IL PUNTO DELLA DOMENICA - Torri: "Il Napoli sa di essere forte, la Roma non ancora" - Sconcerti: "Giallorossi ridimensionati, hanno perso personalità con Spalletti"

15/10/2017 alle 16:18.
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LAROMA24.IT - L'ottava giornata di campionato non si è ancora conclusa e già ha incoronato una nuova regina: il battendo la Roma approfitta del ko della con la Lazio e vola a +5 sui bianconeri. I giallorossi escono battuti dal confronto dell'Olimpico per 1-0 dopo una gara dominata a larghi tratti dalla superiorità nel possesso palla degli azzurri.

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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.

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CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)

Il apre la porta e se ne va. È un suo merito che viene spinto alle spalle dagli errori della . La Roma è un avversario che si ridimensiona presto, le manca personalità, l'ha persa perdendo . È ordinata e leggera, inutile e piena di volontà. Non ha nemmeno fortuna, ma nel complesso viene dominata dal , sempre più solo in testa alla classifica, sempre più completo. A mio avviso a Roma il ha giocato quasi la sua peggior partita dell'anno, promettendo molto e mantenendo poco. Ma quel poco è bastato a non dare nessuna strada all'avversario.

 



IL ROMANISTA (P. TORRI)

II doveva vincere. II ha vinto. Lo avevano detto, spiegato, glorificato, beatificato, previsto tutti. Il problema è che la Roma ci ha creduto. La differenza tra le due squadre si è vista soprattutto nel primo tempo. Niente da dire. Ma è una differenza, almeno oggi, che si può sintetizzare con una semplice riflessione: il da tre anni lavora insieme e ormai sa di essere forte, la Roma è all'inizio di un nuovo percorso e non sa ancora di esserlo [...]. E’ stato l'approccio a essere sbagliato. Perché probabilmente i giallorossi […] si sono convinti che sarebbe stato meglio aspettare e poi ripartire. Con il , vuol dire commettere un errore fatale. Che la Roma ha puntualmente pagato […] Inutile nasconderlo, questa è una brutta botta per la nostra Roma. Sara complessa da metabolizzare. Ma se la squadra avrà capito il suo reale potenziale, ancora da esplorare, può essere un punto di ripartenza fondamentale.

 



IL TEMPO (T. CARMELLINI)

All'appello delle grandi manca clamorosamente la Roma, alla quale non basta un buon quarto d'ora finale, un palo e una traversa (quota 9 in 7 gare) oltre all'ennesimo infortunio muscolare (finora siamo a 12) per uscire indenne dalla sfida contro il tritacarne di Sarri, ormai sempre più favorita per il titolo. Viaggia in coda a questo trenino con una gara da recuperare: ma nulla è perduto perché la strada è ancora lunga. La serata ha confermato il momento del : pazzesco. Trita la Roma all'Olimpico con un possesso palla estenuante e momenti di vero e proprio tiro al piccione. Si, il gol del vantaggio napoletano è frutto di un banale errore giallorosso, ma il  pallino del gioco a stato sempre o quasi in mano loro: sempre primi sul pallone, più cattivi e concreti. La Roma si sveglia troppo tardi, colpisce altri due legni e perde un'altra pedina importante: insomma non proprio il suo momento fortunato. A più cinque sulle inseguitrici si può già chiamare fuga? Beh, se non lo è ci assomiglia molto.

 


LA REPUBBLICA (G. MURA)

La Lazio torna a battere la , ma a Torino, dove dall’agosto del 2015 nessuno aveva vinto, e la raggiunge a quota 19, dove c’è anche l’ in attesa del derby di stasera. Il ringrazia e continua la sua marcia da rullo: solo 1-0 a Roma, otto vittorie di fila e 5 punti sulle seconde. Bell’allungo, fuga no, con 30 partite da giocare. Fuga no ma conferma di una forza consapevole. A Sarri il City non toglie il sonno: giocano i soliti,e giocano alla solita maniera, ma andando meno a concludere e concedendo qualcosa di troppo alla Roma nel finale (tiro di Ünder al 94’). La Roma, pur inferiore nel gioco, non è stata a guardare: una mezza traversa di e un palo di , sempre di testa, indica il lato debole del : i palloni alti. Ma, finché gioca così sui palloni bassi, c’è da divertirsi. : è crisi? No, ma non è un bel momento. La Lazio può restare in alto? Sì. E l’, la più indecifrabile dei quartieri alti? Vediamola nel derby. Fin qui, sembra l’anno buono per il .



IL MATTINO (F. DE LUCA)

Scatto poderoso, una fuga. Il schizza a +5 sulla , sulla Lazio - vittoriosa sul campo dei bianconeri con la doppietta di Immobile (Ciro ha spianato la strada all'amico Insigne) - e sull', stasera attesa dal derby al Meazza. Otto successi di fila (e diventano tredici con quelli nel finale dello scorso campionato), al tappeto è andata anche la Roma che ha fallito il suo esame di maturità. Non c'è, al momento, una squadra che possa tenere testa a quella di Sarri, la cui capacità non è soltanto quella di segnare tanto (all'Olimpico non ha "rispettato" la regola dei 3 gol e si è fermata all'1-0) ma anche quella di annichilire gli avversari. La Roma è stata a lungo intimidita sul piano del gioco dal , che pure non è stato impetuoso come in altre partite e ha tenuto un ritmo moderato, scoprendosi poco. Il temibile si è raramente visto nell'area azzurra (parte alta della traversa nel finale) e la parata più impegnativa Reina l'ha fatta su , aiutato dal palo. Dopo il gol di Insigne, che ha sfruttato l'involontario servizio di ed è arrivato al significativo traguardo di 100 reti in squadre di club, il ha gestito il vantaggio con attenzione e per respingere la reazione della Roma sono stati schierati Zielinski, Diawara e Rog affinché il centrocampo non andasse in sofferenza. C'è stato da penare negli ultimi minuti, così come era accaduto nello scorso marzo, però la forza fisica e la disciplina di Koulibaly hanno consentito alla difesa di tenere testa ai giallorossi e ai loro sporadici tentativi di raddrizzare la partita.



