IL PUNTO DEL LUNEDI' - Sconcerti: "Roma ruvida", Caputi: "Squadra in trasformazione e costruzione", Garlando: "Roma tosta"

21/08/2017 alle 16:52.
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LAROMA24.IT - La prima Roma di viene promossa dopo la vittoria ottenuta all'esordio in campionato contro l'Atalanta. Il cambio nel sistema di gioco rispetto alla squadra che lo scorso anno aveva conquistato il record di punti è evidente, ma ci sono gli spunti che fanno ben sperare in vista del proseguimento della stagione.

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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.

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IL MESSAGGERO  (M. CAPUTI)

Tutti, o quasi, felici e vincenti. Le big non deludono le attese e il Var supera al debutto felicemente la prova . Alla prima di campionato abbiamo avuto la conferma di come la tecnologia, anche nel calcio, possa essere per tutti gli addetti ai lavori di grande aiuto e sostegno. Le decisioni prese con il Var non saranno sempre infallibili, probabilmente non elimineranno le polemiche, ma il supporto tecnologico è senza dubbio un fondamentale passo in avanti. Sarà stata solo una suggestione, ma confortati dal sostegno tecnologico, gli arbitri sono sembrati più sereni. Aspettiamo più partite e il termine del calciomercato,ma se il buongiorno si vede dalmattino, l’alba del campionato sembra confermare le previsioni di un torneo con cinque squadre più forti di tutte le altre, destinate a unmini torneo a parte. Solo la Lazio può intromettersi tra loro. Il pareggio con la Spal non è un dramma, un campanello d’allarme si. E’ un bene per il calcio italiano che le milanesi tornino a essere competitive, aggiungendosi a , Roma e , lo è meno che il divario tra le prime e tutte le altre sia aumentato. Una sensazione che auguriamoci possa essere smentita. Non tutte le vittorie hanno avuto stessa storia e medesimo peso. e , senza nulla togliere, avevano, per esempio, avversari più abbordabili rispetto all’Atalanta affrontata dalla Roma. La squadra di Gasperini ha perso certamente qualità,ma non il gioco, la forza e l’impeto di alcuni mesi fa. I tre punti conquistati a Bergamo dai giallorossi pesano certamente di più. Del resto, alla squadra di Allegri inmolte gare di campionato possono bastare le giocate dei suoi campioni per ottenere la vittoria. Mentre la squadra di Sarri, si sa, gioca a memoria e non ha cambiato nulla. L’inesperto Verona poco ha potuto contro lo strapotere partenopeo. La Roma, invece, è una squadra in trasformazione e costruzione, vive il doppio cambio: allenatore e sistema di gioco. Vincere soffrendo, come ha fatto a Bergamo, in questo momento, vale doppio. eMontella sono indubbiamente partiti forte e la loromano sapiente è evidente. In ventiminuti, eMilan avevano già messo al tappeto e Crotone. L’impatto delle due squadre è stato dunque quello giusto, c’è aria nuova, alimenta ambizioni e convinzioni. Bentornato campionato, il prossimo Roma- vale già tantissimo.

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LA REPUBBLICA (F. CROSETTI)

La facilità con cui Milan e hanno risolto ogni incombenza è forse sospetta, come quasi tutto cinque giorni dopo Ferragosto. Il campionato anomalo prevede un altro turno (sabato sera già avremo Roma-), poi la sosta azzurra con la grossa grana spagnola: ma a quel punto sarà fortunatamente chiuso il mercato, sempre troppo tardi, e alla ripresa del 9 settembre cominceremo ad allargare la fessura, potremo ficcarci meglio il naso.

