luca Lotti, in quel momento in treno insieme al segretario del Pd, Matteo Renzi. Frenetico giro di chiamate con il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio e, alla fine, la soluzione: il Ponte di Traiano sarà finanziato dallo Stato.

IL NUOVO PONTE – Ovviamente non all’interno di questa procedura: come Il Tempo aveva già anticipato, non sarebbe tecnicamente possibile perché significherebbe avere lo Stato come cofinanziatore di un progetto privato e, quindi, direttamente come partner commerciale di una società sportiva che, per giunta, è anche quotata in borsa. Assolutamente impensabile. Rimane l’unica altra possibilità: il Ponte di Traiano sarà oggetto di un apposito nuovo Accordo di Programma fra lo Stato e il Comune. Verrà considerato di pubblico interesse e, analogamente a quando avvenuto per il Ponte dei Congressi, verrà inserito fra le opere da finanziare. Magari già all’interno del tavolo Raggi-Calenda. Del resto, le stesse simulazioni sul traffico che i proponenti avevano presentato dimostrano, al di là di qualsiasi dubbio, che il Ponte di Traiano – 100 milioni circa di costo – da costruire sullo svincolo di Parco de’ Medici sull’autostrada Roma-Fiumicino con due complanari dedicate, ciascuna da 2 km sia in ingresso che in uscita – è in grado di esercitare una capacità di assorbimento di flussi di traffico superiore del 40% rispetto al Ponte dei Congressi (140 milioni di costo, da costruire sempre sulla Roma-Fiumicino ma all’altezza di viale Isacco Newton ma a senso unico in direzione via del Mare/Ostiense e con 45 milioni di euro necessari a pagare la costruzione della viabilità locale accessoria ancora da trovare). Insomma, il Ponte di Traiano costa quasi la metà del Ponte dei Congressi e rende quasi il doppio. A testimonianza del suo reale valore di opera pubblica. Ancora da capire se questo finanziamento avverrà spostando i fondi del Ponte dei Congressi su quello di Traiano – tra l’altro risparmiando una quarantina buona di milioni di euro su quanto già stanziato più la restante parte ancora da finanziare per un totale di quasi 90 milioni – oppure, ipotesi tutt’altro che da scartare, con un nuovo finanziamento che copra i costi di entrambi i ponti. Da un punto di vista progettuale, poi, il progetto del Ponte di Traiano è già stato approvato in Conferenza dei Servizi: erano state avanzate, infatti, due prescrizioni. La prima, da parte dell’Ente Roma Natura che gestisce la Riserva naturale della Tenuta dei Massimi, che evidenziava come un pilone del Ponte ricadesse non nell’area vincolata ma in quella di rispetto. Prescrizione risolta spostando il pilone. E la seconda, da parte del Dipartimento Lavori pubblici del Comune, che chiedeva delle prove da sforzo in caso di rottura di uno dei cavi di tiraggio. Anche questa soddisfatta. Tutto questo, quindi, fa sì che il progetto del Ponte di Traiano sia a livello di definitivo e già approvato. Quindi, rispetto a quello dei Congressi, anni luce più avanti. Il Ponte dei Congressi, infatti, deve ancora superare la sua Conferenza dei Servizi visto che la prima progettazione era stata bocciata proprio dallo Stato ed era tornato sul tavolo di ingegneri e architetti.

I TRASPORTI – A questo punto, superato lo scoglio più rilevante, anche in considerazione del tenore dei pareri del Campidoglio, tutti positivi con prescrizioni non particolarmente “pungenti” – basti, per tutti, quello del Dipartimento Mobilità che, dopo aver ribadito che il contributo del Comune sarà dato dall’acquisto dei nuovi treni per la Roma-Lido coperti con parte dei 45 milioni di euro del contributo costo di costruzione versati dalla Roma, si concentra sulla divisione della “rampa A“, sull’innesto in curva della “rampa Z” di uno degli svincoli della via del Mare – la necessità sarà quella di trovare la quadra fra le varie prescrizioni.

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