IL GIORNALE (T. DAMASCELLI)

Il è un ottovolante, fa il pieno di punti dopo otto giornate, la , dopo due anni e mezzo perde in casa ma la sconfitta non è un episodio casuale o sfortunato. Sabato grasso e grosso per chi cerca lo scudetto. La capolista ribadisce, nella forma e nella sostanza, di meritare non soltanto il primato attuale ma anche il titolo finale; la si sta spegnendo lentamente, tradita dai suoi migliori, Higuain e Dybala, ma soprattutto awelenata da Allegri che insiste a scombinare le formazioni e si permette di abbandonare il campo prima del rigore decisivo, sbagliato da Dybala. Chi presume di essere diventato? Forse i quattro scudetti lo hanno riempito di denari, di gloria ma anche di boria, gli alibi del dopo partita fanno parte di un repertorio mediocre. Non si vince in eterno ma non si resta a Torino nemmeno per abitudine. Andrea Agnelli era infuriato durante la partita, se dovesse seguire l'esempio di Marchionne prenderebbe decisioni anche clamorose, prima che la situazione precipiti, il prossimo impegno con lo Sporting Lisbona può essere una lama di rasoio per l'ignavo livornese. La Lazio ha strameritato la vittoria, va nell'almanacco per aver vinto in uno stadio impossibile, grazie al gioco, alla potenza di Immobile, alla qualità di Milinkovic-Savic, a una struttura allestita da LotitoeTare. Non c'entra il fatturato, contano le idee e la voglia di realizzarle, le posture apotropaiche di Inzaghi fanno parte della sua "normalità" che fa notizia, la squadra gioca il football migliore insieme con il però più consapevole, maturo e cinico. La squadra di Sarri ha vinto la partita giusta al momento giusto. Sbancare Roma, per la seconda volta dopo il successo sulla Lazio, significa togliersi definitivamente la maschera e prenotare, con i 5 punti di vantaggio, quello che non è e non sarà affatto un miracolo di San Gennaro. Eventualmente di San Sarri.

 


LA STAMPA (G. GARANZINI)

In questa torrida ottobrata il primo della classe rimane il , unica squadra d'Europa, dopo il pari del , a punteggio pieno. Casuale il gol di Insigne che ha deciso la sfida: ma più autorevole che mai il controllo del campo e del gioco, da capolista vera: con un possesso palla elegante quanto efficace, mai fine a se stesso nemmeno nelle fasi più difficili. I punti di vantaggio sono 5, non pochi dopo 8 sole partite. Due vittorie su due all'Olimpico romano li rendono anche più significativi.

 


CORRIERE DELLO SPORT (S. BARIGELLI)

La prima sterzata c'è stata. E che sterzata. Il fa otto su otto e se ne va. La Roma è venuta fuori tardi, quando il è calato fisicamente. Il palo di e la traversa scheggiata di sono nati entrambi da cali d'angolo, il che spiega le difficoltà giallorosse davanti agli azzurri, sempre corti, sempre aggressivi, sempre organizzati. II ha rivinto all’Oihnpico dando ancora maggiore sostanza alla già autorevole candidatura allo scudetto. Sarà dura tenergli testa.



GAZZETTA DELLO SPORT (S. VERNAZZA)

Sempre più solo, sempre più bello e col pizzico di fortuna che è d'aiuto agli audaci, perché la Roma, a sua giustificazione e discolpa, può mettere sulla bilancia il palo di e la traversa di . capolista, basta cambiare la prima consonante e il giochino è fatto: Napolista. Più cinque sulla battuta dalla Lazio e sull' attesa dal derby. Punteggio pieno, otto vittorie su otto e caccia al record della miglior striscia iniziale, il dieci su dieci della Roma di nel 2013-2014. Oltre ai numeri, c'è la realtà di un che è alfa e omega, che padroneggia ogni lettera dell'alfabeto calcistico. La parola scudetto va pronunciata con rispetto, ma senza timore. Sarri ha creato un orologio di squadra. Unica nota stonata dell'Olimpico è stato il risultato, striminzito in rapporto al fatturato. La partita andava chiusa, il l'ha lasciata aperta e verso la fine ha patito. I «sarriani» hanno imparato a soffrire, dettaglio di notevole rilevanza.

 



CORRIERE DELLO SPORT (A. POLVEROSI)

Con 70 minuti di calcistica grandezza, il ha vinto la sua ottava partita di fila, all'Olimpico contro la Roma, e ha staccato la , ora a -5. Ma nonostante la manifesta inferiorità della Roma, incapace di reagire se non nella parte finale della gara, il ha rischiato di pareggiare. Un palo di e una traversa (parte alta) di hanno fatto tremare una squadra compiaciuta di se stessa. Tuttavia anche questa partita ha detto con chiarezza che il è bello e forte, con una difesa portentosa e un attacco che lascia sempre il segno. Il è una squadra esatta, da non confondere con perfetta. E' esatta nelle chiusure, negli anticipi, nei tagli, nel palleggio e nel recupero palla. E' una grandissima squadra. La Roma ora deve riflettere: due scontri diretti all'Olimpico; due sconfitte. Questo non è un passo nemmeno da

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