Il portafoglio della Roma

12/06/2017 alle 18:10.
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L'ULTIMO UOMO - Il mercato della Roma continua ad essere particolarmente complicato per via del “Settlement Agreement” stipulato con la UEFA nel maggio del 2015. Le richieste erano state, nell’ordine: un passivo di massimo 30 milioni, al netto dei costi virtuosi, nella stagione 2014/15 (obiettivo centrato di pochissimo, visto che contati tutti gli abbuoni i giallorossi dovrebbero aver chiuso a -28); un passivo di 30 milioni massimo per il biennio 2014/16 (avendo speso quasi tutto nel primo anno, grazie alla cessione in extremis di , la Roma è riuscita a chiudere il bilancio reale del 2015/16 a -14 e quello valido per i parametri UEFA in sostanziale pareggio); e un passivo di massimo 30 milioni di euro per il triennio 2014/17.

In sintesi, la Roma deve presentare un negativo totale di massimo 30 milioni considerando l’insieme degli ultimi tre anni, e quest’anno l’obiettivo è essere simile a quello raggiunto nel 2015/16, chiudere quindi con un sostanziale pareggio. A differenza dello scorso anno, però, i conti ancora non sembrano tornare.

Una o due cessioni necessarie?
(...) La buona notizia per i dirigenti giallorossi è che la Roma ha in rosa diversi calciatori capaci di generare importanti plusvalenze. Prendendo in considerazione i sei “uomini mercato” delle ultime settimane, ha un ammortamento residuo di 12 milioni, di 12,6, di 6,9, di 6,7, di 6,4, di 5,5 e di 3,6. Se si ragiona sulle offerte che potrebbero arrivare per questi giocatori, alcuni dei quali accreditati di un prezzo superiore ai 40 milioni, si capisce che l’impresa di recuperare in poche settimane una grande quantità di denaro non è impossibile, anche considerando che si potrebbe raggiungere la somma necessaria completandola attraverso alcune operazioni “minori”, riguardanti cioè giocatori che non fanno parte della squadra titolare.

L’insistenza con la quale la Roma sta tenendo duro in questa prima parte del mese di giugno sulle sue richieste iniziali per alcuni dei suoi big sembrerebbe un’ulteriore conferma della volontà da parte della società di non smembrare la squadra ma risolvere tutti i problemi economici con non più di due cessioni onerose (e magari qualche altra cessione minore di giocatori non titolari), visto che per farlo sarà necessario “vendere bene” i pezzi grossi. Lo svantaggio per la società è che anche gli acquirenti sanno che la Roma ha necessità di vendere entro giugno e tirano a loro volta sul prezzo provando a prendere i giallorossi per il collo.

Un futuro più roseo?
Se la Roma riuscirà a raggiungere l’obiettivo, è possibile che nel corso della prossima stagione la UEFA dia il via libera definitivo ai giallorossi, facendoli uscire dal regime di controllo, situazione che potrebbe permettere alla società di investire un po’ di più già a partire da questo mercato estivo, anche grazie alla certezza di incamerare i soldi relativi alla qualificazione diretta alla .
Con una situazione di questo tipo la Roma dovrebbe soddisfare solo la richiesta di non superare la perdita di 30 milioni nell’arco di ogni triennio, al netto dei costi virtuosi, come tutte le altre squadre che partecipano alle competizioni europee. (...)

Difficile, in ogni caso, pensare ad acquisti costosissimi visti i salti mortali richiesti per far quadrare i conti, ma uno o due investimenti da 20-30 milioni, soprattutto se su giocatori dall’ingaggio non elevatissimo, sembrano assolutamente sostenibili. E non è un caso che il presidente del Nizza abbia rivelato di aver ricevuto un’offerta di 20 milioni per il suo gioiello Seri, giudicata però al momento troppo bassa.

Insomma, per ricapitolare lo scenario generale: tirare la cinghia fino al 30 giugno, poi cominciare una nuova fase di ulteriore costruzione intelligente, contando su una base tecnica che – anche al netto della o delle cessione più o meno importanti da fare – sarà ancora di prima di livello.

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