Per adesso, con quel poco che abbiamo, si intuisce che il Milan avrà un gioco ma per intanto si gode eccome i giocatori. Che l’ non è una rivoluzione ma un assestamento a crescere (prezioso il recupero di Perisic alla causa comune, forse il primo successo dell’allenatore) e questo la aiuterà. Che la Roma non lancia più nessuno in profondità ma arriva al tiro con il ricamo e la potenza. Che il gioca senza troppo pensare, senza quasi guardare, il suo è un calcio da rabdomanti e il pallone viaggia da solo: la suggestione è capire come Milik saprà essere pesante nello schema intercambiabile, lui che non è un bersagliere da corsa ma un granatiere. Infine, dal portone semichiuso e cigolante si intuisce che la ha nelle gambe tutta la pesantezza di una preparazione fatta non certo per brillare adesso, ma anche molti più giocatori da usare e moduli da scegliere (l’assaggino di Matuidi ha già detto moltissimo su come diventerà il centrocampo), oltre a una difesa orfana non solo di un uomo ma di un disegno e di qualche certezza, e un attacco con quello che quasi certamente è il più forte giocatore di tutta la serie A, Paulo Dybala.
La grande notte dell’ammucchiata ci ha poi spiegato che la moviola in campo allunga non solo i tempi del gioco, questo si sapeva, ma aggiunge un’emozione nuova: quell’attesa del verdetto, la conferma di una brutta notizia o la sua cancellazione immediata. In un secolo, il calcio non aveva mai trattenuto il fiato così. Poi, certo, non si sta andando proprio verso un gioco all’inglese. E mica è tutto matematico, esatto ed equo: il secondo gol del Torino era regolare, ma l’assistente aveva già alzato la bandierina staccando in quel modo la corrente al Var, povero.
L’errore altrui ha impedito ai granata di cominciare l’annata con una vittoria di prospettiva europea, seppure remotissima, però è questo l’obiettivo. Molto bene invece il Chievo, che l’unica tecnologia l’ha nelle gambe e nel cuore ed è una trama antica, un decennio di serie A e non sentirlo. Tra le cose più belle della calda sera, il gol inutile ma luminoso di Amato Ciciretti, fantasista del Benevento di scuola Roma che segna da fermo alla Cassano, e la Spal che blocca la Lazio: una storia ferrarese.
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CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)

 Tutte le migliori hanno vinto e quasi tutte con punteggio largo. Il risultato più importante (non il gioco migliore) è stato quello della Roma a Bergamo.Ha fatto fatica la Roma, ma aveva un avversariovero. Dovendo giudicare oggi, è una Roma più ruvida di quella di , con meno voglia di inventare. Vedere Defrel che fa il quinto di centrocampo lascia perplessi sulle scelte generali del mercato e su quelle del tecnico.  è stato il migliore, da trovare ancora la forza totale della squadra. Molte di nuovo le discussioni sulla Var. Il primo risultato è che non ha cancellato le moviole, le ha anzi rilanciate. Ora ci sono quelle sulla Var. questo chiarisce anche la realtà di fondo del marchingegno: la Var non dà certezze, è semplicemente un aiuto. Ripete, quindi spesso chiarisce. Proprio perché aggiunge, porta più discussioni. È tecnologia, non scienza. Ha pareri, non sentenze. Diffiderei solo dell’entusiasmo attuale manifestato sulla Var dagli arbitri. In realtà è in atto una vera lotta, gli arbitri hanno capito che a rimetterci saranno soprattutto loro. La Var non discute ogni volta che le loro stesse decisioni. Per questo cercano di attribuirsene i meriti, per farne una famiglia dentro la quale rendere tutto giustificabile. Siamo in realtà davanti a una piccola svolta epocale, non correttissima ma invitabile.

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GAZZETTA DELLO SPORT (L. GARLANDO)

I gol raffinati di Ciciretti e Liajic, due 10 dal passato romanista, sono sembrate carezze per , triste in tribuna a Bergamo con quel colletto della camicia bianca fuori posto, spia di una vita nuova difficile da indossare. E’ stata la domenica felice dei : il figlio Federico ha segnato un gol meraviglioso, il padre Eusebio ha esordito con 3 punti, anche se la sua Roma è stata tosta, solidale e nulla più. Nessuna traccia di bellezza. L’Atalanta meritava almeno il pari. Ha conservato le sue splendide linee di gioco, ma se in fondo alle linee trovi Hateboer e Gosens invece di Conti e Spinazzola, la musica cambia. Se il calcio fosse solo linee di gioco, sarebbe geometria. E invece, grazie a Dio, è un gioco di uomini. Come la Var, del resto. Dopo il sabato dell’euforia per magnifiche sorti e progressive della tecnologia, ieri Mihajlovic ha scoperto che a disposizione dell’errore umano restano ancora ampi pascoli. Stiamo imparando tutti a riconoscere i quadrati disegnati nell’aria dagli indici arbitrali e gli sguardi spaventati dei calciatori nell’attesa del verdetto. Sono gli stessi sguardi che avevamo noi al liceo quando la prof faceva scorrere il dito sul registro e annunciava: «Oggi interrogo...»

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