Napoli, ottavo colpo: il joystick di Sarri comanda l’allungo

15/10/2017 alle 14:28.
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LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - Otto su otto: l’en plein del resiste come un castello difficile da abbattere. E il gol di Insigne e i tre punti conquistati all’Olimpico contro la Roma stavolta pesano quasi doppio perché arrivati subito dopo il ko della . Cinque punti in più in due turni presi alla rivale principale pesano tantissimo. E cinque punti di vantaggio potrebbero perfino rimanere stasera dopo il derby di Milano. Una dimostrazione di potere notevole. e Roma possono ora volare in Inghilterra per la : la squadra di Sarri a guardarsi allo specchio col City di Guardiola, la Roma un po’ più preoccupata a Stamford Bridge contro la ferocia di e del suo Chelsea.

Il ha mostrato una piacevolissima scioltezza. Ha giocato senza alcuna ansia, libero di testa, psicologicamente sollevato anche dal crollo della , sapendo cioè che col minimo sforzo avrebbe mantenuto la sua posizione di vantaggio. Pratica e reale in classifica, ma anche filosofica sotto il profilo estetico, del piacere dell’esecuzione, del dominio mentale. Nel gioco del , nella sua trama ormai consolidata, si leggono centinaia di allenamenti e decine di partite che hanno costruito una fluidità di movimenti che Jorginho, Hamsik, Mertens, Insigne e tutti gli altri potrebbero eseguire anche bendati.

Potremmo esaminare a lungo i due rapidi colpi da lingua di serpente che a metà del primo tempo hanno messo ko la Roma, sempre nella stessa sezione di campo, il centro destra della difesa in quello spazio che sta tra , Bruno e : prima un affondo di Mertens e poi il gol su rimpallo di Insigne, che sfrutta il buco di una difesa sorpresa dalla rapidità dell’azione e slabbrata ad arte dagli attaccanti del .

Ma lì dove il sembra danzare meglio è proprio in difesa, un tempo considerata il tallone d’Achille del metodo sarriano. I movimenti di Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam, sono perfettamente coordinati, avanzano e arretrano con lo stesso ritmo di cavalli lipizzani o degli schemi anni 80-90 di Arrigo Sacchi, che di Sarri è il progenitore. Se il trio d’attacco è il biglietto da visita del (26 gol all’attivo, miglior attacco) rispetto allo scorso anno la difesa del ha quasi dimezzato i gol presi, allontanando quell’impressione di sprecone e farfallone. E ormai, invece, più cinico e deciso a giocarsi le sue chances scudetto.

La Roma è rimasta avvinghiata nel gioco del . aveva provato ad adattare la squadra all’avversario, provando uno schema che prevedeva trequartista. Ma è rimasto tagliato fuori, finendo per innervosirsi parecchio. Il primo vero, importante tiro verso la porta del è arrivato solo nel secondo tempo con un bel colpo di testa di . Entrato a sostituire uscito per infortunio. Pur essendo finita, la partita, con un minimo scarto e pur essendoci stato qualche brivido d’orgoglio giallorosso, la Roma non ha mai dato l’impressione di poter togliere all’avversario il joystick di una serata troppo importante per il .

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